Laurendi (Uilm Calabria): "Serve una politica industriale seria"

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  04 novembre 2025 10:24

   “Negli scorsi mesi, come Uilm Calabria, avevamo lanciato un chiaro allarme a tutti i candidati alla presidenza della Regione: senza una vera politica industriale, la Calabria rischia di restare senza lavoro e senza prospettive. I dati diffusi in queste ore, con 127 aziende in crisi e quasi 2 milioni di ore di cassa integrazione nei primi sei mesi del 2025, confermano purtroppo che quell’allarme era fondato”. A parlare è il segretario generale della Uilm Calabria, Antonio Laurendi che, dopo il varo della nuova giunta regionale calabrese, torna a chiedere maggiore attenzione al settore. L

a Uilm Calabria chiede dunque al futuro governo regionale "di mettere il lavoro al centro dell’agenda politica, aprendo un tavolo permanente con le parti sociali, le istituzioni e il mondo produttivo. È necessario - spiega Laurendi - costruire un patto per l’industria e l’occupazione, che parta da settori strategici come la metalmeccanica, l’automotive, l’energia e la green economy, e che punti su formazione, innovazione e infrastrutture". Per Laurendi “siamo di fronte a una crisi strutturale del sistema produttivo calabrese, che non può essere affrontata con interventi spot o misure tampone. Occorre una strategia industriale complessiva, che parta dalla valorizzazione dei poli manifatturieri esistenti, dall’attrazione di nuovi investimenti e dal sostegno alle imprese che innovano e creano occupazione stabile e di qualità. La cassa integrazione - prosegue il segretario generale della Uilm Calabria - non può diventare una condizione permanente, ma uno strumento temporaneo in attesa di rilancio. Senza un piano industriale regionale, il rischio è che la Calabria si trasformi in un territorio di espulsione di competenze e di giovani, impoverendo ulteriormente il tessuto economico e sociale. Non bastano annunci o promesse. Serve una visione chiara, moderna e concreta - conclude Laurendi - per lo sviluppo industriale della Calabria. Senza industria non c’è lavoro, e senza lavoro non c’è futuro per questa terra”.


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