Spopolamento, welfare in crisi, comunità energetiche e una legge ferma a 46 anni fa: da Legacoop Calabria le sfide che la politica dovrà affrontare dopo le elezioni di ottobre
25 settembre 2025 16:16"In una Calabria che si avvicina alle elezioni regionali di ottobre, il tema dello sviluppo dei territori interni e costieri deve occupare il centro dell’agenda politica. Non è soltanto una questione di fondi o di programmazione europea: è una sfida di visione, di capacità di costruire comunità e di dare risposte concrete a bisogni che da troppo tempo restano inevasi. In questo contesto, la cooperazione si propone non come attore marginale, ma come forma d’impresa strategica per il futuro della regione, capace di coniugare crescita economica e inclusione sociale", si legge in una nota di Legaccop Calabria.
"Le aree interne calabresi, individuate dalla Strategia Nazionale (SNAI) — Grecanica, Versante Ionico Serre, Sila e pre-Sila, Reventino-Savuto — vivono una condizione di fragilità estrema. Secondo l’ultimo rapporto Svimez, - prosegue - la Calabria ha perso circa 180 mila abitanti dal 2001 al 2023, con una dinamica demografica negativa che non accenna a fermarsi. In molti piccoli comuni il calo supera il 20 per cento, mentre in oltre 200 centri si profila un rischio concreto di estinzione sociale ed economica. L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra anziani e giovani, ha superato quota 190 (ogni 100 giovani sotto i 15 anni ci sono quasi 200 over 65), uno dei valori più alti del Mezzogiorno. A questi dati drammatici la cooperazione risponde con modelli che hanno già dato risultati: cooperative sociali che garantiscono servizi laddove il pubblico arretra, cooperative agricole che valorizzano produzioni di qualità e prossimità, cooperative di comunità che trasformano borghi in laboratori di innovazione sociale".
"Non si tratta di una promessa astratta. In Calabria il settore cooperativo ha già dimostrato la sua forza: gli addetti nelle cooperative sociali sono passati dal 42 per cento del totale nel 2012 a quasi il 50 per cento nel 2022, un dato che testimonia la centralità di questo modello nell’economia e nel tessuto sociale regionale. Ma le potenzialità restano enormi e ancora inespresse. Perché possano tradursi in occupazione giovanile e femminile, in welfare diffuso, in nuova impresa radicata nei territori, serve una scelta politica chiara. Il problema economico si somma a quello demografico. Anche sul piano della ricchezza prodotta, la Calabria rimane fanalino di coda. Il PIL pro capite nel 2023, sempre secondo Svimez, si è attestato intorno ai 19.300 euro, contro una media nazionale di circa 30.000 e una media europea che supera i 36.000. Ciò significa che un calabrese produce quasi il 40% in meno rispetto alla media italiana e quasi la metà rispetto alla media dell’Unione Europea. È il segno di un sistema economico che non riesce a generare valore sufficiente e che proprio per questo ha bisogno di forme innovative e inclusive d’impresa come le cooperative, capaci di trattenere ricchezza nei territori e di redistribuirla in maniera equa", continua Legacoop.
"Le questioni aperte non mancano. La legge regionale sulla cooperazione, ferma da 46 anni, è ormai del tutto anacronistica. La legge sulle cooperative di comunità è rimasta senza piano attuativo. Le Comunità Energetiche Rinnovabili, che potrebbero diventare il volano di una transizione sostenibile e condivisa, sono prive di linee guida operative che ne facilitino la nascita e la gestione. I beni confiscati alla criminalità, patrimonio straordinario da riconvertire in presidi di legalità e lavoro, restano per lo più inutilizzati per assenza di strategie e bandi strutturali. E il welfare, in profonda crisi, continua a marginalizzare proprio quelle cooperative sociali che garantiscono servizi fondamentali ai cittadini. Le comunità energetiche, se gestite da cooperative di comunità, sono uno strumento straordinario di efficienza ed equità, perché mettono insieme cittadini, imprese e istituzioni in un modello partecipativo capace di redistribuire i benefici economici ed ambientali. Alle forze politiche che si candidano a governare la Calabria Legacoop regionale chiede un impegno preciso: riconoscere e sostenere la cooperazione come leva strutturale di sviluppo regionale. Questo significa aggiornare e adeguare al contesto attuale le leggi, varare piani attuativi, aprire bandi mirati, garantire co-programmazione e co-progettazione tra istituzioni e mondo cooperativo, rendere effettivo l’accesso ai fondi europei e del PNRR", si legge ancora sulla nota.
"La cooperazione non è una nicchia, ma una forma d’impresa che in Calabria può rivelarsi particolarmente utile anche e soprattutto sul piano sociale. Può contrastare lo spopolamento offrendo opportunità di lavoro, può rigenerare comunità costruendo welfare e servizi, può rilanciare i borghi e le aree costiere con modelli sostenibili, può ridare dignità ai beni confiscati trasformandoli in risorse collettive. È questa la direzione da intraprendere se davvero si vuole un futuro diverso per la regione. Le prossime elezioni sono dunque una prova di serietà. Tocca alla politica dimostrare se intende continuare a inseguire promesse di breve periodo o se è pronta a investire in un modello che tiene insieme economia e comunità, innovazione e coesione. La cooperazione è già pronta, con le sue esperienze e con la sua rete. Adesso serve il coraggio delle scelte", conclude la Legaccop.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736