John Nisticó: “Catanzaro nel saturo ottimismo di chi vede ma non vuol sentire"

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images John Nisticó: “Catanzaro nel saturo ottimismo di chi vede ma non vuol sentire"


  10 novembre 2025 02:08

di JOHN NISTICO 

L'incredibile "ode" domenicale del reverendo "comunale" ci ritorna sempre ripetitiva, stucchevole e così "mediatica" senza quei punti di crisi per niente affrontati e magari risolti.
Risulta facile affidarsi al web, magari alla ricerca di consensi per sopperire virtualmente a ciò che non rileviamo, ma perché così perdurante e fastidiosa resta l’opera della (no)strana mercanzia sulle priorità del territorio?
Benvenuti a Catanzaro, città dei "lavori in corso" e delle transenne tra i nastri e le ordinanze di sgombero auto, senza vedere organizzato un piano “intelligente” che ci indichi le “necessarie” isole di sosta al di sopra di ogni confutabile "divieto". 
Il punto cardine che accomuna la maggior parte dei catanzaresi è ancora irrealizzato, trattandosi di condivisione giornaliera di poter trascorrere in modo "regolare" la permanenza in uscita ed in entrata dal centro, escludendo la storica problematica dei "parcheggi" persino prossima anche nei quartieri.
In vista di nuove aperture alquanto “inaugurali” e di residenza universitaria, con post dedicato, apprendiamo di uffici ricollocati e quant’altro a corredo nel noto spot della domenica, ma questa cosa è incomprensibile e permane la costante consapevolezza che tutto sia sempre gestito in minima parte, direi a "metà' ", troppa teoria in scarso senso "pratico"!
La chiusura di Viale Dei Normanni mette a nudo l'affollamento "urbano" in concomitanza delle festività natalizie e frastornate novizie, non si eccepisce che sfiducia e scetticismo popolare, dettato da quel reale ma ancora assente confronto, sinonimo di sviluppo e democrazia. 
Si mira al sol "pensiero” che ondeggia contro la moltitudine di urgenti attenzioni, nella costante crisi dei cimiteri più volte espressa e così denunciata, come la sanità oggetto di vane controversie (a)politiche e sempre in salita.
Sarà meglio ribadire i nostri troppi perché per la resilienza ormai in affanno, subissata ancora dal perdurare della saturante metodica scolastica al di sopra dei più fragili, di coloro che non avendo voce soffrono le attese di un ampio respiro “civile” ma a partire dal presente.
Assistiamo inermi al ripetersi di opzioni “milionarie” che andrebbero fatte secondo scrupolose scelte e senza dover notare ripetuti investimenti di settore, quando il fabbisogno "residenziale" non molla gli ormeggi nonostante l’acqua alta dei temporali in allerta, tra ingenti danni e per mancata prevenzione.
Non staranno mica creando il logo di un tipico souvenir per il “selvaggio” traffico vagante, troppi dubbi sparsi nel tranquillo disordine e ancora alla ricerca di qualche auto "tascabile".


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