di SUSANNA QUINTIERI
Chiunque sia stato suo alunno riusciva a percepire e riconoscere il suo passo già da lontano. Varcava la soglia della classe con un incedere deciso ma elegante. Poi, tra il silenzio generale, dopo aver appoggiato la borsa sulla cattedra, alzava lo sguardo e ci scrutava con un sorriso beffardo e sagace, quasi a voler dire “Paura, eh?”. Aveva compreso il grande potere dei professori e sapeva usarlo con astuzia: incutere timore e, al tempo stesso, saper smorzare qualsiasi tensione con una risata. Nessuno con lei è mai stato lasciato indietro: si interessava di tutti e parlava con tutti, cercando di tirare fuori da ognuno il massimo del suo potenziale. Non trattava l’errore come qualcosa di irreparabile, ma come un insegnamento da cui ripartire, e ogni miglioramento era considerato un traguardo da celebrare e riconoscere. Sapeva essere sarcastica, ma anche autoironica; estremamente severa e profondamente comprensiva. E alla fine della giornata, non contavano l’insufficienza o la nota sul registro: tutto era perdonato.
Ha trasmesso la sua passione per la musica a generazioni di studenti, scorgendo in alcuni la luce del talento e spronando altri a cimentarsi, dai più timidi a chi non aveva mai tenuto uno strumento tra le mani. Ha creato il progetto Pop Rock e lo ha protetto con cura e dedizione, portando sui palcoscenici spettacoli sempre impeccabili e memorabili, che lei ammirava entusiasta dalla prima fila, facendo il tifo per tutti i suoi ragazzi.
Tante volte abbiamo faticato nel comprenderla, nel sopportare la sua proverbiale pignoleria e precisione, nell’accettare quella ramanzina che agli occhi di un adolescente ha sempre il sapore di ingiustizia. Eppure lei aveva inteso davvero il significato del suo mestiere: non ricercare l’approvazione e il compiacimento da parte degli alunni, non fermarsi alla mediocrità e alla singola interrogazione, ma insinuare nelle menti degli studenti bellezza e curiosità, per “un sapere che diventi profondo” come aveva scritto lei stessa nell’inno composto per il Liceo Pasquale Galluppi.
La professoressa Lucia Vetere ha visto tanti studenti tra i banchi di scuola, più o meno brillanti, più o meno talentuosi, più o meno studiosi, ma ha trasmesso a tutti un unico insegnamento: che tutto quello che si fa con passione e amore, non può che essere un successo.
*In ricordo della professoressa Lucia Vetere, docente di greco e latino presso il Liceo Classico "P. Galluppi" di Catanzaro. Si è spenta negli scorsi giorni all'età di 61 anni. Le esequie sono state celebrate nel pomeriggio di oggi presso la parrocchia del Conventino.
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