Jihadista arrestato a Cosenza, il suo obiettivo era "massacrare gli infedeli"

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  18 aprile 2025 13:46

Il suo obiettivo era punire gli infedeli. Nel decreto di fermo, gli inquirenti delineano il profilo psicologico di Halmi Ben Hahmoud Mselmi, il tunisino arrestato a Cosenza per terrorismo. Il 28enne, intercettato dagli investigatori, ha più ribadito la sua intenzione di ammazzare gli infedeli, sottolineando che prima o poi avrebbe portato a compimento i suoi propositi, particolarmente cruenti. “Voi siete gli infedeli e se Dio vuole ce la possiamo fare e vedrete cosa possiamo fare... non vi perdoneremo, verrete massacrati, strangolati e impiccati, non vedrete la pace”. Sono alcune delle frasi captate in un monologo che il tunisino faceva da solo il 25 gennaio del 2024. Il giovane è considerato uno jihadista appartenente all’Isis con il ruolo di organizzatore. Le attività svolte sono state documentate attraverso l’acquisizione di file inneggianti la Jihad, di filmati su attentati e scene di guerra rivendicati dall'Isis. Sono stati inoltre acquisiti documenti illustrativi della preparazione di armi ed esplosivi, delle modalità con cui raggiungere luoghi di combattimento e come trasmettere in rete messaggi criptati. Da alcune conversazioni è anche emerso l’odio del tunisino nei confronti del mondo occidentale . E in un’occasione era adirato contro i “bastardi della questura", facendo riferimento allo stato dalla pratica di permesso di soggiorno che all'epoca non si era perfezionata, palesando un particolare odio verso "tutto il mondo" e aggredì verbalmente una donna che aveva, a suo dire, messo in dubbio la sua fedeltà al mondo islamico.

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Stava aspettando il “momento opportuno”. Il 28enne tunisino, arrestato a Cosenza per terrorismo, era solito lamentarsi della sua condizione di vita, al punto da affermare di sentirsi come se la terra lo stesse inghiottendo e di essere arrivato al massimo grado di sopportazione tanto da "non farcela più". Il particolare emerge dal decreto di fermo emesso dalla Procura antimafia di Catanzaro. In una conversazione con un suo amico, il 28enne “al di fuori da ogni ragionamento logico” – scrivono gli inquirenti, affermava che "chi vuole acquisire la fede deve divorziare dal mondo, mangiare quello che gli dà Dio, deve avere fede, fare le cinque preghiere nell'orario giusto, leggere il corano e la scienza finché non si affida a Dio”. Nel corso della loro conversazione l’auspicio era che i due venissero utilizzati da Dio. Anche la pazienza è un tema ridondante nell'attività d'indagine ed è considerate dagli indagati, nella loro ferma convinzione takfirista, come il mezzo per sopportare “la miscredenza del mondo terreno e poter raggiungere il paradiso dopo aver agito, nell'attesa che giunga il momento propizio”

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