di STEFANO ALCARO*
Non è la prima volta che si propone la discussione sull’opportunità di potenziare l’offerta formativa universitaria nel centro della città di Catanzaro. Il mio punto di vista tiene conto di due elementi: il primo è che sono un catanzarese che vive da sempre in centro, il secondo è faccio parte nel corpo docente dell’UMG dal lontano 1996. Le sorti del centro della Città e dell’Università mi interessano entrambe e sinceramente credo che potrebbero essere molto sinergiche tra loro.
Ricordo, avendo vissuto in prima persona tutto quel periodo, che il tre pilastri sui quali si è costituita formalmente nel 1999l’Università Magna Græcia di Catanzaro erano le ex-facoltà di Giurisprudenza, Farmacia e Medicina, originariamente implementate come parte dell’Università di Reggio Calabria, poi denominata “Mediterranea”. Per molti anni i corsi di Giurisprudenza e Medicina si sono tenuti nei plessi didattici all’interno di quartieri urbanizzati di Catanzaro, anche se non molto centrali. Con l’avvento del Campus, fortemente voluto dal primo Magnifico Rettore Salvatore Venuta e ben sostenuto dai successori fino all’attuale Giovambattista De Sarro, nel quartiereGermaneto, spesso erroneamente riportato in molti atti universitari come una sorta di paese in provincia di Catanzaro, la maggior parte delle attività didattiche e di ricerca delle tre ex facoltà sono state in tempi differenti spostate in tale plesso. Questo è successo anche per quelle di Farmacia che originariamente erano localizzate nel plesso didattico di Roccelletta Borgia, questa si, frazione di un paese della provincia di Catanzaro.
Le uniche attività ad oggi presenti nel centro della Città di Catanzaro sono riferibili ai due tipologie formative. La prima, nel plesso didattico di via Eroi, alla sede del Comune di Catanzaro, è quella che riguarda il corso di la laurea in Sociologia, che afferisce al Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia che nasce dalle ceneri della ex-facoltà di Giurisprudenza, distrutta come tutte le facoltà dell’Ateneo e d’Italia, dalla applicazione della legge 240 del 30 dicembre 2010 promossa dall’avvocatoMariastella Gelmini. La seconda riunisce alcune azioni di alta formazione (master, specializzazione, dottorato e altre iniziative) presso il prestigioso Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, struttura molto bella con ancora grandi margini di ottimizzazione per una migliore fruizione.
È evidente che nel centro storico di Catanzaro solo un limitato numero di studenti, specializzandi, dottorandi e docenti svolge attività formative di tipo universitario, mentre quelle di ricerca sono del tutto irrisorie. Nasce giustamente, quindi, la discussione su come coinvolgere maggiormente il centro della Città in vista di un’ipotetica riorganizzazione in immobili potenzialmente disponibili che, richiedendo ingenti somme e una perfetta progettualità, deve essere frutto di una stretta concertazione tra gli organi di governo municipali e universitari.
Pertanto, non potrò che limitarmi ad un parere soggettivo e non risolutivo, basato ovviamente sulla mia esperienza maturata anche in altre sedi nazionali ed estere, dove la fruizione di analoghi spazi è certamente di tutt’altro livello. Parto da due domande semplici e forse retoriche. Vogliamo che Catanzaro diventi realmente una Città universitaria? Vogliamo nel contempo renderla attrattiva in un contesto internazionale? Se a queste due domande rispondiamo si ad entrambe, immaginerei un grande sforzo, che, sia ben chiaro,non riguarda solo un’area della Città poco coinvolta nella vita universitaria, ma anche gli altri quartieri, con particolare riferimento a quello di Marina, di Germaneto e del Centro storico. Perché si riesca in tal senso bisogna che si arrivi a risolvere o migliorare le annose criticità che limitano la connessione tra i suddetti quartieri e anche le vie di comunicazione sulle quali tutti i soggetti interessati sono oggi estremamente penalizzati rispetto ad altre sedi nazionali ed estere. Banalmente (si fa per dire!), tra le varie misure da adottare, bisognerà rendere semplice, veloce ed economica la mobilità per la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Lamezia Terme, che oggi con i mezzi pubblici risulta piuttostosconveniente.
Nelle iniziative legate all’alta formazione o a convegni internazionali condotte personalmente nel centro storico, certamente con sforzi molto maggiori rispetto a quelli che avrei incontrato rinchiudendo i miei ospiti in una qualsiasi struttura turistica della costa jonica o tirrenica, ho sperimentato che Catanzaro è molto più apprezzata di quanto immaginiamo, forse più dagli “stranieri” che dai “locali”. In particolare piacciono i vicoli, i prodotti tipici, il panorama e probabilmente il costo della vita molto competitivo rispetto ad altre sedi. Quindi, sono convinto che sia opportuno, oltre che profondamente giusto per dar seguito a chi a fortemente voluto diversi decenni fa che si costituisse l’Università di Catanzaro, promuovere un piano di interazione stretto tra Comune, Ateneo ed altri soggetti pubblici o privati allo scopo di far diventare realmente la Città una sede universitaria di livello internazionale.
L’alternativa di concentrare tutta la formazione in un Campus,poco integrato nel contesto della Città non basta. Lo stesso vale per quello che per vari anni ha rappresentato il bellissimo plesso didattico di Roccelletta di Borgia, un immobile privato, che sarebbe potuto diventare un riferimento per tutto l’Ateneo, non solo per Farmacia, per eventi formativi che richiedono una giusta e speciale considerazione (es. summer school o esami finali di lauree, specializzazioni, dottorati o master). È forse mancato un progetto globale, che in quel caso avrebbe potuto anche coinvolgere il sito Archeologico di Scolacium e le strutture ricettive di Squillace e Stalettì, oltre che i vari quartieri di Catanzaro. Oggi tale ruolo potrebbe essere svolto proprio dal Complesso Monumentale San Giovanni, che invece non è un immobile privato, in parte concesso all’Università.
In altri termini, a mio avviso, non basta pensare a spostare presso l’attuale Scuola Galluppi di Catanzaro su Corso Mazzini un corso di laurea (per favore non parliamo più di facoltà, perché ahimè non esistono più!) senza pensare alla mobilità dei fruitori, alla loro residenzialità, oggi potenziabile grazie alla disponibilità dell’immobile dell’ex Istituto Maresca, e da misure di promozione di flussi come quello del programma Erasmus. L’elevato livello qualitativo della ricerca che si effettua nel nostro Ateneo potrebbe,infatti, attrarre maggiormente docenti, ricercatori e studenti, che però per essere incentivati devono trovare semplicità nel fruire proprio di quelle cose essenziali come la mobilità e la residenzialità attualmente poco curate.
In conclusione, auspico che nasca una concertazione operativa per un progetto globale per Catanzaro città universitaria a vocazione internazionale, tenendo conto anche di altri immobili del centro storico, es. l’ex-Distretto militare in via Pascali, che forse potrebbero meglio ospitare corsi numerosi come quelli dell’area giuridica, beneficiando di vicine professionalità ed uffici ad essa legati.
Se la mia esperienza può essere di aiuto in tal senso sarò ben contento di contribuire a tale progetto.
*Ordinario di Chimica Farmaceutica del Dipartimento di Scienze della Salute
Coordinatore del Dottorato in Scienze della Vita
Delegato alle misure di internazionalizzazione
UMG di Catanzaro
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