“Intelligenza artificiale e diritti dell’uomo”. Questo il tema dell'importante convegno di formazione che si è svolto a Lamezia Terme, presso la sede dell'Unioncamere Calabria.
Tra i relatori, l'ex presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante, intervenuto in qualità di massimo rappresentante della Fondazione “Leonardo- Civiltà delle Macchine”. Violante nel suo intervento ha ammonito tutti a stare attenti ai dati che forniamo in un momento storico dove cresce la tecnologia digitale. Un dibattito oltremodo significativo, quello svoltosi a Lamezia, nell'ambito della Scuola di formazione per il bene comune.
"La tecnologia digitale - ha sottolineato Violante - è uno strumento. E, come tutti gli strumenti, può essere utilizzata bene o male. Ecco perché, la tecnologia digitale va usata in modo funzionale ai valori umani, alle libertà civili, alla democrazia e ai diritti umani fondamentali. Vanno insegnati i comportamenti idonei per non essere schiavi del digitale".
L'ex presidente della Camera ha poi parlato anche del ruolo dell'Unione europea nel contesto del digitale. "Abbiamo - ha detto - tre grandi Stati: Cina, Stati Uniti e Russia, che sono capaci di dettare le regole. L’Unione europea è essenziale per avere regole, principi e abitudini che bilancino l’eccesso di statalismo della Russia e della Cina e l'eccesso di mercato degli Stati Uniti”.
Al seminario, ha partecipato anche l’ingegnere Giovanni Laboccetta, esperto di Business intelligence e data warehousing, già docente a contratto dell’Università della Calabria, che ha affrontato il tema “Intelligenza artificiale: opportunità e insidie". E per il quale “le tecnologie dell’Intelligenza artificiale hanno fatto dei progressi incredibili, per cui si pone anche il problema del controllo di queste tecnologie, ecco perché l'intervento di oggi è nel tema dell'etica dell'utilizzo dell'Intelligenza artificiale”.
Tematiche di grande valenza se non sufficientemente affrontati e che possono sfociare, ha ammonito Laboccetta in derive preoccupanti con implicazioni anche sulla nostra privacy.
"Ci sono degli algoritmi e dei programmi - ha evidenziato altresì - che sono utilizzabili dai ragazzini, che possono in qualche modo generare delle fake news veramente drammatiche. Tecnologie che possono essere anche utilizzate per mettere in cattiva luce anche un personaggio politico, del cinema, ma anche un cittadino comune".
Non da meno, la questione sui nostri dati. "Noi non ci rendiamo conto, ma tutto quello che facciamo viene registrato, tutti i nostri movimenti sono memorizzati da qualche parte. Non ci rendiamo conto che quando installiamo tante App, diamo i consensi senza neanche leggere i contratti; per cui diamo i nostri dati in mano a delle persone, a delle società che in questo momento pilotano il marketing, la pubblicità, ma possono anche farne un uso molto diverso”.
Insomma, un severo ammonimento all'uso della tecnologia, dei social e di tutto ciò che oggi può sembrare innovazione che, fermo restando la grande utilità degli strumenti, nasconde sempre delle insidie. (a.c.)
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