di ANNA TRAPASSO
Un confronto a più voci, un'analisi critica da diversi punti di vista: quello della politica, quello degli ordini professionali e quello accademico.
La direttiva UE "Casa Green" genera dibattito ed opinioni sfavorevoli, in particolare per quanto concerne il suo impatto nella situazione italiana, a cui aggiunge altre criticità. Il settore immobiliare soffre da tempo e non ha certo bisogno di altri penalizzanti vincoli che rappresentano un "pericolo con effetti devastanti per gli immobili residenziali"
Ad affermarlo, anzitutto, il presidente di Confedilizia Catanzaro e Calabria, avv. Sandro Scoppa, cui vanno i meriti di aver organizzato il seminario-dibattito.
L'evento si è tenuto presso la sala "Livatino" di Fondazione Astrea ed è stato moderato dal giornalista Giuseppe Mercurio.
Secondo Scoppa: "La direttiva europea, come approvata dal Parlamento UE, qualora non fossero apportate modifiche, soprattutto nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, avrebbe effetti dirompenti per il patrimonio immobiliare italiano e, in particolare, per quello della città e della provincia di Catanzaro, i cui proprietari sarebbero costretti a ristrutturare in pochissimo tempo la maggior parte degli edifici residenziali del territorio (sovente con caratteristiche peculiari, risalente nel tempo e di proprietà diffusa, spesso di tipo condominiale)".
"Il tutto - ha aggiunto - non senza considerare che in moltissimi casi gli interventi richiesti non saranno neppure materialmente realizzabili, per via delle particolari caratteristiche degli immobili interessati. Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità a trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti ecc. Nell’immediato, poi, l’effetto sarà quello di una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani e, di conseguenza, un impoverimento generale delle nostre famiglie.
Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, è necessario porsi obiettivi realistici. Occorrerebbe, soprattutto, agire attraverso misure incentivanti e non imponendo a Paesi diversissimi fra loro obblighi pensati dietro le scrivanie dei palazzi di Bruxelles. Si è scelta, invece, la strada della coercizione, senza neppure prevedere, in capo agli Stati membri, un’adeguata flessibilità per adattare le nuove norme ai contesti nazionali".
Concordi i pareri di chi è intervenuto, già dai saluti. Tra questi: Antonio Abate (vicepresidente Confedilizia Catanzaro), Daniela Rabia (Presidente Coram Catanzaro), l'avv. Vincenzo Agosto, (Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Catanzaro), Gerlando Cuffaro, (Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Catanzaro).
Quest'ultimo ha commentato quanto sia importante, specialmente in contesti urbani come quello calabrese e catanzarese, badare al patrimonio anzitutto da un punto di vista sismico, poichè altamente rischioso, poi ecologico e soltanto infine estetico.
L'analisi del contesto normativo da un punto di vista accademico è stata affidata al docente UMG Domenico Bilotti, che ha dichiaratamente contestato come l'UE si sia "presa qualcosa che non è di sua competenza secondo i Trattati".
Per l'opinione della politica è intervenuto il consigliere regionale Ernesto Alecci, che ha evidenziato come sia proprio compito della politica educare i cittadini a rispettare l'ambiente e consumare meno, facendo riferimento anche alla sua esperienza da sindaco (di Soverato, ndr) durata circa 8 anni.
È intervenuto, ancora, Salvatore Passafaro, Presidente dell'Unione Giovani Commercialisti di Catanzaro, e con lui anche l'ingegnere Leonardo Antonio Riccio (Coordinamento tecnico Confedilizia) ed Orlando Farenza (Componente Collegio dei Geometri di Catanzaro).
Pur trattando profili e aspetti differenti, i diversi relatori hanno tuttavia rilevato che detto provvedimento, qualora non venga modificato, soprattutto nella parte relativa alle tempistiche e alle classi energetiche, oltre a essere di difficile applicabilità, presenta tra le altre cose un forte rischio di riduzione del valore di mercato degli immobili, con conseguente diminuzione della ricchezza delle famiglie, e il rischio di trascurare la più immediata esigenza di ristrutturazione per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare del Paese rispetto al rischio di calamità naturali (tra cui in particolare il rischio sismico).
Inoltre, hanno ancora evidenziato i relatori, secondo uno studio della società McKinsey, per azzerare le emissioni di Co2 entro il 2050, i Paesi europei dovranno spendere in misure green 1.700 miliardi di euro all'anno, pari a una media del 6,5% del Pil nel periodo considerato. A sua volta - hanno altresì richiamato - come l’associazione dei costruttori, Ance, abbia dichiarato che per ristrutturare gli edifici come prescritto dalla misura europea, verrebbe richiesto al nostro Paese uno sforzo da 59 miliardi di euro all'anno, pari a quasi tre punti di Pil.
Per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici – hanno sottolineato in conclusione i relatori - è necessario porsi obiettivi realistici. Ed essi si possono raggiungere anche attraverso “spinte gentili”, evitando imposizioni, ma varando incentivi o altri strumenti simili, assicurando in ogni caso in capo agli Stati membri, un’adeguata flessibilità per adattare le nuove norme ai contesti nazionali.
Prossimo appuntamento del ciclo di incontri organizzati da Confedilizia fissato al 5 aprile, tema la Riforma fiscale.
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