di IACOPO PARISI
All'incontro promosso dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC) sulla Autonomia Differenziata, ha preso parte anche S.E. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, il quale ha voluto condividere le sue riflessioni sulla questione, evidenziando le preoccupazioni della Chiesa.
Mons. Maniago ha sottolineato come ogni riforma che incida sulla struttura dello Stato debba essere attentamente valutata, poiché riguarda aspetti fondamentali della vita sociale e della coesione nazionale. In questo senso, anche la Chiesa segue con attenzione il dibattito, non per interessi propri, ma per il bene comune, affinché nessuno venga penalizzato da eventuali squilibri normativi o economici.
Particolare attenzione è stata posta al ruolo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e, in questo contesto, agli Episcopati del Sud, che hanno manifestato perplessità sulla riforma, evidenziando il rischio che essa possa acuire le disuguaglianze tra le diverse aree del Paese. La preoccupazione principale riguarda la possibilità che l’autonomia differenziata, invece di garantire un miglioramento delle condizioni generali, possa creare nuove disparità nell’accesso ai servizi essenziali e nelle opportunità di crescita per i cittadini.
"La riforma dovrebbe sempre puntare a migliorare il passato – ha affermato Mons. Maniago – e a rispondere alle nuove sfide con strumenti adeguati, affinché l'unità nazionale non sia solo una questione di confini, ma si traduca in un'effettiva uguaglianza di possibilità per tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui vivono."
In questa prospettiva, il convegno organizzato dal MEIC si è inserito come un'importante occasione di riflessione per favorire un dibattito costruttivo, promuovendo una maggiore consapevolezza sulle implicazioni della riforma. Mons. Maniago ha ribadito come la Chiesa si ponga al fianco della società nel sollecitare un confronto approfondito, che porti a scelte realmente orientate al bene comune e alla coesione sociale.
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