Nel suggestivo scenario del Teatro Greco-Romano di Portigliola, è stato presentato il libro “I colori della memoria” di Giuseppe Giglio e Antonio Renda, frutto di un percorso progettuale finanziato dal Gal Terre Locridee (con PSR Calabria 2014-2020, mis. 19 int. 19.3.1) nell’ambito della strategia di valorizzazione del territorio attraverso l’emersione del patrimonio culturale. Grazie all’accurata ricerca storica e una corposa documentazione fotografica, il volume ricostruisce l’evoluzione artistica della Locride dal Seicento ai primi del Novecento attraverso il ricco patrimonio conservato nei luoghi di culto, costituito in gran parte da bellissime statue lignee.
Lo studio di Renda e Giglio pone l’accento su un aspetto poco conosciuto della storia artistica della Locride. Un lavoro prezioso, che va a rafforzare l’impegno programmatico del Gal per lo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio.
Oltre ai due autori del volume, Giuseppe Giglio e Antonio Renda, sono intervenuti: Rocco Luglio, sindaco di Portigliola, Francesco Macrì, presidente del Gal Terre Locridee, Guido Mignolli, direttore del Gal Terre Locridee, Luigi Mariano Guzzo, professore di Diritto e Religione all’Università di Pisa, Giuseppe Mantella, direttore della Deputazione della Cittadella Vescovile di Gerace, e da remoto Domenico Piraina, direttore Generale della Cultura del Comune di Milano e Direttore di Palazzo Reale.
«Si tratta di un lavoro importante, racchiuso in un bellissimo volume. Una ricerca accurata, condotta con perizia dal professore Giglio e documentata dalle bellissime immagini di Antonio Renda. Un’operazione di cui siamo fieri e che va a incrementare il nostro progetto editoriale, composto da volumi come questo che approfondiscono temi culturali poco della Locride. Riteniamo che questo territorio abbia bisogno di operazioni culturali di alto livello, come questa, da agganciare alle altre molteplici e varie ricchezze di grandissimo valore che abbiamo, dalle bellezze paesaggistiche alla produttività. Non abbiamo niente da invidiare a nessuno ma dobbiamo creare le condizioni perché qui si possa finalmente vivere anche bene economicamente e anche di far pensare ai giovani che questo è un posto dove si può vivere, si può lavorare, si può prosperare e credere in un futuro migliore» ha dichiarato il presidente del Gal, Macrì.
«Siamo felici di ospitare questo incontro culturale, in linea con il nostro progetto di valorizzazione del Teatro Greco-romano che ci vede collaborare da tempo con il Gal Terre Locridee. Un tema affascinante, tutto da scoprire, quello delle statue lignee della Locride, per cui ringraziamo gli autori, Giglio e Renda, che hanno saputo ricostruire un importante tassello di storia e di arte del territorio» ha detto il sindaco Luglio nell’introdurre la serata.
«L’arte del legno ha in sé un significato profondo, quasi esoterico, che si perde nelle cosmogonie sulle origini dell’universo e dell’esistenza umana. Là dove la scienza e la storia si fondono con il mito. Il legno è vita che vince sulla morte. Esso pone le donne e gli uomini di fronte al mistero. Di per sé, quindi, ha una forte dimensione sacrale e spirituale. Quando diventa arte e, nello specifico, arte religiosa, il sacro si fa religione, tradizione, cultura.Il patrimonio culturale ligneo, di rilevanza religiosa e non solo, dunque rappresenta il paradigma per uno sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità locali, con una partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini ai processi democratici» ha detto il professore Guzzo.
«Questo volume ci racconta la storia del nostro territorio attraverso le sculture lignee e fa emergere un dato assolutamente importante, ossia il passaggio nella diocesi di Locri-Gerace, dal rito greco a quello cattolico, con editto vescovile del 1482, e il conseguente abbandono delle icone a vantaggio della scultura lignea. Infatti, se noi guardiamo quello che è il patrimonio storico-artistico all’interno della nostra diocesi, come giustamente hanno documentato i nostri studiosi, come statue lignee si trova già qualcosa nel Cinquecento, poco nel Seicento e poi questa grande esplosione nel Settecento e nell’Ottocento. Ed è quello che viene raccontato in questo volume. Dunque l’elemento fondante è quello della fede, queste opere sono opere alle quali si sono affidate, alle quali si affidano migliaia di persone ogni giorno nei secoli.Manufatti di arte e di fede che noi abbiamo il dovere di conservare ed è per questo che il lavoro organico di Giglio e Renda è fondamentale» ha detto il direttore Mantella, tra i massimi restauratori in Italia.
«Il Gal Terre Locridee e gli autori hanno realizzato un’opera indispensabile tanto sotto il profilo artistico quanto sotto il profilo civile. Gli autori si sono messi in cammino sulle tracce di una cultura artistica prodotta nella Locride tra il XVII e il XIX secolo, quella della scultura lignea, da tempo erroneamente assegnata al gruppo delle “arti minori”, poco o per nulla indagata, sconosciuta ai più e quindi pressoché dimenticata e che invece ha originato un patrimonio culturale di grande valore attraverso il quale è possibile leggere la storia civile, sociale e religiosa di un popolo.Questa indagine è un passo necessario per la tutela di questimanufatti artistici sempre ricordando che il primo vero atto di tutela è il riconoscimento del proprio patrimonio storico-artisticoda parte della Comunità che ne è moralmente proprietaria» ha dichiarato il direttore Piraina.
«È un lavoro di grande fascino, questo realizzato da Giglio e Renda, che ci porta nel cuore di un passato molto significativo, le cui tracce sono oggi visibili anche se, fino a questo momento, poco valorizzate. Aver ricomposto il patrimonio di arte lignea, in grandissima parte legato al sacro, restituisce una parte di storia necessaria, dando così forza all’identità del territorio. Un percorso che, passo dopo passo, tassello dopo tassello, traccia la via per lo sviluppo, partendo dalle radici dei luoghi» ha dichiarato il direttore Mignolli.
« Il contenuto del volume consente di tracciare un percorso nella memoria impregnata della più pura fede, descritto in un lasso di tempo di circa tre secoli riguarda il territorio della Locride. La funzione principale del contenuto del volume, si rivela quella della promozione attraverso la conoscenza di sicuri capolavori della scultura lignea di tipo ecclesiastico. Viene descritta la loro genesi esecutiva e ci rimandano alla loro importanza come oggetti identitari delle comunità che li hanno voluti. Essi sono evidentemente trasmissivi di forti valori sociali. Promuovere e conoscere significa preservare per poter trasmettere alle generazioni future. Il titolo del volume, “I colori della memoria”,è fortemente evocativo perché rimanda attraverso la vivacità del colore dei manufatti, alla gioia di vivere alla piacevolezza di confronto con essi. Solo così continuano ad essere “traccia indelebile della memoria”» ha detto Giglio.
«Con questo lavoro di ricerca, grazie al Gal, ci è stata data questa grande opportunità di ridare voce e valorizzare persone ignote nei secoli, come questi grandi autori che hanno lavorato sul territorio» ha concluso Renda.
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