di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, alle ore 15.51 di oggi, mercoledì 16 aprile 2025, ho letto, nella rassegna stampa sul mio telefonino, una corrispondenza da Napoli pubblicata dall’AVVENIRE (quotidiano nazionale dei Vescovi cattolici italiani) con data di ieri, lunedì 15 aprile, a firma di Rosanna Borzillo. Ecco il titolo: IL GESTO. LA PREGHIERA IN MUSICA DELL’ARCIVESCOVO BATTAGLIA E DI AVITABILE PER L PACE. Sottotitolo: << In un video un brano a quattro mani composto per la Settimana Santa: Signore della pace donaci una pace con la P maiuscola >>. Il brano (che dura appena 2 minuti e 47 secondi) può essere visto ed ascoltato al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=5e_ikgQucZ4 .
Ho ascoltato immediatamente questa poesia commentata dalla musica di Enzo Avitabile (noto e premiato cantautore napoletano, nato martedì 01 marzo 1955). Parole e musica da brivido. Specialmente se si pensa alla situazione attuale internazionale. E ho sùbito inviato (articolo e brano) via whatsapp a numerosi miei contatti. E ad altri invierò in serata. Per meglio capire di cose si tratta, ti trascrivo, qui di sèguito, il testo giornalistico della collega Rosanna Borzillo.
IL TESTO DELL’ARTICOLO di Rosanna Borzillo
La Chiesa di Napoli prega per una pace con la “P” maiuscola in questa Settimana Santa. Nella Messa in Coena Domini e con la preghiera in musica, che il cardinale arcivescovo Domenico Battaglia ha registrato grazie alla collaborazione del maestro il cantautore Enzo Avitabile. In un tempo in cui le guerre sembrano moltiplicarsi e il futuro sembra minacciato dalla logica della divisione e del conflitto, la Chiesa particolare di Napoli risponde con la sua storia ed il suo cuore: «Non restiamo spettatori, – l’invito di Battaglia – ma mettiamoci in piedi: diventiamo costruttori di Pace»
Nel video diffuso alla vigilia della domenica delle Palme, il messaggio è chiaro: «Signore della pace donaci una pace con la P maiuscola – dice il cardinale Battaglia – come la Tua, fratello Gesù». Ed il filmato si conclude con l’abbraccio tra un fratello extracomunitario ed un napoletano. Un messaggio forte e chiaro, che si collega alla lavanda dei piedi del Giovedì santo che, l’arcivescovo, sceglie di celebrare in un altro luogo simbolico: il cortile del Maschio Angioino. A ottant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, Battaglia celebrerà la solenne Eucarestia in una fortezza e castello, memoria di assedi e battaglie nel cuore della città, per «trasformarla in spazio di comunione e di servizio, sottolineando che la chiamata alla pace risuona più urgente che mai». A Castel Nuovo, infatti, papa Celestino V promulgò la bolla della Perdonanza: un invito a vivere la non violenza, che diventa sentiero su cui muoversi e pregare insieme, come Chiesa e come città.
Durante il rito della Lavanda dei piedi, l’arcivescovo laverà i piedi a rappresentanti dell’associazionismo e del volontariato impegnati nella promozione della pace, nella difesa della giustizia e nel contrasto alla logica del riarmo. Un gesto che richiama il Vangelo, ma che si fa impegno concreto: la pace non è solo un’idea, è un’azione, è un servizio, è una scelta che chiede di essere vissuta ogni giorno.
Al termine della celebrazione, la processione eucaristica attraverserà la piazza del porto, luogo di sbarchi e arrivi da terre lontane, per giungere presso l’altare della deposizione nella antica basilica di san Giacomo degli Spagnoli, in piazza Municipio, dove ha sede il Comune. Perché Napoli chiede pace vera per tutti, nessuno escluso, mai. Non quella «che non libera e non apre la porta. – cantano nel video Battaglia e Avitabile – Perdonaci la pace quella del compromesso. Quella pace che non è pace. Non sentita, arida e corrotta».
Si invoca pace per i migranti, per le famiglie, per le donne maltrattate, per i bambini soli, per i poveri, per gli ammalati. Come accadrà anche durante la Messa crismale, domani in Duomo, in cui saranno presenti i religiosi camilliani, nel 450esimo anniversario della conversione di san Camillo de’ Lellis, a donare l’olio degli infermi e il Crisma, che l’arcivescovo benedirà e sarà distribuito a tutte le parrocchie della diocesi. Un filo rosso che lega anche san Camillo al desiderio di pace, una conversione nata dopo aver vissuto l’esperienza della guerra e che lo portò a fondare l’ordine dei ministri degli infermi. Dalla guerra alla pace. La pace con la “P” maiuscola.
PERDONACI LA PACE – Il testo letterario
Signore della Pace, perdona la nostra pace sazia! La pace del ricco, che banchetta mmièzo ‘e poveri, la pace del potente sulle afflizioni del debole. Perdona la pace armata! Chell’ primm’ d”a uerr’. Perdona la nostra pace, la nostra pace sicura!… quella del padrone, che sfrutta il lavoratore. La pace delle città, che disdegnano il lavoro dei campi. La pace che non si fa famiglia per le solitudini altrui. E se fa cu ‘o core e nun sulo cu ‘e parole. È l’unica ricchezza, felicità. È ‘a luce cchiù ‘e na luce ca nce fa ascì d’’o scuro, nun è sulo na speranza ma nu sentiero. Perdonaci la pace che non libera e non apre la porta…
Quella del compromesso. Una pace che non è pace, non sentita, falsa e corrotta. Perdonaci la pace, una minuscola pace, una pace che si nasconde dietro le convenzioni del mondo. E se fa cu ‘o core e nun sulo cu ‘e parole. È l’unica ricchezza, felicità. È ‘a luce cchiù ‘e na luce ca nce fa ascì d’’o scuro, nun è sulo na speranza ma nu sentiero. Signore della Pace: perdona la nostra pace e donaci una pace maiuscola e di più. Come la tua. Comm’ ‘a toja. Fratomo Gesù!
LACRIME E SANGUE (1967)
Caro Tito, la preghiera poetico-musicale di don Mimmo Battaglia e di Enzo Avitabile mi ha portato alla memoria il brano poetico-musicale “Lacrime e sangue” che io e altri amici abbiamo composto nel luglio 1967 sulla spiaggia di Badolato Marina contro la guerra, contro tutte le guerre. Mi sembra che i due brani si somiglino molto. Ti racconto brevemente come siamo arrivati noi, nel 1967, ad esprimere “Lacrime e sangue”. Fin dall’infanzia, sia in famiglia che fuori casa, ho sempre ascoltato racconti (spesso raccapriccianti) sulla prima e sulla seconda guerra mondiale. Ne ho sentito così tanti che mi sono angosciato ma, di conseguenza, anche assai sensibilizzato alla Pace (proprio con la P maiuscola) e in modo molto convinto.
Tanto è che, quando (assieme a questi amici d’infanzia) ho fondato, nella primavera 1967, il gruppo musicale “Euro 4” (poi divenuto Euro 7” e, quindi, definitivamente “Euro Universal”) ho proposto a loro di vestirci con i colori della pace. Infatti, eravamo sette proprio come i colori della bandiera della Pace (appena apparsa nella marcia Perugia – Assisi). Sette, appunto, come i colori dell’arcobaleno, come le note musicali, come i giorni della settimana, come le radici dei sette grandi gruppi di popoli. In tal senso abbiamo assunto nomi d’arte che evocavano questi grandi gruppi etno-linguistici che popolano e simboleggiano il mondo. Una fratellanza evidente.
In quel periodo, avvenne la cosiddetta “Guerra dei 6 giorni” (5-10 giugno 1967) tra Israele e i Paesi confinanti. Come tutte le guerre, pure questa fu orribilissima. Tanto che ne fui personalmente assai sconvolto, pure perché è stata la mia prima guerra vissuta, quasi in diretta, tramite televisione. Così ho chiesto ai miei amici del complessino di comporre una canzone contro la guerra, contro tutte le guerre. Ricordo che adornammo il testo di una mia poesia con una musica evocativa di un grande dolore, che proveniva fin dalla più profonda antichità … fin da quando Caino ha ucciso il fratello Abele, facendo iniziare la guerra tra gli uomini. Ascolta al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=boeeuKyLJFw&list=PLz91goqLNOAVxLey05DfvvTE3a-Z_HhI_&index=3 per 4 minuti e 43 secondi.
LA PACE STANCA E L’URGENTE RIEQUILIBRIO
Questo testo sulla Pace con la P maiuscola, composto da don Mimmo Battaglia e commentato musicalmente da Enzo Avitabile, parla di una “PACE STANCA” … quella che vive la nostra società ormai da troppo tempo. Il concetto di PACE STANCA è presente più volte nella mia raccolta di poesie “Gemme di Giovinezza” (composte tra il 1965 e l’estate 1967 poi pubblicate a stampa il 13 dicembre 1967) … specialmente nella poesia DARE, quando scrivo: << In tanto squilibrio di gente l’oblio del tempo avvolge il mondo sonnolento nella sua pace stanca >>. La pace stanca è il prodotto della società del consumismo chiusa in sé stessa, nelle sue comodità e nei suoi privilegi ed egoismi; senza o con pochissima attenzione per chi sta male, per chi è lasciato indietro … tutte situazioni che don Mimmo Battaglia rappresenta nelle sue considerazioni in questo brano poetico-musicale che ci ha donato assieme ad Enzo Avitabile.
Caro Tito, in queste Lettere, dal 04 ottobre 2012, abbiamo scritto spesso di RIEQUILIBRIO urgente, sociale e globale. Non c’è altra strada da percorrere se vogliamo la Pace con la P maiuscola: O RIEQUILBRIO O MORTE. Non a caso nell’estate 1990 ho cominciato a pubblicare (sul mensile agnonese L’ECO DELL’ALTO MOLISE) un inserto giornalistico intitolato proprio IL RIEQUILIBRIO, proponendo, tra tanto altro, pure una UNIVERSITA’ DEL RIEQUILIBRIO che preparasse la strada ideologica, pedagogica, didattica e operativa per salvare il mondo da tutte le insidie negative e varasse un piano di giustizia e di sviluppo per tutte le persone, per tutti i popoli, per tutta l’Umanità. L’alternativa al RIEQUILIBRIO sono gli squilibri sociali e, quindi, i conflitti e le guerre, più o meno locali e persino totali.
C’E’ ANCORA TEMPO PER RIMEDIARE ???
La “pace stanca” e il disimpegno non possono che portare ai conflitti locali e/o alle guerre più o meno estese. Come sta dimostrando la situazione attuale, in cui il mondo si sta riarmando paurosamente. Si sa, la Storia ce lo dimostra: chi si arma prima o poi usa le armi. Soltanto che adesso non ci sono più soltanto le armi convenzionali che, pur portando milioni di morti e immense distruzioni, lasciano almeno taluni margini di speranza in una rinascita e nella ricostruzione. Adesso, con le armi nucleari, il rischio è la distruzione globale o tale che le radiazioni atomiche potrebbero compromettere la vita sul nostro pianeta, che abbiano già fatto ammalare notevolmente. E’ elementare: con quanto si spende per le armi, il mondo potrebbe vivere ricco e felice dappertutto. Purtroppo il “malorgoglio” ci ucciderà. Tutti.
SALUTISSIMI
Caro Tito, il messaggio del nostro compaesano jonico don Mimmo Battaglia è chiaro. BISOGNA COSTRUIRE UNA PACE CON LA P MAIUSCOLA. Secondo le Religioni, ciò può avvenire soltanto con l’aiuto di Dio. Urge, quindi, nel nostro caso, una più accorata preghiera al Dio che si fatto carne con Gesù Cristo, qui chiamato “fratello”. Questa Settimana Santa e la conseguente Pasqua sono un momento cruciale nella fede, specialmente dei cristiani, ma anche di tutta l’Umanità. Personalmente, ho sempre pensato che non bisognerebbe nemmeno scomodare Dio. Basterebbe usare il semplice buonsenso. Sperando che ciò avvenga, per le preghiere religiose e/o per il buonsenso (soprattutto di sopravvivenza), noi ci salutiamo, augurando a tutti la BUONA E SANTA PASQUA … una PASQUA DI PACE PER TUTTI, principalmente!
Dopo una vacanza di oltre due settimane (dal 29 marzo – Lettera n. 603), spero, adesso, di poter riprendere il ritmo di queste corrispondenze periodiche. Adesso voglio concludere con una accorata preoccupazione espressami (via whatsapp) da una vecchia amica d’infanzia (oggi madre, nonna e bisnonna) alla quale avevo inviato l’articolo ed il brano di don Mimmo Battaglia: << La pace, massima aspirazione di tutti, eppure sempre così lontana. Sto vivendo con la paura (specialmente per i miei figli, nipoti e pronipoti) che possano scoppiare altre guerre, ancora più devastanti. Non è certo un bel momento, questo.
Speriamo nella Pace con la P maiuscola, come esorta il nostro don Mimmo Battaglia! >>. Grazie, caro Tito! … E, speriamo, alla prossima. Un caro saluto pure ai nostri più fedeli lettori, in particolare a coloro che ci riscontrano. BUONA PASQUA A TUTTI. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it) ITER-City, mercoledì 16 aprile 2025 ore 18.29 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Otto foto sono state prese dal web, una è mia.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736