
di MARILINA INTRIERI
Nel dibattito pubblico calabrese torna periodicamente un argomento di forte presa sull’opinione pubblica: i fondi destinati al Ponte sullo Stretto potrebbero essere utilizzati per sanità, welfare e lavoro. È una tesi rilanciata anche nel corso della recente manifestazione regionale della CGIL a Crotone, in occasione dello sciopero nazionale contro la Manovra economica del Governo.
Il punto è che, al di là delle legittime rivendicazioni politiche e sindacali, questa rappresentazione degli investimenti pubblici non corrisponde al funzionamento reale della finanza pubblica.
I fondi pubblici non sono un contenitore indistinto. Nel sistema italiano ed europeo di contabilità pubblica, le risorse non confluiscono in un unico contenitore da cui attingere liberamente. Ogni stanziamento è disciplinato dalla Costituzione e dalla legge sulla contabilità e finanza pubblica e dalla normativa europea.
Una parte consistente delle risorse destinate alle grandi opere deriva da programmi europei di coesione, cofinanziamenti vincolati e accordi già sottoscritti dallo Stato italiano e queste risorse possono essere utilizzate solo per le finalità approvate.
Anche sul fronte dei trasporti, il rilancio del sistema aeroportuale calabrese con tre aeroporti operativi rappresenta un segnale importante. Emblematico è il caso proprio di Crotone, che per lungo tempo è rimasta priva di un collegamento aereo giornaliero con la capitale, venendo meno a una condizione di continuità territoriale che per anni, a partire dalla presidenza Nisticò, era stata garantita. Una situazione che, in particolare durante la gestione Oliverio, ha finito per isolare un intero territorio e i suoi cittadini, penalizzando mobilità, economia e servizi essenziali.
La crisi della sanità calabrese resta grave, ma non è vero che nulla si stia muovendo. L’azione commissariale avviata dal commissario Roberto Occhiuto, ricordo, in un periodo terribile per la sanità italiana, sta producendo i primi segnali di inversione di tendenza, pur in un contesto ancora fortemente compromesso. Tra i risultati iniziali ricordo l’avvio di procedure di assunzione di personale sanitario, la riorganizzazione della rete ospedaliera, il riordino dei conti e la ripresa di investimenti strutturali.
La protesta sindacale è legittima ma la qualità del dibattito pubblico si misura informazioni precise e corrette ai cittadini.
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