L'Italia va in fiamme e nel 2021 è stato bruciato il triplo degli ettari del 2020: al Sud i danni più gravi. Secondo i dati annunciati dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la Calabria risulta la seconda regione più colpita per una superficie pari al 2,4%, con 240 comuni interessati. Ed è la regione che nel 2021 ha subìto, in termini di superficie forestale bruciata, il maggiore impatto per incendi. Nello specifico, la superficie totale di boschi interessata da incendi rispetto al totale delle aree andate bruciate è pari al 37%; di questi, 1/4 è costituita da boschi di conifere, prevalentemente piantagioni.
È proprio alla Calabria che si rivolge l’appello di Green Impact, Fondazione CAVE CANEM, Save the Dogs and Other Animals e Animal Law Italia per chiedere l’adozione urgente di un’Ordinanza Regionale Straordinaria per rischio incendi introducendo un chiaro divieto di detenzione dei cani alla catena su tutto il territorio.
“In molte zone del Sud è ancora pratica comune tenere i cani legati in aree di campagna, lontano dalle abitazioni, dove gli animali non sono monitorati e non possono essere salvati in caso di pericolo. Abbiamo assistito tutti alla devastante tragedia causata dagli incendi in Sardegna lo scorso anno, dove sono morti centinaia di animali. Non possiamo aspettare di ritrovarci nella stessa situazione, serve un intervento immediato, quale è quello proposto”, commentano le quattro Organizzazioni.
Tenere un cane ad una catena, magari per tutta la vita, oggi è ancora legale in diverse Regioni d’Italia, come evidenziato dal 2° Rapporto “Verso il divieto di tenere i cani legati alla catena”, realizzato dalle quattro organizzazioni, in prima linea dal 2021 nel chiedere l’introduzione del divieto in tutte quelle Regioni italiane con normative assenti o inefficaci.
Sono ancora numerose le Regioni in cui è necessario intervenire perché presentano una legislazione inefficace o incompleta come ad esempio la Calabria, e altre come la Sicilia addirittura prive di una legislazione in materia, con un vuoto normativo da colmare.
“In Italia esistono 17 normative su 20 enti territoriali”, fanno notare le Organizzazioni. “È fondamentale armonizzare la legislazione italiana e far sì che le regioni esemplari su questo tema come Campania, Lazio e Umbria, dotate di una legislazione più avanzata, vengano prese a modello da quelle in ritardo nell’approvare una normativa al passo con i tempi”.
La versione completa della seconda edizione del Rapporto “Verso il divieto di tenere i cani alla catena” è disponibile su www.freedomfordogs.org , il nuovo sito dedicato alla campagna delle quattro organizzazioni, da consultare per essere sempre aggiornati e conoscere, attraverso la mappa interattiva, la situazione specifica di ogni Regione italiana.
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