Riceviamo e pubblichiamo una nota del sindaco di Montauro, Giancarlo Cerullo.
In merito alle recenti dichiarazioni delle minoranze sull’elezione del Presidente del Consiglio Comunale, ci corre l’obbligo – ma anche il piacere – di fare chiarezza, soprattutto per rispetto dei cittadini, ai quali va garantita un’informazione corretta, oltre che una certa dose di realtà. Cominciamo col dire che il Presidente del Consiglio Comunale eletto è Antonio Schiavone, non Antonio Destito – come qualcuno, tra un comunicato e l’altro, continua a scrivere. Schiavone è stato eletto con 8 voti, provenienti dalla maggioranza di cui fa parte con coerenza e responsabilità. A Destito, figura seria e stimata, è stata invece attribuita la Vicepresidenza del Consiglio, con 9 voti. La verità, insomma, è meno spettacolare ma molto più semplice di quanto la minoranza vorrebbe far credere.
Vale poi la pena ricordare – e stavolta con enfasi – che la convocazione del Consiglio è stata richiesta proprio dalla minoranza, con l’obiettivo, tra l’altro, di costituire un gruppo consiliare unico. Una richiesta legittima, ci mancherebbe. Ma ciò che stupisce è che, pur sapendo benissimo di avere venti giorni di tempo (per legge) per elaborare simbolo e documentazione, si siano comunque presentati impreparati, salvo poi ritirare tutto all’ultimo momento con la scusa del “simbolo mancante”. Evidentemente, anche venti giorni non bastano quando manca la volontà (o l’organizzazione).
Ma l’aspetto più curioso – e diciamolo, anche il più tragicomico – è vedere oggi uniti, fianco a fianco, consiglieri che per anni si sono contrastati, punzecchiati, ostacolati pubblicamente, dichiarandosi incompatibili in tutto. E ora, come per magia, siedono dalla stessa parte, uniti da un unico collante: l’opposizione a prescindere. Un’alleanza talmente forzata da sembrare il trailer di una sitcom politica.
Nel frattempo, c’è chi invoca il commissariamento, chi denuncia presunti complotti, chi grida allo scandalo ogni volta che si vota qualcosa. Ma mentre loro si cimentano con il dramma, noi ci occupiamo di cose più concrete: cantieri avviati, progetti finanziati, risposte ai cittadini. È questa, la differenza tra chi costruisce e chi cerca visibilità. Concludiamo dicendo che il confronto politico ci piace – quando è serio, onesto, informato. Ma se il copione è sempre lo stesso e le battute sono scritte male, allora il teatrino perde anche l’effetto comico. Noi continuiamo con i fatti. Gli altri, se vogliono, possono continuare con la sceneggiatura.
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