di CARLO MIGNOLLI
«Me lo auguro davvero. È quello che desidero»: così Giulia Elettra Gorietti risponde, con un sorriso, alla domanda su un possibile futuro lavorativo in Calabria: «Anche perché così potrei stare stabilmente qui con mio marito, che vive in Calabria - come tutti sapete. È uno dei miei sogni», aggiunge, lasciando intendere quanto questo territorio le sia ormai entrato nel cuore.
L’attrice è stata tra gli ospiti della 22ª edizione del Magna Graecia Film Festival, dove ha presentato Limbo, un cortometraggio intenso e necessario, che la vede protagonista. Una partecipazione che segna anche un momento importante per il festival stesso: Limbo fa parte della nuova sezione dedicata ai cortometraggi di opere prime e seconde, un’iniziativa nata per dare spazio e visibilità ai giovani talenti del cinema.
«Sono molto onorata, anche perché quest’anno è la prima volta che viene inaugurata questa sezione. È un’iniziativa che stimola il talento dei più giovani, anche se - lo ammetto - non sono più giovanissima… ma sono ancora giovane, sì», dichiara Giulia con autoironia.
Parlando del corto, l’attrice si sofferma sulla tematica al centro del racconto: la depressione femminile legata al mondo del lavoro. Un argomento delicato, profondo, spesso ignorato. «È la mia seconda volta in un cortometraggio, dopo quasi vent’anni, e affronta una tematica che mi sta molto a cuore», afferma.
«La cosa più bella, per me, nell’essere attrice, è poter trasmettere ideali e valori, cercare di far riflettere le persone, e abbracciare - anche solo simbolicamente - chi si sente solo, chi soffre, chi è emarginato», spiega con trasporto.
In merito al significato più profondo di Limbo, dice: «Il corto vuole invitare lo spettatore a comprendere il dolore di queste donne, ma anche a capire che, in queste circostanze, sono proprio gli uomini a poter fare la differenza». E poi aggiunge: «Dovrebbe finire l’epoca in cui siamo sempre e solo noi donne a parlare di certi temi. Questa responsabilità dev’essere condivisa anche con il genere maschile. Solo così si può parlare di vera parità - o almeno, è la direzione in cui dobbiamo andare».
Sul suo rapporto con il festival, l’attrice confida: «La mia prima volta al Magna Graecia è stata otto anni fa, a Catanzaro. Quindi, per me, è la prima volta a Soverato. Una cornice nuova, molto bella, e con tante novità». Tra le novità di questa edizione che l’hanno colpita la parte dedicata alla politica, condotta da Tommaso Labate, a cui ha assistito con interesse: «Sono un’appassionata di politica, anche internazionale, quindi l’ho seguito con molto interesse. C’è una bella energia, il cambiamento è sempre positivo».
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