La storia della seta catanzarese "sminuita" in un convegno a Cosenza: l'ira del MUSECC

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  27 novembre 2023 11:13

Il 22 novembre il MUSECC-Museo della Seta e del Costume di Catanzaro ha compiuto un anno di vita per quanto riguarda la registrazione anagrafica. Gli associati che lo costituiscono, ognuno per la propria specificità, vantano decenni di studio e divulgazione dell’arte della Seta.

"Il MUSECC è nato proprio per la tutela della storicità della nobile Arte Serica nella Città - scrivono - e, oggi, saremmo voluti andare in stampa con un comunicato ufficiale per presentare l’articolato progetto che vede ruotare attorno al nucleo museale il corollario dei laboratori che lo caratterizzano in comunione con istituzioni regionali e nazionali; avremmo voluto presentare il Comitato Scientifico, nomi che possono solamente inorgoglire la nostra Comunità Cittadina. Ma ancor prima di tutto ciò siamo costretti a pubblicare questa nota per difendere la storia e la magnificenza della Seta catanzarese, per la cui valorizzazione siamo nati.

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Cos’è, allora, che ci spinge a scrivere questa nostra nota? Presto detto, perché in quel di Cosenza, un giorno prima del compleanno del nostro Progetto di Museo, si è tenuto un dibattito in cui è stata sottolineata la grandezza della seta nella città bruzia, con toni e parole che miravano, con autocompiacimento, a surclassare quella Catanzarese. Quest’ultima citata solamente in due piccoli passaggi in cui è stato quasi bisbigliato che la seta catanzarese era più preziosa, salvo poi elencare dati - non si sa come siano stati estrapolati, aggregati e assemblati – che parlano di tonnellate di seta in Cosenza e provincia, di un fantomatico timbro che attestava la provenienza del manufatto della città. Non sappiamo se esistesse davvero questo ipotetico timbro e se ne è sopravvissuto qualche esemplare ma, considerata l’organizzazione carica di rappresentanti istituzionali, Sindaco, Presidente della Camera di Commercio, Professori, ci saremmo aspettati che si illuminasse lo schermo alle loro spalle e che presentassero il timbro!

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Abbiamo ascoltato di viaggi tra Cosenza e Napoli in linea diretta come se l’autostrada nel ‘700 o ‘600 fosse già in uso, senza calcolare che in quegli anni i viaggi e le spedizioni di merci avvenivano per nave da Monteleone, attuale Vibo Valentia, e anche da Catanzaro, e che la loro durata era di quattro o cinque giorni per raggiungere Napoli, contro le settimane occorrenti a buoi, muli o cavalli per trainare il loro carico fino alla Capitale del Regno, attraversando la Sila e il Pollino.

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Non vogliamo addentarci in un ginepraio che anticipi il derby calcistico ma se, come è stato detto dagli organizzatori del Convegno cosentino, l’intento era di iniziare un percorso di studi condivisi a livello regionale, sono senz’altro partiti con il piede sbagliato. Semmai avessero davvero avuto a cuore di fare un lavoro collettivo, non c’è dubbio che avrebbero dovuto avere più rigore scientifico e maggiore rispetto per la storia, senza campanilismi; perché se la Storia della Seta in Calabria vuol dire la Storia della Seta di Catanzaro, non c’è tanto da girarci attorno e bisogna farsene una ragione.

Sarebbe bastato citare i famosi “Capitoli Ordinazioni e Statuti dell’arte della Seta di Catanzaro”, il documento più appropriato per certificare la qualità e la quantità dei manufatti serici catanzaresi in quanto gli Statuti rappresentano un momento apicale per la Città di Catanzaro e la sua Arte più preziosa, e la loro concessione da parte di Carlo V nel 1519, secondi nel Regno di Napoli del 1477 e primi rispetto a quelli di Firenze posteriori di mezzo secolo, e sono il riconoscimento di un’attività già esistente da anni, come sostenuto dall’erudito Luigi Grimaldi, citato più volte nella conferenza, che ne fa risalire la pratica a decenni.

Era doveroso per noi del MUSECC, che già al primo articolo del nostro Statuto dichiariamo la difesa della Nobile Arte della Seta di Catanzaro, sottolineare la mancanza di garbo e la spregiudicatezza con cui è stato affrontato questo tema, temendo che questi comportamenti possano in qualche modo ledere la storia e l’immagine della nostra città e quasi vanificare il nostro intento di tutelare la Nobile Arte della seta di Catanzaro, che abbiamo intenzione di perseguire attraverso l’istituzione di un museo della seta nella nostra città, per il quale abbiamo presentato al Comune di Catanzaro, circa un anno fa, un dettagliato progetto.

Auspichiamo quindi che quanto accaduto possa essere di stimolo affinché avvenga quello scatto di orgoglio anche e soprattutto da parte delle istituzioni cittadine. È ormai improcrastinabile che venga ufficialmente chiarito quanto la storia testimonia e venga dato a Cesare quel che è di Cesare. Perché la storia è storia, non è romanzo".

All'appello del MUSECC si unisce l’appoggio delle Associazioni: Catanzaro nel Cuore, Catanzaro Bene Comune, Cara Catanzaro, A’ Filanda, Italia Nostra, Associazione Storica Mirabilia, Osservatorio per il Decoro Urbano, Petrusinu ogni minestra, Ass. Cul. Antonino Greco, D.D.M. Diabete Due Mari, OMNIC Organismo Nazionale Mutilati Invalidi Civili. 

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