di PASQUALE MONTILLA*
La Regione Calabria ha dichiarato di non possedere uno strumento efficiente e credibile per monitorare i dati di incidenza tumorale registrati sul territorio di Crotone nell’area dell’ex Pertusola. I dati epidemiologici dell’incidenza dei tumori su Crotone, area ad alto impatto ambientale e sanitario, non possono essere accreditate alla call dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la redazione del periodico report Cancer incidence in Five Continents perchè incompleti. Questa incapace cronica interpretazione di dati epidemiologici non lineari ha obbligato attualmente ad una forzata rimodulazione di un progetto di riallineamento del registro Tumori della Regione Calabria e ad una revisione del sistema informativo con approccio radicale.
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Si è in sintesi documentato un fallimento. Si conferma pertanto che la prevenzione oncologica nelle aree ad alta pressione ambientale e alto indice di deprivazione in Calabria è stata portata avanti pertanto per decenni a orario ridotto. Mancate Indagini epidemiologiche lineari e di precisione e l’avvio di una prevenzione oncologica primaria e non avere considerato la prevenzione oncologica come punto di forza una violazione dello statuto antropologico in definitiva creato un sottoprodotto culturale della scienza medica e ad un salto di qualità del danno oncologico subito. Bisogna puntare su screening onco-tossicologici su target in genomica per individuare i pazienti contaminati da agenti chimici tossici ad azione cancerogena e riportare con mirati trattamenti l’orologio del danno biologico indietro.
Hanter, epidemiologo della Harvard, su Molecular Epidemiology of Cancer dichiarava già nel 2005 che l’integrazione di epidemiologia tradizionale, biologia molecolare e genetica di prifilazione produrrà una forma risorgente di epidemiologia assai più potente nella propria capacità di prevenire il cancro. Questo significa che l’epidemiologia molecolare rappresenta insieme a gli altri screening tossicologici il futuro della prevenzione primaria al cancro. La chiave per accellerare sta nel mettere l’esposoma come punto di riferimento futuro scientifico per la medicina di precisione negli avvelenamenti cronici da metalli pesanti di produzione industriale e radioisotopi radioattivi.
L’epidemiologia molecolare degli esponesomi che identifica i rischi per la salute umana sulla base dei biomarcatori delle esposizioni ambientali non è stata mai purtroppo indicata, consapevoli che le esposizioni ambientali ad alto impatto possono influenzare i processi geneticamente guidati ad indirizzo oncologico.
*Consulente Scientifico Oncologo Medico ONA Roma
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