di CARLO MIGNOLLI
Sono passati ormai 27 anni da quel tragico alluvione che il 14 ottobre 1996 si abbattè sulla città di Crotone. Sei furono le vite spezzate, quelle di Michela, Paolo, Luca, Angela, Bruno e Luca. Si tratta di una ferita ancora aperta nei cuori dei crotonesi che hanno vissuto quella drammatica esperienza.
Dalen, un cantante polistrumentista crotonese, ha deciso di ricordare quel giorno, impresso nella memoria di tutti, attraverso un brano intitolato proprio “Crotone” ed uscito un anno fa. Si tratta di un vero e proprio manifesto del cantautore calabrese che, con questo brano, scatta una fotografia di anni di alluvioni che tutt'oggi continuano a colpire gli abitanti della città calabrese. Dalen ha anche collaborato con i musicisti della "Notte della Taranta" e per la RAl è attore e coautore di un documentario andato in onda su Geo nel 2019. Nell'agosto 2022 arriva primo per voto popolare, su 803 artisti da tutta Italia, alle semifinali di "Music For Change" e “Musica contro le Mafie", per partecipare a "Casa Sanremo" e "Uno Maggio Taranto". Tra gli altri, collabora con, apre i concerti di: Alex Britti, Brunori Sas, Casa Sanremo, Matia Bazar, Joe Bastianich e Raiz (Almamegretta). Inoltre, da aprile a settembre, l’artista si è esibito in tutta Italia con “Urgenza Tour”, attraversando la penisola in 30 tappe differenti. Dalen, attraverso una breve intervista, si è raccontato ai microfoni della nostra redazione.
Oggi, 14 ottobre, ricordiamo il tragico alluvione che ha colpito la città di Crotone nel 1996, e proprio "Crotone" si intitola il brano che ti ha permesso di esordire nel mondo della musica. Com'è nata questa canzone?
“La canzone nasce dal senso di impotenza e dalla rabbia provata trovandomi proprio con i piedi nell’acqua il 21 novembre 2020, quando, si non è avvenuto un alluvione paragonabile a quello del ‘96, ma uno dei tanti e troppi allagamenti che la città di Crotone subisce quasi annualmente. Questo mi ha portato a scrivere delle poche e taglienti parole che poi sono state l’embrione da cui è nata la canzone”.
Cosa cerchi di trasmettere attraverso questo brano?
“Il mio vuole essere un brano che dice a questo territorio, così come a tutti quelli che si trovano in situazioni simili, di agire in maniera pragmatica e non di ricordare soltanto, così come si sta facendo oggi, una tragedia avvenuta 27 anni fa, senza considerare la totalità del problema. La sofferenza che ha portato dovrebbe essere un’esperienza per far crescere la consapevolezza di questo territorio, dei limiti che ha e far ricordare quel giorno con delle azioni ben precise. Io oggi mi trovavo sulle sponde dell’Esaro, uno dei luoghi protagonisti dell’esondazione dell’ottobre ‘96. Le condizioni in cui versa sono sicuramente di totale abbandono. Dopo 27 anni vedere che non è stato attuato nessun lavoro concreto e funzionale alla sicurezza del territorio è qualcosa che va sicuramente segnalata e la mia canzone vuole anche dire questo”.
Essendo tu di Crotone, hai ricordi legati a quel giorno?
“Sono di Crotone, ma non ci ho mai vissuto, quindi ogni volta che ci sono tornato l’ho fatto con gli occhi di un curioso osservatore che cattura la bellezza del territorio, ma anche tutto ciò che non è giusto che esista per il bene dei cittadini e del territorio stesso. Ciò che ricordo dell’alluvione l’ho potuto apprendere in età adulta dai giornali e dagli studi che ho fatto leggendo articoli del passato, anche chiacchierando con i giornalisti e gli abitanti che mi hanno raccontato vicende private di quel giorno. Sono legato molto a Crotone perché mi sembra un territorio molto fragile, quasi come un piccolo bambino che deve essere protetto, accolto e curato. Oggi sono venuto appositamente in città per visitare i luoghi della tragedia, incontrare la gente e suonare la mia canzone in maniera spontanea all’interno dei quartieri, ma anche per osservare quali sono le condizioni dei luoghi dove l’Esaro è esondato".
Il brano ha riscosso molto successo. Te lo aspettavi?
“No, non mi aspettavo assolutamente questo successo, ma soprattutto non mi aspettavo che la mia storia diventasse un brano. Io, quel 21 novembre 2020, sono tornato a casa arrabbiato ed ho buttato giù queste parole, come faccio spesso quando c’è qualcosa che mi frulla in testa o che mi preme nello stomaco. Successivamente è diventata una canzone grazie anche a qualcuno che, leggendo questi versi, mi ha suggerito, quasi per gioco, di trasformarla in una canzone e registrarla. Non mi aspettavo che tutto questo portasse l’attenzione, non solo di un pubblico interessato, ma anche quella di artisti nazionali e internazionali. È grazie a questo brano se mi sono trovato sul palco ad aprire i concerti di Joe Bastianich, Alex Britti e Matia Bazar. Ho partecipato a Casa Sanremo di quest’anno e ricevuto l’invito per il 2024. Ho avuto la fortuna di incontrare Roberto Vecchioni ed aprire un suo concerto, ma soprattutto di parlare con lui. Mi ha suggerito di continuare a fare quello che sto facendo senza ascoltare nessuno che mi dica quello che devo o non devo fare perché oggi abbiamo bisogno di canzoni come la mia”.
Hai recentemente terminato un tour in tutta Italia intitolato "Urgenza". Com'è andata?
“Il tour è stata una grande sorpresa, qualcuno della stampa l’ha intitolato “L’impossibile tour di Dalen” e sono stato felicissimo di ricevere queste parole. Per gli addetti ai lavori sembrava un’idea pazza, tutti mi dicevano che in Italia questi progetti non riscuotono pubblico, perché pensavano che un concerto con un singolo cantante emergente e con un solo anno di carriera non avrebbe destato curiosità e attenzione. In realtà non è stato così: ho continuato imperterrito per la mia strada, ho creduto fortemente in quest’idea e sono riuscito in maniera totalmente indipendente ad organizzare 30 concerti in quattro mesi, dal nord al sud Italia, riscontrando pareri positivi sia dal pubblico che dalla critica. Molti cantanti emergenti mi hanno mandato messaggi di apprezzamento verso la mia musica, ma soprattutto per il mio coraggio e la mia forza di credere nelle mie idee e nei miei sogni. Grazie a questo tour ho incontrato persone straordinarie che, non solo mi hanno insegnato ancora meglio questo mestiere che si impara strada facendo e sul palco, ma anche l’invito ad aprire i loro concerti. Mi riferisco, oltre a quelli già citati, anche a Fiorella Mannoia, i Sud Sound System e Sergio Cammariere”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Con i Sud Sound System sto lavorando ad un brano che uscirà dopo febbraio e con Roberto Vecchioni dovrebbe nascere una collaborazione di apertura dei suoi concerti e non solo. In questi giorni sono in studio per fare uscire i nuovi singoli. Dal 17 novembre al 25 febbraio 2024 inizierà “Urgenza Tour” invernale in teatri, chiese e club in diverse regioni italiane. Prima della prossima estate uscirà il mio disco”
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