di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, più e più volte abbiamo detto, ribadito ed evidenziato come e quanto la “riconoscenza sociale” debba essere doverosa da parte delle Istituzioni così come della cosiddetta “Società civile” verso quei cittadini che (in modo individuale o associativo) si fanno onore e rendono onore alla propria gente, al territorio e all’intera Nazione o Umanità tutta con il proprio comportamento, le idee innovatrici e il lavoro. Conseguentemente, abbiamo dato spazio (in queste nostre Lettere così come in altri contesti) ai Premi ed ai Riconoscimenti che vengono assegnati alle Persone o alle Associazioni più meritevoli, in particolare ai “Calabresi eccellenti” oppure ai “Giganti della Cultura” o più semplicemente alle Persone gentili. Ciò è anche imposto, tra tanto altro, dalla necessità e dal dovere di dare alle giovani generazioni sani modelli di riferimento e di comportamento affinché il bene possa fronteggiare il male nel modo più adeguato possibile … visto e considerato pure che, purtroppo, il mondo è pieno di modelli e di atteggiamenti fin troppo negativi che vanno dalla semplice sgarbatezza quotidiana fino alle guerre, ai massacri e persino ai genocidi di qualsiasi genere e forma (spesso perpetrati persino più o meno in modo silenzioso ma non meno catastrofici, come quelli ecologici).
Cosicché, nel corso degli anni, abbiamo voluto evidenziare, ad esempio, i vari Premi assegnati periodicamente dall’associazione culturale “Calabria Prima Italia 1982” di Badolato (CZ) oppure quelli della “Università delle Generazioni” di Agnone del Molise ma anche quelli dell’Associazione turistica Pro Loco “Città di Reggio Calabria” di cui è presidente e fautore da alcuni decenni il Cav. Giuseppe Tripodi (il quale organizza annualmente e con sempre maggiore successo il Premio Nazionale Reggio Calabria Day e il Premio Internazionale Bronzi di Riace). Tra i Riconoscimenti elargiti dall’associazione culturale “Amici della Calabria” c’è pure il Premio destinato a quei “Calabresi Eccellenti” che, ovunque si possano trovare in Italia e all’estero, portano alto l’onore della propria terra e della propria gente. E un modo originale di evidenziare le eccellenze calabresi è quello attuato dal famoso giornalista e scrittore Pino Nano, il quale, attraverso interviste e narrazioni dedicate, “premia” persone, personaggi e personalità calabresi che, ovunque nel mondo, si fanno onore e ci fanno onore. Allora, ho pensato di dare un “premio a chi premia” assegnando proprio a Pino Nano e al suddetto Cav. Giuseppe Tripodi il 06 gennaio 2025 il GRAN PREMIO DI CALABRESE ECCELLENTE (rivedi << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-579-al-giornalista-pino-nano-ex-rai-e-a-giuseppe-tripodi-presidente-pro-loco-reggio-calabria-un-premio-per-chi-premia/
Pino Nano e Giuseppe Tripodi
Nel tempo, abbiamo dato spazio ed evidenza pure alla scrittura dello stimatissimo Pino Nano (super-attivo dirigente RAI adesso in pensione) il quale da decenni cerca in tutti i modi di mettere in luce i meriti di persone, personaggi e personalità calabresi (come ad esempio Natuzza Evolo, la celebre veggente e “Serva di Dio” di Paravati di Mileto – VV) sia attraverso i suoi pregevoli e preziosi servizi televisivi, sia attraverso i numerosi libri cartacei ed anche, più recentemente (da qualche anno), con i ritratti ospitati nel fascicolo aggiuntivo della DOMENICA del quotidiano web “Calabria.Live” fondato da Santo Strati e assai diffuso in ogni parte del mondo. Invito quei due o tre, che ancora non sanno bene chi è Pino Nano, di visitare il suo sito, in particolare << https://www.pinonano.it/index.php/biografia/ >>. Noi che lo conosciamo fin dal novembre 1986 (cioè da quasi 40 anni) sappiamo quale e quanto lavoro Egli abbia fatto finora … tanto è che lo riteniamo uno degli “stakanovisti” più tenaci che abbiamo conosciuto in assoluto. Lo possiamo testimoniare sempre con maggiore stupore e apprezzamento; ma anche con grande orgoglio da amici e da calabresi. E auguriamo anche alla Calabria che Pino Nano viva il più a lungo possibile e che produca meraviglie giornalistiche e letterarie in quantità davvero industriale. Da scrittore e umanista eccellente quale è.
MADE IN CALABRIA di Pino Nano
Adesso, Pino Nano ha (molto opportunamente e lodevolmente) deciso, in accordo con il direttore Santo Strati, di raccogliere, in una serie di libri cartacei, le interviste ai personaggi già evidenziati negli appuntamenti domenicali fin dal 2021. E, quindi, sono assai lieto di segnalare che è fresco di stampa in 368 pagine, il primo volume “Made in Calabria” … già disponibile pure nelle piattaforme web come << https://www.amazon.it/Made-Calabria-Storie-talenti-eccellenze/dp/B0F9XL92SP >>. Ed ecco, qui di sèguito, come “Amazon” descrive tale libro. Seguirà, al paragrafo 2, la INTRODUZIONE scritta dallo stesso Pino Nano; e poi, al paragrafo 3, l’elenco dei personaggi narrati; e quindi, al paragrafo 4, la PREFAZIONE del direttore Santo Strati.
<< MADE IN CALABRIA – Storie di talenti e di eccellenze >> – Copertina flessibile – 15 maggio 2025 – di Pino Nano (Autore) – Andare alla ricerca di storie personali, che potessero in qualche modo raccontare la Calabria in maniera diversa dagli schemi tradizionali della cronaca giornalistica: era questa la sfida del giornalista Pino Nano per una serie di cover story destinate al supplemento domenicale del quotidiano Calabria.Live. Non insomma le solite inchieste di malaffare e di violenza, bensì la Calabria delle Eccellenze, le storie di figli illustri di questa terra che altrove sono diventati famosi, uomini e donne di successo, che oggi governano il futuro, che hanno una visione internazionale della vita e del mondo, che parlano più lingue diverse, e che ogni giorno si confrontano con i grandi temi del momento, dalla medicina alla ricerca scientifica, dall’impegno istituzionale al volontariato, dalla musica all’arte, dalla politica alla filosofia, dalla vita reale delle loro nuove metropoli ai grandi interrogativi che pesano sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, insomma tutto quello che i nuovi filosofi chiamano ormai il “Nuovo Umanesimo”.
INTRODUZIONE di Pino Nano
Me lo sono chiesto per anni, ma senza mai trovare una risposta che mi convincesse davvero fino in fondo. Qual è la Calabria che vale davvero la pena di raccontare a chi oggi vuole saperne di più di questa terra che per certi versi è ancora “terra maledetta”, “terra lontana”, terra tradita”, “terra delusa”, “terra di immensa solitudine e di emigrazione senza fine”? Addirittura fatalmente di peggio, “terra di ‘ndrangheta”? Non c’è angolo del mondo dove io non sia stato e dove non abbia sentito ripetermi in tutti questi anni la solita frase di circostanza: “Calabria? Terra di Mafia?”. Ho pensato allora di andare alla ricerca di storie personali, che potessero in qualche modo raccontare questa terra in maniera diversa dagli schemi tradizionali della cronaca giornalistica. Non insomma le solite inchieste di malaffare e di violenza, ma la Calabria delle Eccellenze, le storie di figli illustri di questa terra che altrove sono diventati famosi, uomini e donne di successo, che oggi governano il futuro, che hanno una visione internazionale della vita e del mondo, che parlano più lingue diverse, e che ogni giorno si confrontano con i grandi temi del momento, dalla medicina alla ricerca scientifica, dall’impegno istituzionale al volontariato, dalla musica all’arte, dalla politica alla filosofia, dalla vita reale delle loro nuove metropoli ai grandi interrogativi che pesano sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, insomma tutto quello che i nuovi filosofi chiamano ormai il “Nuovo Umanesimo”.
È partita così questa sfida. Quando proposi per la prima volta al direttore del quotidiano Calabria.Live, Santo Strati, un format alternativo per il suo Inserto Speciale della domenica, lui mi diede carta bianca, ed è così che settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, l’elenco dei “Calabresi da raccontare” è andato aumentando sempre di più, riempendo non solo il mio taccuino da viaggio, ma soprattutto anche la mia vita e il silenzio assordante delle nostre città di questi ultimi anni di Covid. Ne è nato una sorta di diario di viaggio, è il cronista che si rimette le scarpe consumate e più comode per andare alla ricerca di ciò che non è mai stato raccontato prima con tanta dovizia di dettagli e di particolari, con dentro il desiderio intimo di capire come si fa a nascere nel posto più sperduto della Calabria e arrivare poi ai vertici delle grandi aziende industriali del momento, o ai vertici dei più grandi giornali italiani, o ancora di più ai vertici delle massime istituzioni politiche di questo paese? Penso per esempio all’ex Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, oggi Europarlamentare, che è nato e cresciuto in una realtà rurale dominata dai mandriani di pecore, nell’alto ionio cosentino, e che arriva ai vertici del più importante Istituto di previdenza in Italia, mentre le maggiori università americane lo corteggiano perché lui lasci l’Italia e vada negli USA a insegnare management ed economia ai giovani industriali americani. Così come penso alla professoressa Franca Melfi che oggi il mondo ci invidia per il modo come solo lei sa usare il robot Da Vinci, e proprio per questo viene chiamata in ogni parte del mondo per spiegare cosa un robot meccanico riesca a fare oggi in sala operatoria contro i tumori più irraggiungibili del corpo umano. E poi scopro che un ragazzo nato e cresciuto a Serra San Bruno, all’ombra della certosa, si chiama Giuseppe Averta, oggi viene considerato dai ricercatori americani il guru della robotica moderna. Mentre alla Nasa due scienziati, uno originario di Gioiosa Ionica, Roberto Furfaro, l’altro di Cosenza, Alfredo Garro, lavorano per mandare la prima donna sulla luna.
Così anche Mario Bruno Lanciano, dopo che la sua famiglia lascia Badolato in cerca di fortuna lui oggi costruisce gallerie e ponti in ogni parte del mondo. O ancora, la storia di Marilena Greco che a diciotto anni lascia Cariati per inseguire i suoi sogni, e oggi vive in Norvegia dove insegna i segreti degli oceani agli scienziati di tutto il mondo, che la considerano una vera icona della ricerca scientifica. Lo confesso, mi sono divertito molto a dare corpo e vita a questo mio diario di viaggio, e devo anche riconoscere che ho incontrato in questi mesi persone straordinarie, donne e uomini che mi hanno raccontato la loro vita come se io li conoscessi da sempre, che si sono fidati ciecamente di quello che io avrei scritto di loro, che mi hanno affidato i segreti più particolari della loro infanzia a volte negata, che mi hanno raccontato i loro sogni e le loro difficoltà inziali, grandi medici, grandi scienziati, grandi imprenditori, scrittori e intellettuali, grandi giornalisti, grandi uomini e grandi donne della Repubblica. Penso all’attuale Sottosegretario di Stato agli Interni, Wanda Ferro, una donna che ha dedicato tutta la sua vita all’impegno civile e alla lotta contro il mondo organizzato del crimine, e penso ad alti ufficiali dell’Arma dei Carabinieri come Franz Chiaravalloti e Annamaria Putortì, o allo stesso prefetto Luigi Carnevale, che per anni in Vaticano è stato l’ombra fedele e il solo vero responsabile personale della sicurezza di Papa Francesco. Ma penso anche ai futuri possibili ambasciatori del nostro Paese, come il giovane diplomatico cosentino Francesco Guarascio, o all’attuale Console Generale d’Italia a Londa Domenico Bellantone, che è vanto della Farnesina nel mondo.
Penso a conduttori televisivi di grande empatia, come Alberto Matàno e Elisabetta Gregoràci, o a giornalisti e fotoreporter che hanno segnato la storia della Repubblica, Peppino Gallizzi al Corriere della Sera, Pino De Pietro alla Prensa di Buenos Aires, Rino Barillari al Messaggero, Mario Carbone al seguito di Primo Levi a Eboli, Annalisa Cuzzocrea ai vertici della Stampa, una delle testate storiche più prestigiose del Paese, Manuela Conte prima al Parlamento Europeo e oggi al Viminale, lo scrittore Mimmo Nunnari che con i suoi libri ha fatto del Mediterraneo un tema di dibattito ormai internazionale, e poi ancora Terry Boemi che ricorda il trionfo e la tragedia di suo padre Tony Boemi, fondatore della prima vera grande televisione privata in Calabria, o Valeria Santoro che pur essendo madre di tre figli rimane punto di riferimento del mondo della comunicazione in Italia. Sono tutti figli di questa straordinaria terra di Calabria. L’elenco finale è davvero lunghissimo e pieno di storie personali e pubbliche di grande fascino e di grande impatto emozionale. Almeno per me così è stato. Quello che vorrei che ognuno di voi trovasse nei racconti qui proposti, e in quelli che verranno nei volumi successivi a questo, e che Calabria.Live ha pubblicato nel corso di questi mesi e di questi anni, è l’emozione di essere calabresi fino in fondo. Parlo naturalmente della fierezza e del senso dell’appartenenza che traspare forte in ogni storia raccolta, e della voglia forte di gridarlo al mondo. Il mio vero grande desiderio è oggi quello di poter di mostrare con questi racconti che non tutto ciò che si muove in Calabria va letto in chiave negativa. Vedete, io vengo da una realtà molto difficile, sono nato e cresciuto in un piccolo paese del vibonese, che si chiama Sant’Onofrio, e dove per anni la linea di demarcazione tra ciò che era bello e ciò che era invece brutto era fortemente labilissima, eppure io sono cresciuto con la certezza assoluta che la parte migliore del mio paese alla fine avrebbe fatto dimenticare tutto il resto e sarebbe prevalsa su tutto il resto. Vi confesso anche che questa è stata una delle parentesi professionali più piene della mia vita, perché dopo tantissimi anni di televisione sono finalmente ritornato al mio primo vero amore, che era la scrittura, la carta stampata, e questo è il racconto fedele della vita dei miei nuovi “compagni di strada”, questa volta io finalmente completamente lontano dalla nevrosi della messa in onda quotidiana della radio o della televisione che ti impone ritmi a volte allucinanti, ti toglie il respiro, non ti dà mai tregua, e spessissimo ti sottrae anche all’approfondimento e alla ricerca attenta e scrupolosa delle fonti. Cosa che invece nel silenzio del mio studio oggi mi è quasi naturale fare, e per certi versi anche esaltante.
Vi confesso anche che attraverso le storie che qui ho raccontato, qui naturalmente troverete solo le ultime storie pubblicate da Calabria.Live (presto verranno le altre), ho imparato mille cose nuove, che prima non sapevo, che non conoscevo, e che mi hanno proiettato in una dimensione mai esplorata prima. Alla fine mi sono innamorato della vita dei miei personaggi, e mi sono sentito a volte così vicino a loro da raccontarli con grande amore e con grande trasporto, come se io avessi condiviso davvero con tutti loro un tratto importante della strada percorsa da ognuno di loro, e questa è una sensazione molto bella che mi porterò dentro per sempre, e di cui non finirò mai di dire ad ognuno di loro grazie per questo nostro incontro assolutamente spassionato e felice. In ognuna di queste storie troverete un unico filo con duttore, che non era voluto, ma che è reale, ed è questo rapporto viscerale e ancestrale che lega ancora ogni protagonista di questo mio viaggio alla propria terra di origine, ai propri ricordi, alle emozioni della propria infanzia, ai loro primi amori in paese, ai loro primi incontri importanti, e poi al loro primo viaggio in treno verso l’infinito. Chi in Italia, chi in Europa, chi in America, chi in Arabia Saudita, chi in Cina o chi in Giappone, persino al Polo Nord, ognuno di loro mi parla della sua terra natale, dei suoi amici più cari, dei suoi vecchi che non ci sono più, soprattutto i nonni, e di questo sogno visionario di voler diventare un numero uno nel mondo, un sogno che alla fine li ha però allontani e li ha portati via per sempre dalla Calabria. Qui lo dico e qui lo nego, ma sarebbe bellissimo un giorno poterli avere tutti insieme sullo stesso palco, in una stessa location, magari nel grande Teatro Politeama di Catanzaro, o al Rendano di Cosenza, o nel bellissimo anfiteatro naturale sul mare di Reggio Calabria, per festeggiare con loro le loro vittorie e i loro traguardi eccellenti, e dire loro grazie per aver dato, nel mondo, con il proprio esempio e il proprio calore umano, l’immagine fiera di una terra finalmente diversa da quella che per troppi anni è stata patrimonio dell’immaginario collettivo generale. Ma soprattutto per dire al mondo che ci guarda, sempre e con tanta insistenza e spesso ancora anche con troppi pregiudizi, che tra i grandi protagonisti della modernità e delle sorti del mondo ci siamo anche noi, poveri figli di Calabria, ex ragazzi ed ex ragazze di Calabria che lontani da casa propria hanno reso grande la tradizione della propria gente e hanno fatto onore a chi invece ha scelto di rimanere al Sud per sempre.
Penso a Patrizia Piro, oggi Prorettore dell’Università della Calabria, a Pasquale Fratto, il padre della cardiochirurgia agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, a Bruno Nardo che dopo i primi trapianti d’organo alla scuola americana di Pittsburgh è tornato ora a Cosenza, a Mara Panajia che oggi è Presidente di uno dei colossi dell’industria chimica italiana, ai vertici della Enkel, a Sandra Savaglio la donna che ha insegnato al mondo ad amare le “stelle”, alla stessa Carla Morogallo che a Milano dirige la Triennale e ogni giorno parla almeno cinque lingue diverse, o allo stesso Santo Versace che non perde mai occasione di raccontare in giro per il mondo la bellezza della sua terra natale e dei suoi anni a Reggio Calabria, e da qualche anno anche l’impegno e la solidarietà della Fondazione che oggi porta il suo nome e che lui insieme a sua moglie Francesca De Stefano Versace utilizza per aiutare donne sempre più sole e aggredite dalla vita. Ecco, se vogliamo queste cover di Calabria.Live sono un segno vero della nostra grandeur, della nostra voglia di riscatto, della nostra rabbia, del nostro amore per gli altri, della nostra capacità di costruire sogni impossibili e di vederli alla fine anche realizzati. Made in Calabria è soprattutto questo. E’ il racconto personale e intimo di alcune delle tante eccellenze calabresi che oggi vivono negli angoli più sperduti del pianeta e che hanno ancora molte cose da spiegare da raccontare e da insegnare agli altri. Un racconto che non finisce qui naturalmente, e che per quanto mi riguarda andrà avanti fino a quando avrò in corpo questa voglia quasi folle di raccontare la mia gente e le emozioni più belle del popolo di Calabria. La voglia, ma soprattutto anche la forza per farlo. Pino Nano
I PROTAGONISTI DI QUESTO LIBRO
Dopo la Prefazione di Santo Strati (pagina 9) e la Introduzione di Pino Nano (13), nel libro troviamo la Galleria fotografica delle copertine (20-21). Poi, le storie di Made in Calabria, a cominciare da Santo Versace (23), Dante Maffia (37), Giuseppe Fiamingo (53), Angelina De Salvo (65), Francesco Saverio Vetere (73), Wanda Ferro (87), Domenico Bellantone (99), Giovanni Cugliari (109), Carmensita Furlano (119), Giuseppe Bova (131), Salvatore Pronestì (141), don Salvatore Nunnari (153), Simone d’Alessandro (165), Domenico Praticò (177), Mimmo Morogallo (189), Rocco Epifanio (199), Rita Sciarra (211), Pierfranco Bruni (223), Monica Spadafora (233), Giovanna Russo (247), Rocco Lico (265), Nino Spirlì (277), Vincenzo Viola (295), Franco Napoli (299), Santo Gioffrè (313), Natale Pace (329), Gloria Tenuta (341) e Paola La Salvia (349). Ventotto personaggi di grande spessore che vantano le loro radici calabresi, pur vivendo prevalentemente altrove.
LA PREFAZIONE DEL DIRETTORE SANTO STRATI
Prefazione di Santo Strati – Passione e talento che molto spesso sfociano nell’eccellenza: quanti sono i calabresi che – lasciata la propria terra – hanno conquistato un ruolo importante nelle istituzioni, nella scienza, nella cultura, nell’imprenditoria, etc? E quanti di quelli che sono, invece, rimasti fanno onore alla Calabria con la propria attività e il proprio lavoro? Tanti, talmente tanti che gli stessi calabresi che vivono in Calabria (e in ogni altra parte del mondo) ne ignorano spesso l’esistenza e la loro conquista sociale. Non conoscono il meritato successo che ha premiato impegno e costanza di tanti conterranei che hanno in comune una cosa inimitabile e preziosa: lo sconfinato amore per la Calabria. Un senso di appartenenza straordinario che la diaspora non ha fatto che accentuare ulteriormente. Facile togliere un calabrese alla Calabria, ma è impossibile togliere la Calabria a un calabrese. E allora, diversi anni fa, quando Pino Nano mi propose di raccontare persone e personaggi della Calabria, sulle pagine del supplemento domenicale di Calabria.Live l’idea mi affascinò subito. C’era la possibilità di quella narrazione “diversa” della Calabria che mi ero ripromesso di avviare con il mio quotidiano digitale: attraverso le storie di Pino Nano si potevano far conoscere persone, percorsi di vita, ma anche luoghi e personaggi insoliti. La scoperta di talenti, immeritatamente, poco noti e, insieme, il racconto della Calabria positiva, lontana dagli schemi e dai preconcetti che per anni hanno fatto il paio con pregiudizi ingiusti e assolutamente ingiustificabili. Il giornale era nato per i calabresi nel mondo, per diffondere un’immagine positiva di quante cose buone ci sono e si fanno in Calabria: altro che ‘ndrina e malaffare.
Santo Strati
Noi calabresi, del resto, siamo dovunque: sparsi per il mondo con la Calabria nel cuore e una certezza: dover faticare il doppio o il triplo per affermarsi e far valere capacità e competenze. Non sapevamo, né io né Nano, quale riscontro avremmo trovato sull’iniziativa, ma già dopo appena un paio di numeri l’interesse mostrato dai lettori nei confronti di queste storie di eccellenza mi convinse che Pino aveva visto giusto. La sua lunghissima esperienza in Rai (è uscito da caporedattore centrale della Tgr nazionale) lo aveva portato a conoscere tantissimi italiani e soprattutto tantissimi calabresi sparsi in ogni angolo della terra. E ora, chiusa l’esperienza Rai, poteva frugare nei suoi taccuini e ripescare memorie e ricordi. Ma convenemmo insieme che sarebbe stato più interessante, più stimolante andare a cercare tanti “sconosciuti” che hanno lasciato un’impronta di grande rilevanza, con l’orgoglio di una “calabresità” di cui sono largamente fieri. Far conoscere talenti ed eccellenze era il fine e dopo oltre 200 “ritratti” inediti, l’obiettivo di una “narrazione” nuova della Calabria è stato ampiamente raggiunto. Merito della penna di Nano, della sua arguzia, della sua intelligenza e della sua invidiabile capacità di stare ore ad ascoltare il soggetto cui dedicare una cover story. Nano riesce a far amare i suoi “protagonisti” e soprattutto ha una eccezionale capacità di raccontare la loro storia senza piaggeria e gratuite lusinghe. Le storie di Nano avvincono il lettore e costruiscono un’immagine della Calabria che vale tantissimo ai fini di una reputazione perduta e tutta da reinventare.
La Calabria ha subìto per anni un insopportabile insulto mediatico che ha alimentato l’orribile equazione di terra di malavita e di ndrangheta. Terra di delitti e storie terrificanti (la stagione dei sequestri ha lasciato macchie difficili da cancellare con un semplice colpo di spugna), quando, in realtà è una terra bellissima che fa innamorare di sé chi la scopre. Questo non è solo giornalismo di livello, frutto di un mestiere consolidato, è un racconto che non tratteggia ma dipinge angoli inconsueti della Calabria, personalità note e meno note e attività di cui si ignorava l’esistenza, fino a costruire una bella immagine di questa terra, così ricca di capitale umano e di risorse artistiche e naturali. Bisogna amarla veramente la Calabria, per scrivere coma fa Nano, con tanto slancio e passione. Una, cento, mille storie: era inevitabile che finissero raccolte in un libro. Il primo di una serie che segue il criterio temporale di apparizione sul domenicale di Calabria.Live. Ogni storia di copertina è una storia originale, avvincente e ben raccontata. Un invito a scoprire personalità che vanno spesso in tv ma anche talentuosi medici, scienziati, artisti, professionisti e artigiani di successo di cui si ignorava (attenzione all’imperfetto!) l’esistenza e di cui si trovano in questo libro deliziosi e accurati profili. Ne esce, grazie a Pino Nano, una bella Calabria, che viene narrata attraverso i suoi figli migliori, di cui – piacevolmente – a fine lettura si sente il piacere di condividere l’orgoglio della comune calabresità. Santo Strati (direttore del quotidiano Calabria.Live)
CALABRIA-NAZIONE E SALUTISSIMI
Caro Tito, il nostro Pino Nano (classe 1952) è un autentico protagonista della cronaca e della storia della Calabria, vissuta in diretta tra la seconda metà del 20° secolo in intensa continuazione in questa metà del 21° secolo. Innamoratissimo come tanti altri della Calabria (in particolare come popolo e territorio), ho sempre ritenuto che Pino Nano soffra, come me, di “calabresìte acùta ed inguaribile”. Lo dimostrano tutte le sue Opere, a cominciare dal suo primo libro a stampa “CALABRITUDINE” del 1986. Oltre che amico e collega, considero Pino Nano tra i miei migliori Maestri di Calabresità e di Calabritudine (http://www.aramoni.it/calabresita.html e https://www.giuseppetorcasio.it/calabritudine-p1922) assieme ai miei Genitori e ad alcuni Amici (come Gianni Pitingolo, Nicola Caporale e i Contadini di Cardàra di Badolato). E, studiando la Storia del nostro popolo (specialmente come Prima Italia) mi sono man mano convinto che la Calabria è una Nazione a sé (cui necessita urgentemente una propria Autonomia o, meglio, Indipendenza). Non a caso, personalmente mi sento a casa soltanto dentro i suoi ben determinati confini, anche se ho sempre abbondantemente nutrito il mio spirito universale pure con gli studi letterari, scientifici e filosofici (non per niente, quando avevo 17 anni, nell’autunno 1967 ho denominato EURO UNIVERSAL il gruppo musicale pop-rock di cui facevo parte).
Invito chi voglia sapere qualcosa di più su Pino Nano di digitare tutto ciò che lo riguarda in internet (in particolare il suo sito personale << www.pinonano.it >>). Noi, è meglio che ci fermiamo qui. E non posso passare ai saluti, senza prima ringraziare te che mi offri questa ulteriore preziosa opportunità di pubblicazione (la 626ma); e senza prima ringraziare i nostri gentili lettori, specialmente coloro i quali ci sono più fedeli e quelli che ci riscontrano e addirittura ci diffondono. In attesa di inviarti la prossima “Lettera 627” porgo a tutti i miei più sinceri ed affettuosi saluti. Speriamo e lottiamo sempre per UN MODO MIGLIORE. Con tanta cordialità. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, lunedì 18 agosto 2025 ore 11.55 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore) – BASTA ARMI – BASTA GUERRE – Lo strazio per le guerre in corso è sempre tanto tanto, in particolare per l’olocausto dei Palestinesi di Gaza e Cisgiordania – Le foto mi sono state fornite dagli interessati.
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