Lavoratori socialmente utili chiedono la stabilità e l'aumento delle ore: "Salari inferiori al reddito di cittadinanza, non pagati da mesi"

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  26 novembre 2021 12:49

Questa mattina in Cittadella regionale a Catanzaro il sit in organizzato dall'Unione sindacale di base (Usb) per denunciare la situazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità impiegati nei comuni della Calabria.

Diversi i sindaci calabresi presenti che denunciano la presenza di tantissimi precari che sarebbero passati da 26 ore s 18 ore negli ultimi mesi. Il delegato USB Calabria, Aurelio Monte, ha spiegato che il presidio Usb con i lavoratori ex Lsu-Lpu alla Cittadella regionale è un tentativo di stracciare la "coltre di silenzio che avvolge il futuro di queste persone, impiegati da anni nei comuni calabresi e che chiedono solo di poter lavorare dignitosamente». 

"Ad oggi nella bozza della legge di stabilità non c’è nulla di concreto. Non è possibile pensare che si possa lavorare con contratti da fame, e moltissimi lavoratori sono stati stabilizzati con contratti a 18 ore, se non addirittura a 14 o a 15 ore, con stipendi che non superano le 500 euro al mese" ha aggiunto Aurelio Monte della Federazione Usb-Pi Calabria che ci ha tenuto a sottolineare, come anche tanti dei lavoratori presenti am sit in,  che "si guadagna di più con il reddito di cittadinanza ".
"Bisogna rispettare gli impegni assunti dalla politica,  già dovevano essere inseriti nel decreto ristori. Adesso c'è stato garantito che saremmo stati insetti nel decreto stabilità,  intanto al momento non è prevista per questi lavoratori non è prevista stabilizzazione.  Si tratta di 4000 lavoratori socialmente utili impiegati in quasi tutti i comuni calabresi. Abbiamo la disponibilità di Occhiuto che dovrebbe riceverli, lui si è impegnato a fare una lettera a tutti i parlamentari calabresi per risolvere la questione" ha concluso il delegato USB Calabria. 

Dal sit in la voce dei lavoratori che denunciano salari sotto la soglia di povertà,  salari che non ricevono da molti mesi. Questa situazione rende difficile una vita già distrutta dalla precarietà e dall'aumento del costo della vita.
Intanto volano accuse  a CGIL, Uil e CISL che secondo sindaci e lavoratori sarebbero assenti e non starebbero al fianco dei precari in questa loro battaglia.

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