di GAETANO MARCO GIAIMO
"Lo studio della Letteratura all'interno della scuola, in un momento storico come questo, deve portare all'acquisizione di una maggiore coscienza del nostro rapporto coi luoghi: tocca a voi agire in questo universo sempre più pericoloso". È con queste parole che Giulio Ferroni, professore emerito della Università La Sapienza di Roma nonché studioso, autore e saggista, si è rivolto agli studenti delle classi terze, quarte e quinte del Liceo Classico "Galluppi" di Catanzaro durante l'appuntamento di questa mattina, nell'ambito della rassegna Gutenberg 2025 - Ombre e luci del domani, tenutosi all'Auditorium "Casalinuovo". Il professore ha dialogato con i ragazzi sul suo saggio "Natura vicina e lontana. Umanesimo e ambiente dagli antichi greci all’intelligenza artificiale" (La nave di Teseo, 2024).
Il dibattito è stato coordinato dalla professoressa Mancuso, che ha anche introdotto l'evento, il testo e gli interventi che si sono susseguiti, a iniziare da quello della professoressa Arcuri. Le due docenti hanno introdotto tematiche interessanti, lasciando poi spazio alle riflessioni di alcune studentesse presenti sul palco. Le domande si sono incentrate su come la scuola può intervenire nel ricucire il legame tra uomo e natura, sull'importanza dell'ambiente nella letteratura classica, sulle visioni di vari intellettuali attraverso i secoli, come Petrarca e Pasolini e sul rapporto con l'Intelligenza Artificiale e la libertà individuale: Ferroni ha risposto in modo esaustivo, dilungandosi su alcune riflessioni.
"Essere di nuovo qui mi fa pensare all'importanza del tema del ritorno nella poesia. La storia e la tecnologia degli ultimi anni hanno accelerato i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo ad una velocità mai vista prima: il problema è che questo va in contrasto non solo col nostro modo di vivere ma con la sostenibilità del pianeta" ha affermato il professore. "Non dobbiamo solo affermare la bellezza della natura ma sottolineare i pericoli che essa ci pone. Ormai viviamo in un mondo perennemente connesso, negli USA esistono anche i "phombie", gli zombie del telefono. È vero che leggere i classici serve per comprendere cosa è successo in passato, prima di tutto però è bello: fare qualcosa che non per forza è utile è il senso della vita. In Petrarca la natura è specchio dell'Io, ad oggi l'interiorità è distrutta dai modelli dati dalla tecnologia. Pasolini concepiva la natura come sacra, aveva avvertito l'avvento del consumismo sfrenato, chissà cosa penserebbe di questo mondo digitale. L'IA può diventare un problema soprattutto energetico: si stima che l'aumento dei consumi europei aumenterà del 160% a causa di questa tecnologia".
Dopo una serie di domande poste dagli alunni in platea, è intervenuto, in chiusura, il professor Armando Vitale: "Avremmo bisogno di una classe politica in grado di chiamare in causa uno sforzo congiunto, che arresti l'umanità sull'orlo della catastrofe, magari mossa anche da una mobilitazione collettiva degli studenti: la cosa che inquieta è che nei giovani manca una risposta alle problematiche che ci attanagliano proprio a causa del dominio assoluto del digitale". L'incontro è sicuramente stato stimolante per i presenti grazie al peso intellettuale di Ferroni, che ha ricordato a tutti come bisogna rivendicare la necessità di salvare la terra, il pianeta e il futuro.
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