di IACOPO PARISI
Catanzaro sta vivendo un’estate di emozioni e cultura con la Summer Edition del Festival d’Autunno 2025, diretto da Antonietta Santacroce e giunto ormai alla sua ventiduesima edizione. Questa anteprima estiva — come da tradizione — anticipa la ricca stagione autunnale, proponendo un assaggio dei nuovi linguaggi di arte, danza, musica e teatro che caratterizzeranno il variegato programma di quest’anno.
All’interno di questo cartellone spicca Carmen Jazz Fantasy, rilettura in chiave jazz dell’opera di Bizet, in scena in due location di grande fascino: il 19 agosto al Castello di Squillace e il 20 agosto a Palazzo Mazza di Borgia. Un’opera che, tra teatro e musica, racconta la storia di una donna che muore non per amore, ma per la libertà di dire “no”.
Ne abbiamo parlato con Alessandro Meacci, pianista, arrangiatore, protagonista e regista dello spettacolo, accanto a Erica Salbego (voce, percussioni, regia) e Francesco Salime (sassofono).
L’INTERVISTA
Può introdurci l’opera che porterete in scena al Festival d’Autunno?
«Con il Festival d’Autunno stiamo portando in scena storie al femminile di donne morte per amore. L’anno scorso abbiamo lavorato su un’altra commissione del festival: la moglie di Marco Polo, una principessa cinese che lo seguì in Italia e morì tragicamente per un errore fatale. Le fu comunicato che l’uomo che amava era morto, e lei scelse di lanciarsi dal balcone del Teatro Malibran, allora casa di Marco Polo, mentre in realtà lui era ancora vivo. Quest’anno raccontiamo un’altra storia, sempre femminile e tragica, ma segnata da estrema libertà: Carmen, che muore per la sua libertà, per un “no” detto a Don José. Vogliamo sottolineare la forza, il coraggio e la libertà che ha inseguito fin dall’inizio della sua storia.»
Come avete tradotto musicalmente e scenicamente questa vicenda?
«Siamo in tre in scena: Erica Salbego, che è voce, percussioni, regista e attrice; io, che mi occupo delle musiche e degli arrangiamenti; e Francesco Salime al sassofono. Ho realizzato arrangiamenti più moderni, inserendo anche l’elettronica, mentre il sassofono di Francesco aggiunge un tocco di modernità: è uno strumento assente nell’opera originale di Bizet. Non si tratta di un jazz estremo, ma di una performance più moderna, quasi da musica di scena. Inoltre, pur essendo solo in tre, abbiamo una regia vera e propria, con gestualità, copione e scene adattati ai luoghi in cui ci esibiamo: il Castello di Squillace e Palazzo Mazza a Borgia saranno parte integrante dello spettacolo, non solo cornici.»
Essere protagonisti di un festival così consolidato cosa significa per lei?
«È un grande onore, una grande emozione e anche una grande responsabilità. Portiamo un repertorio che può sembrare di nicchia, ma in realtà è sostanziale: unendo teatro e musica, il pubblico è profondamente coinvolto, vive la storia sia attraverso le parole che attraverso le note. È una formula che, per ora, ci sta dando ragione.»
Ha studiato al Conservatorio di Vibo Valentia. Sente di avere un legame particolare con la Calabria?
«Sì, ho lavorato a Cosenza e studiato a Vibo Valentia. Per me è sempre un piacere e un onore poter raccontare queste storie qui, perché sono storie mediterranee che possono toccare soprattutto le regioni del Sud. Penso che il Sud abbia una chance di ricollocarsi, ma solo attraverso la cultura. Cleopatra, ad esempio, parte dall’Egitto e arriva a Roma; Carmen è una gitana in Spagna. Questi racconti attraversano il Mediterraneo e appartengono anche a questa terra.»
C’è anche un messaggio sociale dietro Carmen Jazz Fantasy?
«Assolutamente sì. Trovo che il teatro sia uno strumento di educazione alla bellezza: una persona che ha visto la bellezza la insegue, e vive in modo più rispettoso. Raccontando Carmen, dovremmo educare i ragazzi a rispettare le donne, ma in generale a rispettare ogni individuo. Bisogna rispettare i “no” e la volontà altrui, senza imporre la propria. Dal punto di vista della scrittura lo spettacolo è lo stesso, ma noi ci lasceremo trasportare dalle emozioni e dalla suggestione dei differenti luoghi per far sì che questo spettacolo ogni sera possa cambiare e quindi possa essere diverso. È la forza del teatro: ogni sera si rinnova e racconta la vita in modo unico.»
Carmen Jazz Fantasy approderà quindi il 19 agosto nella suggestiva cornice del Castello di Squillace e il 20 agosto tra le mura storiche di Palazzo Mazza a Borgia, trasformando questi luoghi in parte viva della narrazione. Due appuntamenti che promettono di fondere l’intensità drammatica di Bizet con l’energia del jazz e la potenza del teatro, regalando al pubblico del Festival d’Autunno un’esperienza unica, dove musica, storia e libertà si intrecciano in un racconto senza tempo.
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