Maxi blitz sui depuratori, ecco come le società gestivano illecitamente gli appalti (NOMI E VIDEO)

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images Maxi blitz sui depuratori, ecco come le società gestivano illecitamente gli appalti (NOMI E VIDEO)

  04 marzo 2024 12:18

Tra i reati contestati nell'ambito dell'inchiesta portata avanti dalla Dda stamattina LEGGI QUI LA NOTIZIA DI STAMATTINA vi è un tentativo di estorsione aggravato dalla modalità mafiosa nei confronti di un dipendente di una società, il quale avrebbe subito una minaccia da parte di esponenti della consorteria di ‘ndrangheta locale, su commissione del proprio datore di lavoro, al fine di farlo desistere dall’intraprendere iniziative sindacali finalizzate all’ottenimento di spettanze stipendiali dovutegli. 

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Trenta, complessivamente gli indagati, di cui 18 raggiunti da misura cautelare: 4 in carcere, 13 ai domiciliari e 1 sottoposto all'obbligo di presentazione alla pg.

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Tra gli indagati, 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di garanzia. Il provvedimento ha previsto inoltre e, il sequestro preventivo delle quote e del compendio aziendale di 6 società con sede nella Provincia di Catanzaro da affidare ad amministratori giudiziari nominati dall’A.G. Il valore complessivo delle aziende ammonta ad oltre 10 milioni di euro. La Direzione Distrettuale Antimafia ha altresì ipotizzato la responsabilità amministrativa prevista dal D.Lgs. 231/2001.
 
La complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata “Scirocco”, ipotizza l’esistenza di un’organizzazione tesa all’ottenimento di più commesse e alla esecuzione degli appalti in frode ai contratti e alla commissione di reati ambientali derivanti dalla gestione di 34 depuratori a servizio di 40 comuni ubicati nelle 5 province calabresi.

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In particolare, si ipotizza che i responsabili delle società ottenessero illeciti profitti attraverso:
- l’abbattimento dei costi di gestione degli impianti di depurazione, determinato principalmente dal parziale trattamento dei fanghi prodotti dalla lavorazione delle acque reflue, nonché dalle mancate manutenzioni previste dai capitolati d’appalto;
- la redazione di falsi Formulari di Identificazione Rifiuti nei quali si attestava il fittizio conferimento di rifiuti presso un impianto di depurazione con sede in un comune della provincia di Catanzaro;
- lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti (fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti prodotti dalla pulizia delle acque di scarico, fanghi delle fosse settiche), per più di 2.000 tonnellate, nell’arco di circa un anno che venivano conferiti presso il citato impianto di depurazione fanghi, per una asserita attività di trattamento, in realtà mai eseguita;
- la richiesta ad alcuni dei Comuni, con successiva liquidazione, degli oneri per le operazioni di manutenzione degli impianti di depurazione, prestazioni che invece avrebbero dovuto essere a carico della società.

Tali condotte illecite, secondo gli indizi raccolti, hanno inoltre avuto come conseguenza il malfunzionamento di numerosi impianti di depurazione comunali che in 10 casi hanno comportato l’illecito sversamento dei liquami non trattati sia nei terreni circostanti che direttamente in mare, con evidente compromissione delle matrici ambientali.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 depuratori dislocati in varie località della Calabria ed è stato effettuato l’accesso presso 24 comuni ricadenti nelle 5 province calabresi, da cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari pubblici.

Determinanti sono stati, a riscontro dell’attività investigativa, le attività tecniche di monitoraggio dei siti grazie ai quali è stato ricostruito l’illecito modus operandi. Un dato importante è emerso altresì dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla qualità del mare, dei laghi e delle coste, che hanno confermato il quadro allarmante della situazione che caratterizza la qualità delle acque nei pressi dei siti di depurazione attenzionati.

I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI COINVOLTI

INDAGATI A PIEDE LIBERO
Bartucca Davide (cl.’83)
Bongarzone Giuseppe (cl. ’88) 
Dardano Giuseppe (cl. ’68) 
Lento Ernesto (cl. ’62) 
Minieri Giuseppe (cl. ’89)
Minieri Mario (cl. ’62)
Minieri Saverio (cl. ’91)
Nisticò Daniele (cl. ’95)
Papalia Vincenzo (cl. ’81)
Passafaro Giovanni (cl. ’91)
Passafaro Giuseppe (cl. ’68)
Passafaro Raffaele (cl. ’01)
Pungitore Francesco (cl. ’76)
Rosariano Domenico (cl. ’85)
Rutigliano Gioacchino (cl. ’85)
Serianni Ilario (cl. ’87)
Talarico Andrea (cl. ’89)
Talarico Vincenzo Ruggero (cl. ’64)
Trapasso Francesco (cl. ’92)
Valentino Giuseppe Donatello (cl. 74)
Vescio Campisano Antonietta detta Antonella (cl. ‘78)

CHI VA IN CARCERE
Custodia cautelare in carcere nei confronti di Mario Minieri, Giuseppe Minieri, Saverio Minieri, Giuseppe Donatello Valentino.

CHI VA AGLI ARRESTI DOMICILIARI
In 13 vanno ai domiciliari invece Vincenzo Papalia, Ilario Serianni, Giuseppe Passafaro, Raffaele Passafaro, Antonietta Vescio Campisano, detta Antonella, Gioacchino Rutigliano, Andrea Talarico, Davide Bartucca, Domenico Rosariano, Francesco Pungitore, Giuseppe Bongarzone, Ernesto Lento, Vincenzo Ruggero Talarico. 

OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA PG per Giovanni Passafaro.

IL SEQUESTRO
Disposto il sequestro  nei confronti di: G&D Ecologica Spa con sede a Lamezia; della Minieri Holding Srl con sede a Roma, Minieri King Elettrica srl con sede a Caraffa, Minieri Ecologistica srl con sede a Roma.

INDAGATI IN UN PROCEDIMENTO PARALLELO
Tommaso Agretto di Maida (dipendente della Miniera King)
Andrea Cannistrà di Catanzaro (dipendente della Miniera King)
Ion Ciobanu di Settingiano (dipendente della Miniera King)
Giuseppe La Grotteria di Catanzaro (dipendente della Miniera King)
Rosario Sessa di San Lucido (responsabile del settore tecnico del Comune di Falconara Albanese)
Paola Di Stio di Belvedere Marittimo (responsabile del settore tecnico del Comune di Belvedere Marittimo)
Pasquale Calabrese (responsabile del settore tecnico del Comune di Belvedere Marittimo)
Raffaele Rosignuolo (responsabile del settore tecnico del Comune di Belvedere Marittimo)
Rosario Talarico (responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di San Pietro Apostolo)
 

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