Il sistema scolastico moderno tra criticità e nuove sfide nel libro "Quel profumo di gesso"

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Scuola primaria
  07 maggio 2024 14:57

di TOMMASO PASSARELLI*

Ha visto la luce, nelle scorse settimane, la nuova opera del Professore Antonio Amato, dal titolo assai evocativo: “Quel profumo di gesso”.

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Si tratta di un contributo divulgativo, che mette in risalto le criticità più evidenti del sistema scolastico moderno e – soprattutto - il loro riverbero sulla costruzione della società del domani.

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Le riflessioni dell’autore sono focalizzate sulle inefficienze metodologiche e sostanziali di un’erogazione didattica che, nel farsi sempre più “democratica”, ha smarrito la propria funzione di guida. Infatti, se da un lato ha avuto il merito di aprirsi all’inclusione delle classi sociali più svantaggiate, dall’altro lato ha avuto il demerito di “abbassare” i propri insegnamenti, affievolendo così il prestigio e l’autorevolezza che da sempre l’hanno caratterizzato in quanto Istituzione.

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L’opera di inclusione sociale nel mondo dell’istruzione ha comportato, in quest’ottica, un’erosione sistemica, da cui è conseguita la collettivizzazione di un’istruzione impoverita, determinata anche dal sopravvenire di una classe docente sovente inadeguata a fronteggiare le sfide che la formazione, primaria e secondaria, impone.

Sotto questo profilo, inoltre, si registra il ruolo sempre più marginale dell’aspetto meritocratico, determinato dalle promozioni ex officio sovente dovute alla mera frequenza, piuttosto che all’impegno profuso e ai risultati effettivamente raggiunti. Non aiutano, sotto questo profilo, le continue riformulazioni delle modalità valutative.

Acute sono poi le riflessioni critiche, e in parte provocatorie, maturate sul ruolo del docente, che di rado si dimostra preparato a sostenere la sfida - innanzitutto culturale - connessa al proprio ufficio. In altre parole, l’insegnamento è oggi affrontato con elevato grado di approssimazione e quasi mai viene prestata la dovuta attenzione alle particolari esigenze degli alunni, che di contro sono sacrificate sull’altare della celerità con cui devono essere portati a termine i programmi ministeriali.

Per questa via, non si tiene più nella dovuta considerazione il fatto che ogni alunno ha i suoi tempi e, più in generale, le sue particolarità nel percorso di apprendimento, poiché all’interno di ogni classe ogni discente elabora in modo e con tempi diversi.

Le sempre più inflazionate riforme, inoltre, hanno determinato uno scollamento tra i bisogni degli alunni e le proposte programmatiche, uniche e indivisibili, che mal si attagliano alle diverse esigenze dei singoli. La formazione, in questo senso, assume un’accezione sempre più formale e sempre meno sostanziale, col risultato che gli studenti non vengono dotati degli strumenti necessari onde fronteggiare il successivo percorso accademico, ovvero quello lavorativo.

Da ultimo, è di gran pregio la considerazione sull’attuale ruolo attribuito alla scuola in ordine all’erogazione non solo dell’istruzione, ma anche di valori morali quali l’educazione affettiva, nell’epoca dell’emergenza dovuta al dilagare della violenza, giovanile e di genere. In questo senso, la scuola viene investita di funzioni storicamente e socialmente riconducibili a ben altri apparati sociali, primo tra tutti quello familiare.

In conclusione, il saggio del Prof. Amato rappresenta un grido d’allarme in ordine al degrado del sistema scolastico, unitariamente considerato e determinato dal cumulo di molteplici fattori: le inefficienze delle riforme; l’inadeguatezza del corpo docente; l’approssimazione che caratterizza sempre di più l’approccio degli studenti di ogni ordine e grado, che declinano l’istruzione in termini di “dovere” e non già di “diritto”, quasi alla stregua di un inutile adempimento piuttosto che in termini di opportunità; la superficialità e l’esasperata formalità dei metodi di valutazione, che giammai restituiscono uno spaccato fedele dei percorsi individuali seguiti dagli studenti.

Una lettura coinvolgente, ove per lunghi tratti ognuno può riconoscere almeno un segmento del proprio percorso; sempre attenta al ruolo esplicato dai principi generali della materia, dalla quale traspare l’impegno costantemente profuso in cattedra da un docente preparato, colto, scrupoloso e appassionato nell’esercizio del proprio magistero.

*Dottorando di ricerca in “Ordine giuridico ed economico europeo”

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