Ha colto di sorpresa l’encomio che il Capo dello Stato ha voluto rivolgere a uno dei sacerdoti più amati e seguiti, missionario digitale e scrittore, Don Francesco Cristofaro.
Tra le email arrivate nella sua casella di posta il 28 gennaio scorso, ne nota una strana con il seguente oggetto:” NoReply Segreteria PDR”. «Credendo fosse una mail spam stavo per cestinarla».
Quando l’ha aperta, invece, vi legge: “Reverendo Padre Cristofaro, la preghiamo di contattare l’Ufficio di Segreteria del Presidente tramite il centralino, per comunicazioni personali”.
Il giorno seguente alle 18;03 la telefonata con i saluti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i suoi personali ringraziamenti per l’assidua opera di evangelizzazione che don Francesco, parroco di Santa Maria Assunta in Simeri, svolge quotidianamente in comunità e tramite i canali social, raggiungendo migliaia di anime in Italia e nel resto del mondo seminando nei cuori tanta speranza.
La telefonata si conclude con la speranza di partecipare appena si verificheranno le condizioni ad una udienza in Quirinale.
Don Francesco Cristofaro è nato a Catanzaro il 10 novembre del 1979. Ed parroco nella Parrocchia “Santa Maria Assunta” in Simeri Crichi. Autore di libri di successo. Conduce su Radio Mater la rubrica "Alla luce della fede” e su Padre Pio TV il programma “Fatti per il Cielo”.
I viaggi della speranza
«Sono nato con una paresi spastica alle gambe - spiega Don Francesco Cristofaro - una parola sconosciuta per due cuori semplici come quelli dei miei genitori, casalinga la mamma e carpentiere il papà, con un lavoro a quei tempi spesso precario. Compresero fin da subito, però che sarebbe stato un calvario. Infatti, iniziarono tanti viaggi della speranza dal sud a nord per visite mediche ma anche con i maghi, con falsi venditori di speranze».
“Ho lottato per farmi accettare”
La malattia per Don Francesco è stata una profonda sofferenza anche interiore. «Ho lottato tanti anni per accettarmi e farmi accettare. Dovevo schivare i colpi cattivi del pietismo della gente e dei ragazzini della mia età che con estrema facilità mi dicevano: “non puoi venire a giocare con noi perché poi cadi e ti fai male”».
Le richieste alla Madonna
Il giovane sacerdote disabile confessa di aver pregato «tanto la Madonnina chiedendo la guarigione. Questa non avveniva e allora le dicevo: “perché non mi ascolti? Sono un bambino cattivo?”. Il desiderio di guarire era così forte che durante la notte sognavo di camminare come tutti gli altri bambini, di giocare, andare in bicicletta. La Madonna con tenerezza di Madre mi ha preso per mano e mi ha fatto conoscere Gesù. Lui mi ha concesso il miracolo. Non la guarigione fisica, ma quella del cuore e dei pensieri. Mi ero convinto di non servire a nessuno. Avevo anche pensato di farla finita perché le mele marce nel bel cesto non servono. Ho compreso, però, che tutti possiamo essere degli strumenti di speranza. C’è tanta sofferenza nei cuori. Bisogna che l’altro sappia di non essere solo. Che può contare su di te, sulla tua preghiera, sulla tua presenza. Dobbiamo imparare l’arte della delicatezza e della gentilezza».
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