Nella mattinata del 17 gennaio 2025, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Catanzaro, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato a termine un'importante operazione contro le infiltrazioni mafiose legate ai lavori del “Terzo Megalotto” della Strada Statale 106. Sei persone sono state arrestate con accuse di estorsione aggravata da metodo mafioso e istigazione alla corruzione. L’inchiesta ha preso avvio dalla denuncia di un imprenditore, vittima di una richiesta estorsiva pari al 3% di un appalto pubblico da 5 milioni di euro, ovvero 150.000 euro.
Le indagini hanno fatto luce su un sistema di estorsioni basato su sovrafatturazioni da parte di aziende colluse, i cui proventi venivano canalizzati verso la cosca ‘ndranghetista Abbruzzese. Un altro episodio emerso riguarda un tentativo di corruzione: un indagato avrebbe offerto 20.000 euro a un capocantiere per falsificare certificati sui lavori. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati tre aziende coinvolte nelle attività illecite.
Il Consiglio Direttivo dell'Organizzazione di Volontariato "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106" ha accolto con preoccupazione la notizia degli arresti. L'Organizzazione ribadisce piena fiducia nella Magistratura e nelle autorità inquirenti, ma sottolinea il duplice impegno che la contraddistingue: da un lato, pretendere l'ammodernamento della tristemente nota “strada della morte” in Calabria; dall'altro, garantire che le infrastrutture siano realizzate in modo sicuro ed efficiente.
Da tempo, l’Organizzazione denuncia ritardi e criticità nella realizzazione del Terzo Megalotto. In particolare, ha evidenziato possibili inesattezze negli stati di avanzamento comunicati da Anas Spa e dubbi legati agli espropri di terreni, con un caso emblematico che ha visto l’Avv. Rinaldo Chidichimo ricevere 1.884.048,33 euro per oltre 69.000 mq di terreni espropriati o occupati temporaneamente.
Tra le preoccupazioni principali, l’Organizzazione ha segnalato possibili ritardi significativi nella costruzione delle gallerie artificiali e naturali, oltre a problematiche irrisolte riguardanti una frana a Roseto Capo Spulico. Ha inoltre denunciato lo stato di degrado di diversi manufatti prefabbricati acquistati per l’opera, ora caratterizzati da ferri arrugginiti e condizioni che appaiono precarie.
Un ulteriore punto di allarme riguarda la cessazione improvvisa del rapporto di collaborazione tra la multinazionale del cemento impegnata nei lavori Sirjo SCpA, società controllata del Gruppo Webuild SpA, e la Geoservice Srl, responsabile dell’analisi dei materiali utilizzati. Questo silenzio, che perdura da marzo 2024, solleva interrogativi sulla corretta costruzione dell’infrastruttura e sulla trasparenza delle operazioni.
Il Consiglio Direttivo rinnova l'auspicio che le indagini possano chiarire ogni aspetto e garantire che i lavori del Terzo Megalotto proseguano nel rispetto della legalità e della sicurezza. L'obiettivo è consegnare ai calabresi un’infrastruttura moderna, sicura e libera da contaminazioni mafiose, riducendo al minimo i ritardi accumulati.
L'Organizzazione ribadisce il proprio impegno a vigilare sull’andamento dei lavori e a denunciare ogni anomalia, affermando che solo attraverso un'opera di trasparenza e legalità sarà possibile trasformare la S.S. 106 da simbolo di tragedie a strada del progresso per la Calabria.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736