La congrega della Frittola Calabrese celebra e custodisce il rito della frittolata

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Frittole
  19 novembre 2019 16:20

Salvare la ricetta e il rito della frittolata: questa è la missione della Confraternita della Frittola calabrese “la Quadara”.

La quadara è tradizionalmente la lavorazione ultima del rito del maiale; la giornata conclusiva, di festa, quella della grande tavolata e dal menù con moltissime portate, dalle polpette di cavolo ripiene di carne di salsiccia, ai fegatini nella rete con il bastoncino di origano e l’alloro, al soffritto, e poi il pranzo si concludeva con il pescare nella grande caldaia (quadara) le ossa e le frittole che lentamente si erano cotte durante lo scioglimento dei lardi. Un vero e proprio rito, che in tempi non lontani era propiziatorio dell’abbondanza, misurata dal numero dei capi che una famiglia poteva permettersi di macellare.

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La congrega della Frittola Calabrese nasce dall’idea di un gruppo di amici di San Fili -CS- che rinnovano anche più volte l’anno il rito: Emilio Iantorno è il “Priore” promotore dell’iniziativa associativa e quello che all’inizio era un evento locale limitato a pochi comuni dell’entroterra cosentino, ha contagiato molti altri territori e oggi è perfino alla ribalta delle cronache nazionali. Infatti non è sfuggito al quotidiano nazionale la Repubblica, il fenomeno delle associazioni enogastronomiche e delle congreghe che si raccolgono sotto l’ombrello della FICE -Federazione Italiana Circoli Enogastronomici, al quale aderiscono pure altre associazioni calabresi come L’Accademia delle tradizioni enogastronomiche di Calabria e la confraternita del baccalà di Cosenza.

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Ad oggi la preparazione della quadara è scritta nero su bianco in varie pubblicazioni a diffusione nazionale. I nomi di paesi come, Bucita, San Fili, Cosenza si trovano in importanti eventi insieme a Gorgonzola, Valpolicella, Salento, Venezia, Modena ecc. Nell’ambiente delle Confraternite enogastronomiche e non solo, la frittola calabrese suscita curiosità ed interesse. Afferma il Priore:” Il nostro lavoro, anche a favore della valorizzazione dei nostri territori, va avanti con allegria e bella gente…siamo contenti”.

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 La FICE, con la sua presenza su tutto il territorio nazionale può essere veicolo di promozione e diffusione della cultura enogastronomica dei diversi territori. Basti pensare che ogni Confraternita deve organizzate un evento annuale, e ogni evento è compartecipato dalle altre Confraternite, e sono oltre cento. I nostri territori sono riconosciuti per la ricchezza e diversificata offerta turistica fatta di archeologia, storia, ambiente ed enogastronomia, enogastronomia ricca di prodotti, piatti e vini che vengono da lontano e che hanno nei secoli subito positive contaminazioni dovute alle diverse dominazioni di cui ancora vi è traccia: i territori della Magna Grecia, quelli Arbëreshë ne sono attuale e viva testimonianza.

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