Inchiesta "Domus Aurea". Venti condanne a Monza per alcuni dei collaboratori di Giuseppe Malaspina, imprenditore edile calabrese

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Un'aula di tribunale
  10 febbraio 2020 19:05

Venti condanne da otto mesi a sei anni e quattro mesi di reclusione: è quanto sentenziato dal Gup del Tribunale di Monza per alcuni dei collaboratori di Giuseppe Malaspina, imprenditore edile calabrese residente in Brianza, arrestato nel maggio 2018 con l'accusa di aver costituito un "pool" di professionisti per distrarre capitale dal suo gruppo immobiliare, emettendo fatture per operazioni inesistenti per circa 95 milioni di euro, con distrazioni patrimoniali per un valore di 234 milioni di euro.

Le accuse, secondo l'inchiesta "Domus Aurea" della Guardia di Finanza di Monza, coordinata dal pm Salvatore Bellomo e dalla collega Giulia Rizzo, erano a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione.
Il Gup ha accolto le tesi della Procura, fatta eccezione per l'accusa di associazione a delinquere e ha disposto confische di beni per oltre 6 milioni di euro. Tra i condannati, la ex moglie di Malaspina, Adriana Foti (quattro anni), l'ex presidente del Consiglio di disciplina dell'Ordine degli ingegneri di Monza e Brianza Cesare Croce (3 anni), il costruttore Angelo Narducci (4 anni e mezzo) e il responsabile del gruppo Malaspina Giorgio Spinelli (6 anni e 4 mesi).
Ancora da definire la posizione di Giuseppe Malaspina, che ha optato per il dibattimento.

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