Il prof Mastroroberto: “Guardiamo bene i numeri”. La Cardiochirurgia della Dulbecco punta più in alto

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  01 aprile 2025 18:52

di MARCO VALLONE

L'atto aziendale dell'Azienda Ospedaliero Universitaria “Dulbecco” di Catanzaro prevede 20 posti letto in cardiochirurgia. E' quanto emerso durante un incontro promosso dalla direzione della scuola di specializzazione in cardiochirurgia dell'Università “Magna Graecia” di Catanzaro, presso l'aula G9 – corpo G del campus universitario “Salvatore Venuta”, sul tema “Cardiochirurgia: dalle necessità del territorio alla formazione specialistica”.

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Sono intervenuti all'appuntamento Pasquale Mastroroberto, direttore U.O.C. e scuola di specializzazione in cardiochirurgia UMG – A.O.U. “Renato Dulbecco; Giovanni Cuda, rettore dell'Università “Magna Graecia” di Catanzaro; Simona Carbone, commissario straordinario A.O.U. “Renato Dulbecco”; Marianna Mauro, docente di economia e management sanitario UMG.

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La programmazione regionale prevede 14 posti letto per l'Azienda Ospedaliero Universitaria “Dulbecco”. Ma la programmazione regionale differisce dall'atto aziendale dell'A.O.U, “Dulbecco” di Catanzaro. “L'atto aziendale riporta – ha precisato Simona Carbone, commissario straordinario A.O.U “Renato Dulbecco” - 20 posti letto di cardiochirurgia e 6 di terapia intensiva cardiochirurgica. Attendiamo l'approvazione da parte della Regione. Sono quasi certa nel pensare che non sia assolutamente in discussione una situazione del genere”. E' stato spiegato in particolare da Simona Carbone come “all'interno degli atti aziendali” si possano fare “alcune scelte, come è stato fatto nella Dulbecco, come ad esempio quella di compensare alcune fattispecie di discipline che sono mirate ad attività meno di ricovero ordinario. Abbiamo inteso ridurre da alcune fattispecie, fermo restando il numero massimo di posti letto designato dalla rete ospedaliera regionale, ed investire su altre fattispecie. Confermo che il nostro atto aziendale (e quindi non la rete ospedaliera regionale che ne riporta 14) prevede 20 posti letto per cardiochirurgia più 6 posti letto di terapia intensiva cardiochirurgica”.

Ricapitolando, la rete ospedaliera calabrese attualmente prevede 49 posti letto in cardiochirurgia: 14 per la “Dulbecco” di Catanzaro, 15 per il Gom di Reggio Calabria. E ne rimangono 20, quelli della clinica privata “S.Anna hospital” di Catanzaro, sul cui destino attualmente si discute, e di cui 14 paiono destinati in direzione Cosenza, stando alle ultime decisioni di stampo regionale. 6 posti sono quindi ancora in dubbio: qui sta il vero nodo della discussione. “Nell'atto aziendale noi non possiamo superare il tetto massimo – ha rilevato Simona Carbone – ma le scelte di contesto aziendali le possiamo assumere. E non credo, e lo dico con quasi certezza, che la Regione possa fare un rilievo sul numero di posti letto, per esempio, della cardiochirurgia”.

Pasquale Mastroroberto, direttore U.O.C. e scuola di specializzazione in Cardiochirurgia UMG – A.O.U. “Renato Dulbecco”, ha evidenziato come l'incontro di oggi nasca “da un'esigenza di dare dei numeri e dei dati oggettivi, visto che si sta parlando moltissimo di cardiochirurgia senza dare dei dati oggettivi, ed essendo questo un centro ospedaliero e universitario che ha sia l'unità operativa che la scuola di specializzazione. I dati oggettivi sono che le cardiochirurgie italiane già dal 2010 la società italiana di cardiochirurgia le aveva definite in un numero eccessivo rispetto alle reali esigenze, e nel 2014 nello stesso modo visto che si sono ridotti i numeri degli interventi a cosiddetto cuore aperto (mentre invece sono aumentati i numeri della cardiologia interventistica). Quindi questo moltiplicarsi di centri di cardiochirurgia vuol dire parcellizzare un'attività, e quindi ridurre la dimensione dei volumi si traduce poi in una qualità degli esiti che non è favorevole, non è positiva. Quindi questo è il motivo dell'incontro. In più la stessa cosa vale per i medici in formazione specialistica che, nel corso degli anni, si sono ridotti, nel senso che le borse che fornisce il ministero sono state occupate per il 70%. Quindi il 30% non sono state occupate, sono rimaste libere, ed è un trend in discesa che parte dal 2020. Ecco perché si sente l'esigenza – ha spiegato Pasquale Mastroroberto – di diffondere un messaggio che sia questo: guardiamo bene i numeri e poi decidiamo che cosa fare. Ovviamente poi le decisioni spettano sempre al governo regionale, ai governi delle regioni, però guardiamo bene i numeri e vediamo quali sono poi le reali esigenze assistenziali”.

Sui numeri della cardiochirurgia dell'azienda ospedaliero universitario “R.Dulbecco”, il professore Mastroroberto ha evidenziato come “noi abbiamo un trend stranamente positivo come numeri. Stiamo crescendo, e sfioriamo i 500 interventi l'anno. Che, nella media nazionale, è buono, e gli esiti sono più che soddisfacenti. Ma quelli li abbiamo sempre diffusi e sono certificati da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali). Ma non c'è da risottolineare questo elemento: il vero elemento, invece, è che in Calabria abbiamo due centri pubblici (a Catanzaro e a Reggio Calabria ndr) che lavorano, e lavorano bene con degli ottimi esiti. Vanno potenziati, questo bisogna dirlo, sia in termini di personale medico che in termini di personale infermieristico”. La richiesta alle istituzioni è questa, quindi, ma non solo: “Oltre a questo, chiedo alle istituzioni di ragionare con i numeri. Lo chiedo alla politica in generale di ragionare con i numeri, al di fuori di tutti gli elementi di campanilismo di cui ho sentito parlare – ha concluso Mastroroberto - in questi ultimi mesi”.

Il rettore dell'Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Giovanni Cuda, ha definito la giornata odierna come “importante perché è una di quelle occasioni in cui l'università, ma direi l'azienda 'Dulbecco' visto che parliamo di sanità, mostra ai cittadini calabresi e non solo quali sono le capacità e soprattutto qual è il livello qualitativo della nostra cardiochirurgia, I numeri presentati nella relazione del professore Mastroroberto dimostrano come noi siamo in grado di erogare un'offerta cardiochirurgica complessa, importante, di grande qualità. Non soltanto dal punto di vista numerico, ma anche dal punto di vista qualitativo. Essere in grado di rispondere bene alle necessità, e al bisogno di una buona sanità, da parte non soltanto dei cittadini di Catanzaro e della Regione, ma anche di quelli che vengono da fuori, è un segnale importante. Un segnale che inverte in qualche modo il trend che invece porta i nostri cittadini, e i nostri corregionali, verso altre regioni ed altre aziende ospedaliere oppure aziende universitarie. Noi, attraverso la cardiochirurgia siamo in grado di limitare questa emorragia – ha affermato Giovanni Cuda – che, oltre che essere da un punto di vista economico estremamente negativa per la regione, lo è anche da un punto di vista sociale perché insieme al malato si spostano le famiglie. E' un trend che noi vogliamo fortemente limitare e, attraverso la cardiochirurgia, ci stiamo fortemente riuscendo”.

Infine Marianna Mauro, professore ordinario di economia e management sanitario UMG, ha prodotto nell'appuntamento odierno delle “riflessioni in merito all'evoluzione che ha subito il sistema sanitario nazionale nell'ultimo decennio, e in particolare sugli effetti che ha prodotto”. In particolare, la professoressa Marianna Mauro ha analizzato “un fenomeno a cui abbiamo assistito in questi anni. Uno è la riduzione dei posti letto ospedalieri, che ha avuto una finalità ben precisa: quella di concentrare la casistica di alta specialità in pochi centri. E perché? Solo un taglio? No, assolutamente. Perché ormai è riconosciuto che la concentrazione della casistica ospedaliera contribuisce a migliorare la qualità delle cure e la sicurezza delle cure nell'ottica della clinical competence: più prestazioni un centro è in grado di erogare, più migliorerà la prestazione e quindi si potrà garantire qualità delle cure”. Marianna Mauro ha dunque inteso mostrare “le evoluzioni di quelle che sono state le dotazioni strutturali del sistema sanitario italiano in termini di posti letto, richiamando quelli che sono stati gli obiettivi di queste riforme, in particolare la riforma del DM 70/2015 sulla riorganizzazione della rete dei servizi ospedalieri, e su come questa concentrazione abbia consentito un miglioramento della qualità delle cure”. E' stato dedicato un passaggio più particolare anche alla Calabria e alla cardiochirurgia: “Anche in questa regione la concentrazione della cura, e quindi la mancata dispersione di energia, ha prodotto un miglioramento della qualità. Ad esempio i volumi di alcune prestazioni cardiochirurgiche, penso al bypass, che vengono fatte in questa regione sono veramente comparabili con le regioni più virtuose”.

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