di GIULIA CRICELLI
C’è un corpo al centro della scena. Un corpo femminile. Immobile, poi in movimento, di nuovo immobile, di nuovo in movimento. Un corpo che guarda e si lascia guardare, ma non chiede complicità. Pretende attenzione. (GUARDA IL VIDEO)
Landscape è stato il penultimo appuntamento di “Sciò! il teatro, fuori” rassegna teatrale curata e ideata da Settimio Pisano, realizzata dalla Fondazione Politeama in coproduzione con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, ed è stato ospitato all’interno dell’Auditorium Casalinuovo.
Con Landscape, la coreografa e ballerina cipriota Elena Antoniou conduce lo spettatore in un potente viaggio senza parole costruito su una drammaturgia curata da Odysseas I. Kostantinou e un disegno sonoro ipnotico firmato Stavros Gasparatos, che sostiene l’intensità crescente della performance, rendendo la sala un luogo sospeso.
Tra il velo del fumo bianco che riempie l’auditorium, Elena invita e provoca lo sguardo degli spettatori che possono muoversi liberamente intorno al palco, situato nel mezzo della sala sopra alcune delle poltrone. Possono scegliere anche di salirci sopra.
La performer mette in scena il suo corpo, rendendolo il paesaggio a cui si riferisce il titolo. Impone lo spettatore ad una visuale cruda e potente, che cambia in base alla distanza che si decide di prendere dal palco.
Interroga il corpo femminile attraverso lo sguardo dello spettatore, sollevando domande. Lui osserva, ma non è al sicuro. È chiamato in causa, osserva ma è anche osservato. L’esperienza è lenta e ripetitiva, un loop di movimenti carichi di tensione e posizioni in equilibrio.
La sequenza finale la vede battere il tacco, fermo e deciso, sul pavimento, come per determinare la presa di possesso del suo spazio, perché quel corpo non è stato oggetto, ma soggetto attivo di un racconto muto e universale.
“Landscape” non è solo una performance sul corpo. È una riflessione visiva e politica sul guardare e sull’essere guardati. È uno specchio che non restituisce immagini, ma domande.
“Spingi in fuori il sedere, fai le tue mosse più erotiche, respiri, ti stanchi. Vieni visto e osservato. E vuoi essere visto. E vuoi essere osservato. Ti metti in mostra. E hai chiesto di essere messo in mostra. Così dai quello che hai, il tuo corpo, in primo luogo come qualcosa di sessuale. Hai concepito questa performance, la porti fino in fondo. Pensi di essere tu a metterla in atto, ma non è così”
“Sció! Il teatro, fuori” prosegue fino al 29 maggio con la performance “Not to scale”, accessibile da domani, 27 maggio.
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