Mario Saccà: "17 mesi prima del 25 aprile, dopo le bombe del 1943, a Catanzaro arrivano i Canadesi"

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images Mario Saccà: "17 mesi prima del 25 aprile, dopo le bombe del 1943, a Catanzaro arrivano i Canadesi"

  22 aprile 2025 14:00

di MARIO SACCÀ

 

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L’11 Settembre 1943, dopo solo tre giorni dall’annunzio della firma dell’ Armistizio di Cassibile, le truppe alleate giunsero a Catanzaro progredendo nella liberazione del territorio italiano dopo la conquista della Sicilia.L’operazione Husky era iniziata con lo sbarco nell’isola il 10 Luglio 1943 e concluso a metà Agosto con l’occupazione di Messina da parte della settima armata del generale statunitense Patton che riuscì ad anticipare l’arrivo dell’ottava armata inglese al comando del generale Montgomery.Il 16 di quel mese furono impartite le disposizioni per la campagna Bytown che consisteva nello sbarco a Reggio Calabria del XIII Corpo d'armata, dell'8ª Armata britannica e della 1ª Divisione canadese. Patton non partecipò all’operazione a causa del suo rimpatrio perché nel corso di un'ispezione a un ospedale di campo, aveva schiaffeggiato pubblicamente due soldati, definendoli vigliacchi, malgrado i medici giustificassero la loro presenza in quell’ospedale perché afflitti da shell shock, una sindrome psicologica frequente tra combattenti sottoposti a bombardamento. Il generale Marshall, informato, ordinò a Eisenhower di provvedere all'immediato rimpatrio di Patton perché fosse eventualmente sottoposto alla Corte marziale. Patton ,però, costituiva la punta di diamante di qualsiasi strategia di sfondamento rapido delle linee tedesche. Alla fine di un lungo scambio di corrispondenza in piena guerra - tale era la gravità che attribuivano all'episodio - Marshall e Eisenhower concordarono un compromesso: Patton sarebbe rimasto in Europa a guidare lo sbarco in Normandia e la successiva offensiva alleata soltanto a una condizione: che il grande generale chiedesse pubblicamente scusa ai due soldati ingiustamente schiaffeggiati, alla rinnovata presenza dei loro medici e degli altri malati. Tale era l'autorevolezza dei comandi, da esercitarsi democraticamente, cioè senza favoritismi o distinzioni di grado, che l'ambizione militaresca di Patton, lo indusse ad accettare l'umiliazione, pur di non rinunciare alla sua partecipazione agli sviluppi del conflitto ( La Stampa, 15 Gennaio 2008).Lo sbarco in Calabria consentì alle truppe Alleate di ottenere una testa di ponte nella punta dello stivale d'Italia, primo appiglio al continente europeo. Il 3 Settembre intorno alle 4,30 ebbe inizio il bombardamento di Reggio per eliminare le difese italiane e consentire lo sbarco delle due divisioni del Commonwealth sulla costa calabra.Gli eventi sono stati ricostruiti in modo avvincente dal prof Giuseppe Marcianò autore del libro “Operazione Bytown”.Un altro sbarco a Vibo Marina, denominato “operazione Ferry (traghetto)” era stato deciso il 6 settembre dal generale Dempsey (lo stesso che avrebbe guidato le truppe inglesi nello sbarco in Normandia del giugno ’44).Non fu indolore, poichè causò oltre 200 vittime fra civili e militari. Nei mesi e nei giorni precedenti le operazioni le città calabresi erano state sottoposte a pesanti bombardamenti aerei per eliminare ogni possibile sacca di resistenza all’avanzata degli alleati.Catanzaro fu colpita in più occasioni, come si legge in una lettera inviata dal Prefetto all’ Intendente di Finanza il 16 Febbraio 1945 forse per verificare i danni bellici subite dalla città. 

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A Catanzaro Marina gli obiettivi degli aerei anglo-americani furono le piccole industrie , la ferrovia e qualche postazione militare. Le bombe che colpirono il centro cittadino il 27 e 28 Agosto 1943 causarono quasi 200 vittime fra civili di ogni età e militari in servizio. I dati disponibili fanno pensare che i piloti ed i puntatori avessero conoscenza di come e dove far precipitare gli ordigni esplosivi :oltre ad alcuni siti dove erano visibili mezzi militari (v Duomo e Cimitero) fu il lato destro, direzione Nord, di Corso Vittorio Emanuele (oggi Corso Mazzini): fra la basilica dell’Immacolata e il Tribunale, a subire i danni più gravi e ad avere il maggior numero di morti. Gli edifici più importanti, siti sul lato opposto dell’asse viario: il palazzo del Governo, il Liceo Galluppi, San Omobono ed altri edifici significativi non furono colpiti. La stessa strettoia di Corso Mazzini, (dove era il palazzo Serravalle) ne uscì indenne, ma caddero alcuni edifici nelle vicinanze. Si trattò di obiettivi che al Bomber Command erano stati suggeriti da ignoti collaboratori, nostri concittadini dell’epoca? Per quali ragioni? E’ probabile che sia una domanda destinata a non conoscere risposte ma certamente legittima visto che in ogni parte del mondo dove si combatteva nella società civile operavano organizzazioni che collaboravano con gli Alleati. Una testimonianza che ho raccolto, ma priva di riscontri, afferma che autorevoli massoni catanzaresi sarebbero stati avvisati in anticipo dagli inglesi dell’incursione aerea, ricevendo indicazioni sugli obbiettivi da evitare.A guerra finita furono presentati i piani di ricostruzione delle parti distrutte : sorsero i palazzi dell’ex UPIM, il Centro Mancuso, le Poste e qualche edificio con negozi ed abitazioni private, il Teatro Comunale. Fu approvato anche un piano per Villa Menichini che consentì le nuove edificazioni, oggi parte del panorama cittadino. Pochi giorni dopo la caduta delle ultime bombe la città fu raggiunta dai reparti dell’ 8.a Armata di Montgomery ( che si accampò a Marcellinara).Il Reggimento canadese Hasting e Principe Edoardo giunse a Catanzaro l’11 Settembre. La testimonianza più significativa è quella dell’ufficiale Farley Mowat che prese parte a tutte le battaglie combattute in Italia ed in Europa.In seguito divenne uno scrittore importante e nel libro “Il Reggimento” ( Longanesi, 1976) raccontò quanto avvenne dopo lo sbarco in Sicilia e all’arrivo nella nostra città:"…in tutta la regione, lungo l'itinerario della marcia e per una vasta estensione nell'interno, l'esercito italiano rimaneva nelle caserme o negli attendamenti. Erano forze bene armate e completamente equipaggiate per dar battaglia, e, sebbene il maresciallo Badoglio avesse concluso la pace con gli alleati, non si trattava di una pace universalmente accettata dai militari italiani. Questa situazione scabrosa causò strani incidenti (v scontro sull' Aspromonte di reparti della Nembo l'8 Settembre '43). Da Catanzaro Marina l'unità doveva ripiegare nell'entroterra e salire fino alla città di Catanzaro. Kennedy (ufficiale al comando n.d.r.) inviò in avanscoperta l'unico suo elemento meccanizzato, una motocicletta guidata dall'ufficiale addetto alle informazioni, per eseguire una ricognizione. L'ufficiale fece salire il sergente Bruce Richmond sul sellino posteriore e partì. A un certo punto giunsero dinanzi a un blocco stradale di filo spinato situato proprio al centro della divisione Mantova. I campi, su entrambi i lati della strada, erano gremiti di tende, d'italiani armati, di pezzi d'artiglieria e di automezzi. Una sentinella abbassò il fucile, lo puntò contro i nuovi arrivati e non rimase altro da fare che ricorrere al bluff. Il sergente, con il suo migliore italiano, imparato nelle osterie, chiese in tono brusco di parlare con il generale. La sentinella, stupita, indietreggiò e chiamò il suo ufficiale. I due canadesi finirono con l' essere condotti, sotto scorta, in una grande fattoria e con la temerarietà alimentata dal nervosismo pretesero non soltanto di parlare con col generale ( facendosi passare per emissari di Montgomery), ma, dopo essersi incontrati con questo grasso e sudato gentiluomo, richiesero i mezzi di trasporto divisionali al completo, immediatamente per trasferire il reggimento, lungo la strada di montagna, fino a Catanzaro…..Gli italiani, infine, capitolarono confusi e accadde così che il reggimento terminò la marcia fino a Catanzaro a bordo di una colonna di autocarri italiani guidati dagli autisti più suicidi del mondo, gli stessi che appena tre giorni prima erano stati nemici giurati dei soldati trasportati ora da loro sul suolo della patria ( la notizia della firma della armistizio di Cassibile era, infatti, stata data l' 8 Settembre n.d.r.)….Mentre il reggimento aspettava nella piacevole frescura dei pendii rivestiti di pini, si diffuse la crescente sensazione che la guerra fosse ormai finita e che quanto ne restava fossero da opera comica". La situazione descritta da Mowat che in precedenza, raccontando lo sbarco in Sicilia, aveva notato come "gli italiani non fossero soddisfatti di dover tenere la pianura e quasi tutte le divisioni della difesa costiera si erano arrese" e le truppe tedesche avevano ripiegato sulle alture, avrebbe dovuto indurre i comandi alleati a non infierire sulle popolazioni ormai indifese e certamente non ostili ai nuovi arrivati e ad inseguire, invece, le truppe tedesche in ritirata. Ma la storia fu diversa! Ci sarebbero voluti ancora due anni prima che le armi venissero deposte per far posto alla pace.”Da quel giorno di Settembre 1943 Catanzaro avviò il processo di ricostruzione dei danni bellici e della vita democratica delle sue istituzioni. Il comando alleato dispose la fine dell’amministrazione podestarile del Comune : il 16 Ottobre 1943 il podestà Di Cello assunse la carica di sindaco, assistito dal segretario dott Luigi Caruso, e mantenne la carica per pochi giorni, fino al 27 Ottobre successivo. In poco tempo deliberò il cambiamento della toponomastica: il rione Costanzo Ciano riprese il nome di San Leonardo, denominazione che aveva prima della morte del genero di Mussolini, Corso Mazzini, Piazza Garibaldi e Piazza Roma furono scelti per rinominare l’asse principale del centro e le sue piazzette in precedenza dedicato interamente a Vittorio Emanuele II, la stessa mutazione fu deliberata per altre vie urbane.L’Allied Military Government of Occupied Territory (A.M.G.O.T) nominò il commissario straordinario nella persona dell’Ispettore Provinciale Amministrativo sig. Bianco cav. Armando. Successivamente su nominato il primo sindaco di Catanzaro: l’avv Giovanni Correale Santacroce, socialista che iniziò l’opera di ripristino della democrazia cittadina, anche con decisioni significative. Dopo aver deliberato la cancellazione delle scritte fasciste sui muri delle case il 10 Giugno 1944, in occasione della ricorrenza dell’assassinio dell’on Giacomo Matteotti deliberò che venisse dedicata alla sua memoria la piazza che ancora oggi lo ricorda. Non poteva esserci scelta più simbolica per segnare il passaggio dal ventennio alla nuova Repubblica.Negli anni precedenti il conflitto mondiale la documentazione dell’Archivio dello Stato riguardante i rapporti sulla preparazione alla guerra evidenziano l’inefficienza delle difese antiaeree e del sistema difensivo e fanno pensare alla difficoltà che le nostre FFAA avrebbero avuto nell’affrontare la guerra.Ma si affacciano anche domande che richiedono approfondimenti per capire se quella disorganizzazione era conseguenza di scarsa condivisione delle idee bellicistiche di Mussolini ma anche delle disposizioni delle leggi razziali.Altri documenti, risalenti ai primi anni venti, anticipano i valori che mossero la lotta al fascismo che si sviluppò sul terreno delle idee, specie da parte massoneria di Catanzaro che vedeva partecipare persone di ogni ceto, militari compresi, come hanno narrato alcuni storici fra i quali Antonio Carvello. E’ un capitolo ampio da riproporre all’attenzione generale per estrarre dalla nostra storia le diversità che ci furono e ci sono per costruire politiche ed identità più riconoscibili per uscire dalla palude nella quale si vive nel mondo di oggi. 

 

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