"I beni della chiesa del Monte rimangano a Catanzaro", l'appello di "Petrusinu ogni minestra"

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La chiesa del Monte a Catanzaro
  28 ottobre 2019 08:43

"Da qualche tempo in città si parla della chiusura del secolare Convento della Chiesa del Monte dei Morti e del conseguente trasferimento dei monaci  in altre sedi. Una decisione che la comunità catanzarese subisce ma che certamente non può e non potrà mai condividere".

Amedeo Chiarella di "Petrusinu ogni minestra"  spiega che  "a titolo di curiosità, la mattina del 16 ottobre scorso  sono andato  in chiesa dove due frati conventuali stavano celebrando la Santa Messa delle ore 9,30, alla presenza di oltre trenta persone. Un numero importante da non trascurare, tenuto conto del vistoso calo di fedeli che da anni caratterizza le chiese italiane e non solo. Chissà se altri “luoghi” di culto dei frati cappuccini, che rimarranno attivi in Calabria, potranno vantare tale numerosa  partecipazione soprattutto in un giorno feriale? Inoltre, è doveroso evidenziare che durante le domeniche e le feste religiose la Chiesa del Monte dei Morti continua a pullulare di fedeli che giungono anche da altre parrocchie. Tale confortante risultato resiste nel tempo anche grazie all’operosità e all’abnegazione dei monaci che sono in procinto di lasciare definitivamente il  Convento in questione e la Chiesa stessa".

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E ancora. "Che i monaci abbandonino l’importante complesso religioso ci può anche stare; ma nel concretizzare tale dubbia operazione si spera almeno che i beni in dotazione dell’importante Convento (e dell’annessa Chiesa) rimangano nella città di Catanzaro anche perché la maggior parte di essi è frutto di donazioni di cittadini catanzaresi. Altrimenti al danno si aggiungerebbe la beffa. E questo non si potrà e non si dovrà consentire!!!! A Catanzaro ancora non si è spenta l’eco di quanto avvenuto nella Basilica dell’Immacolata dove inspiegabilmente non sono rintracciabili molti oggetti sacri di valore già inventariati, per come riportato opportunamente dalla stampa locale. Sulla vicenda, spiace constatare, è calato un preoccupante ed inquietante silenzio. Chi ne fa le spese, come al solito, sono i fedeli catanzaresi desiderosi e smaniosi di recuperare cose che appartengono alla storia ed alla vita quotidiana di una città che notoriamente si distingue per la capacità di vivere con dignità e discrezione".

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Per Chiarella "sarebbe opportuno, quindi, riaccendere i riflettori sugli episodi riprovevoli che hanno interessato l’amata e frequentata Basilica catanzarese.  Ci rivolgiamo a tutti coloro che stanno protestando attivamente contro l’ostinata cancellazione del Convento esortandoli a passare ad intraprendere azioni più incisive ed eclatanti. Una di queste si potrebbe configurare nella costituzione di una delegazione di persone a conoscenza dei fatti, che si dovrebbe recare in trasferta al Vaticano chiedendo udienza addirittura a Papa Francesco. Qualcuno si chiederà perché scomodare il Pontefice? La risposta è semplice in quanto quello che succede in Calabria, in tutti i campi, ha dell’assurdo e dell’inverosimile. Ma la cosa più indigesta è che il tutto avvenga fra l’indifferenza quasi generale. Il Papa, avendo già dimostrato molta sensibilità in casi analoghi, con un suo autorevole intervento potrebbe far prevalere il buon senso per ribaltare decisioni e mutare atteggiamenti che conducono ad analisi molto severe. Si sa che nei centri urbani la qualità di vita si abbassa e le nuove generazioni si allontanano da Dio e per quanto concerne Catanzaro, quanto si sta verificando nell’ambito clericale non può essere considerato un antidoto. Il rivolgersi al Papa potrebbe  rivelarsi  utile anche per la sollecita ristrutturazione del Duomo, che auspichiamo avvenga secondo criteri di eccellenza, ma di cui già temiamo lungaggini preoccupanti".                                                                                                           

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