"Avere intitolato a Michele Traversa il Parco della Biodiversità non è stato solo un atto doveroso: è stato il riconoscimento di un'opera che porta, in ogni suo angolo, la sua impronta, la sua passione, la sua visione, il segno del suo lavoro. È stato il modo più autentico per dire che questo luogo esiste grazie a un uomo del “detto-fatto”, a un politico che ha immaginato un futuro e lo ha saputo realizzare con capacità e tenacia.
Quando molti pensavano all’area della Scuola Agraria come a uno spazio da cementificare, per realizzare interventi di edilizia popolare, Michele immaginava un grande polmone verde, un parco vivo, bello, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini, di cambiare il modo di rapportarsi alla cosa pubblica. E lo ha fatto. Contrastando chi si opponeva con l’ostinazione buona di chi, anziché perdersi in chiacchiere, si rimbocca le maniche.
Ricordo bene i tanti giorni che hanno portato a realizzare questo angolo di meraviglia in una città in cui occuparsi del bello sembrava quasi una sfida velleitaria. Ricordo le sue mattinate all’alba, mentre controllava di persona i lavori. Lo ricordo mentre sistemava con le sue mani le casette degli scoiattoli o intrecciava, come un esperto giardiniere, le piante del tunnel degli innamorati. Lo ricordo alla guida della sua macchinina elettrica, percorrere i sentieri uno per uno, controllare che tutto fosse in ordine. E chiunque abbia frequentato questo parco, ha incrociato spesso quell’uomo indaffarato, appassionato, pronto ad ascoltare, a confrontarsi, a condividere.
Abbiamo vissuto insieme anche i momenti difficili. Come quando, da Presidente della Provincia, mi trovai a fronteggiare con lui l’incubo degli incendi che più volte hanno minacciato questo paradiso. E come dimenticare l’ignobile rogo che distrusse il Parco dei Folletti, la tristezza dei bambini. Ma anche lì, grazie soprattutto alla tenacia e alla forza d’animo di Michele, abbiamo ricostruito tutto, più bello di prima. Proprio per questo, fu naturale per me nominarlo Presidente Onorario del Parco. Un riconoscimento simbolico, ma sentito, a chi non ha mai smesso – neanche per un giorno – di sentirsi responsabile di questo luogo. Un uomo capace di coinvolgere energie, intelligenze, istituzioni.
Con lui hanno lavorato fianco a fianco tanti dipendenti e bravissimi tecnici della Provincia e professionisti, cito per tutti Rino Amato, Pierluigi Mancuso, Maurizio Rubino: il contributo di quest’ultimo è stato fondamentale per realizzare uno dei tesori di questo parco: il Marca Open, il parco internazionale della scultura che oggi ospita le opere dei più grandi artisti contemporanei. Un altro tassello straordinario, che ha potuto prendere forma grazie alla sua capacità di costruire relazioni e collaborazioni: penso ai corpi militari, alle forze dell’ordine, ai collezionisti, che con entusiasmo hanno reso possibile il Musmi, il Museo Storico Militare, un unicum nel panorama nazionale - e ricordo la notte prima dell’inaugurazione passata a rammendare persino la biancheria sotto alle divise - e il monumento ai caduti di Nassiriya.
E ancora l’impegno degli operai forestali, o dei detenuti del carcere di Siano, la nascita del Cras per la cura degli animali selvatici, i giovani coinvolti nella realizzazione dei murales. Questo è stato Michele Traversa. Per questo voglio ringraziare il presidente della Provincia Mormile, il vice presidente Fragomele e l’intero Consiglio Provinciale, che in tempi rapidi, senza divisioni, hanno voluto dedicargli questo Parco. Era giusto e naturale che fosse così. Era atteso da tutta la comunità. E la presenza alla cerimonia di così tante persone, di tanti ex colleghi di tutti gli schieramenti, rappresentanti delle istituzioni, cittadini comuni, accanto alla sua famiglia, ai collaboratori più stretti, a chi ha condiviso con lui un lungo percorso politico, è la prova più autentica che il lascito di Michele non è fatto di parole, ma di opere concrete, di progetti realizzati, di relazioni solide e improntate sulla stima e sul rispetto. Ma l’intitolazione del Parco non può e non deve essere un punto d’arrivo.
E’ un gesto che ha il senso della gratitudine, della memoria, ma soprattutto dell’impegno. Un impegno a custodire, proteggere e valorizzare questo gioiello che appartiene a tutta la Calabria. Così come lui ci ha chiesto, fino all’ultimo. Lavorando anche nei suoi ultimi mesi per rendere possibili gli interventi di riqualificazione, per ottenere l’installazione dei sistemi di videosorveglianza, per difendere questo patrimonio dagli atti vandalici, dagli incendi, dalla trascuratezza. Lo dobbiamo a lui, ma lo dobbiamo anche a noi stessi e a chi verrà dopo di noi.
Oggi il Parco della Biodiversità si chiama Parco Michele Traversa. E d’ora in poi, ogni bambino che correrà su questi prati, ogni anziano che siederà su una panchina, ogni famiglia che passeggerà tra i sentieri, porterà nel cuore la storia di un uomo che ha saputo vedere il futuro e costruirlo con amore".
A scriverlo in una nota è Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno, già presidente della Provincia di Catanzaro.
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