
Gli infermieri dipendenti dell’A.O.U. Renato DUlbecco in servizio presso il Blocco Operatorio dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro che hanno sempre prestato la loro attività lavorativa in modo scrupoloso e con il massimo della professionalità e del sacrificio personale, anche a costo della propria salute e del proprio tempo privato, da sempre lavorano a stretto contatto con apparecchiatura medicale di estrema pericolosità e hanno nel tempo percepito, a causa del rischio alla salute al quale sono costantemente esposti, la spettante e dovuta indennità di rischio radiologico.
I suddetti infermieri, infatti svolgono la medesima attività professionale da anni all’interno del Blocco Operatorio e durante lo svolgimento ordinario delle loro mansioni lavorative sono sempre continuamente e costantemente esposti in modo abituale e continuo alle radiazioni ionizzanti. L’accumulo dei raggi radioattivi all’interno dei corpi degli infermieri causa un gravissimo ed irreparabile danno di pericolo alla salute dei lavoratori e può portare l’insorgere di malattie gravissime e dall’esito irreparabile e fatale e, proprio per tale motivo, la Legge riconosce l’obbligo in capo al datore di lavoro di corrispondere agli infermieri sottoposti al rischio radiologico la relativa indennità di rischio radiologico e il c.d. "riposo biologico": tale indennità costituisce una forma di compensazione e gratificazione per il lavoratore/sanitario, il quale si espone in prima persona con il proprio corpo al rischio radiologico al fine di garantire l’assistenza sanitaria e le cure ai pazienti.
Tali infermieri, così come tutti gli infermieri del blocco operatorio, svolgono la loro attività professionale all’interno delle zone di rischio muniti dei necessari presidi sanitari per difendersi dalle radiazioni, e però l’A.O.U. Renato Dulbecco NON HA RICONOSCIUTO per l’ANNO 2025 la c.d. indennità di rischio radiologico, né ha mai provveduto a classificare e catalogare gli infermieri istanti così come prescritto dalla Legge, né ha mai provveduto a delimitare la c.d. zona di rischio/di controllo.
COSA DICE A RIGUARDO LA LEGGE?
Ai sensi dell’art. 58 commi 4 e 5 del DPR 270/1987: “4. L'accertamento del personale non compreso nel comma 1 soggetto a rischio radiologico verrà effettuato da una apposita commissione presieduta dal coordinatore sanitario e composta dal responsabile dell'unità operativa di medicina nucleare o radiologica, da un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo recepito nel presente decreto e da un esperto qualificato nominato dal comitato di gestione od organo corrispondente secondo i rispettivi ordinamenti. 5. L'indennità di rischio da radiazioni deve essere pagata in concomitanza con lo stipendio.”
Ancora, vi è che il co. 4 dell’art. 58 dpr 270/1980 prescrive che: “L'accertamento del personale non compreso nel comma 1 soggetto a rischio radiologico verrà effettuato da una apposita commissione presieduta dal coordinatore sanitario e composta dal responsabile dell'unità operativa di medicina nucleare o radiologica, da un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo recepito nel presente decreto e da un esperto qualificato nominato dal comitato di gestione od organo corrispondente secondo i rispettivi ordinamenti”;
L'Azienda, a detta degli infermieri per mezzo del proprio legale, l'avvocato Giancarlo Pitaro, "non ha mai espletato nessun “accertamento delle condizioni ambientali che caratterizzano le zone controllate deve essere effettuato con le modalità di cui alla richiamata circolare del Ministero della sanità”, ai sensi di quanto prescritto dall’art. 58 co. 3 del dpr 270/1980.
"I lavoratori -scrive Pitaro - hanno sempre prestato la loro attività lavorativa presso il P.O. Pugliese di Catanzaro nel c.d. blocco operatorio muniti di dosimetro personale, al fine di poter monitorare l’esposizione personale alle radiazioni, e dei presidi sanitari di radioprotezione forniti dall’Azienda. Molto spesso, hanno svolto il loro servizio in assenza dei relativi presidi sanitari di radioprotezione che non venivano forniti dall’Azienda. E solo pochi giorni fa, in data 12 settembre 2025, l’Azienda ha fornito ai lavoratori i DPI nuovi per il rischio radiologico".
Pertanto gli infermieri all’interno delle sale operatorie rimarrebbero "esposti al contatto diretto, anche a mani nude, non schermato, senza protezioni e senza poter tenere la debita distanza dalle radiazioni. Oltre a ciò vi è che i lavoratori istanti lavorano all’interno del blocco operatorio e che anche all’esterno dalla sala operatoria sono continuamente esposti alla presenza incessante e permanente di radiazioni".
Nonstante ciò, gli infermieri istanti, tra tutti gli infermieri del blocco operatorio, non hanno visto riconoscersi dall’Azienda per l’anno 2025 la spettante indennità di rischio, pur lavorando all’interno del medesimo luogo di lavoro ed essendo esposti al medesimo rischio radiologico e per il medesimo minutaggio (per come evidente dai registri delle presenze): tale ingiusta ed illegittima discriminazione ha causato, e sta causando, un illegittimo e gravissimo danno economico e anche non patrimoniale ed alla salute.
Il non riconoscimento dell’indennità di rischio da parte dell’Azienda e la discriminazione tra lavoratori sono manifestamente immotivate e illegittime e illegali in quanto gli istanti hanno sempre svolto le medesime funzioni all’interno dei medesimi locali e tutt’ora lavorano, espletando le medesime mansioni lavorative all’interno dei medesimi locali, esposti al medesimo quantitativo di radiazioni, tanto che è fatto loro obbligo di indossare il dosimetro e i presidi sanitari in dotazione all’Azienda; l’esposizione alle radiazioni dei lavoratori istanti, così come tutti i lavoratori all’interno del blocco operatorio, deve essere calibrata all’interno dell’anno solare e ciò è facilmente misurabile accedendo e rendendo conoscibili le misurazioni dei dosimetri".
"La discriminazione effettuata dall’AOU Dulbecco tra lavoratori afferenti al medesimo blocco operatorio e che espletano le medesime mansioni all’interno dei medesimi locali – esposti al medesimo rischio radioattivo- è - secondo il legale degli infermieri ricorrenti - manifestamente illogica e discriminatoria e priva di fondamento" e "tale discriminazione sarebbe avvenuta in assenza di qualsiasi criterio e/o atto presupposto valutativo".
E' pertanto intenzione e volontà degli infermieri ottenere il riconoscimento e il pagamento della spettante indennità di rischio radiologico 2025, nonché degli anni successivi, anche in via giudiziale, di euro 2.534,27 per ciascuno, oltre al quantum dovuto relativo all’indennità di riposo biologico (15 giorni all’anno)".
Tanto premesso, gli infermieri, per tramite del legale Avv. Giancarlo Pitaro, hanno depositato denuncia all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catanzaro e contestualmente chiesto che l’Ispettorato Territoriale del Lavoro voglia al più presto fissare un incontro per il tentativo di conciliazione tra il lavoratore e il datore di lavoro al fine di addivenire al pagamento della spettante indennità; nell’esercizio dei propri diritti e doveri e poteri e prerogative, verificare e vigilare che sui luoghi di lavoro sussistano le condizioni di sicurezza minime e adatte al lavoro per i lavoratori istanti.
"Si chiede - conclude Pitaro - che l’Ispettorato del Lavoro, con riferimento ai mancati pagamenti relativi alla mancata corresponsione dell’indennità di rischio radiologico e dei giorni di riposo biologico, voglia svolgere i dovuti e necessari ed opportuni accertamenti ed ispezioni e applicare all’inadempiente datrice di lavoro le dovute sanzioni".
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