di MASSIMO PINNA
Diversi sono gli apicoltori, che rilevano da tempo, ed in particolare nell'ultimo periodo, una massiccia ed allarmante per i raccolti e per le conseguenze sull'ecosistema, moria di migliaia di api che cadono letteralmente a centinaia, ormai senza vita, nelle arnie e negli alveari.
Così, vanno in fumo mesi di sforzi, di attenzione, così come ormai a rischio intere stagioni di raccolta e dunque di reddito per gli apicoltori.
Diverse, sono infatti, le cause che hanno determinato anche quest’anno un crollo delle produzioni di miele e altri prodotti dell’alveare. Siccità e cambiamenti climatici sono alla base di questi eventi. Una primavera piovosa ha costretto gli apicoltori a ricorrere all’integrazione alimentare per consentire la sopravvivenza dei propri alveari. Queste condizioni stanno gradualmente portando a una difficoltosa produzione di mieli primaverili, come l’acacia, che riesce solamente ad essere bottinata da alveari in stato avanzato di sviluppo. La stagione produttiva è migliorata sensibilmente nel periodo estivo, ma i raccolti estivi di millefiori e castagno non hanno assolutamente permesso di portare a casa una stagione iniziata drammaticamente.
Gli alveari hanno recuperato le forze e si sono arricchiti di provviste utili ad affrontare il periodo invernale, in ogni caso, la forte siccità del mese di agosto e lo stress determinato dai trattamenti acarici di contro la parassitosi da Varroa hanno causato un decremento della popolazione degli alveari. Negli ultimi mesi, inoltre, alcuni apicoltori stanno segnalando perdite di alveari difficilmente spiegabili. Le morie si presentano in forma di abbandono del nido da parte della colonia, in particolare, non sono presenti api morte nel terreno soggiacente l'arnia, né al suo interno o sul predellino di volo; rimangono i telai con abbondanti corone di miele, senza che sopraggiungano fenomeni di saccheggio.
Le cause sono sicuramente molteplici e i forti stress sopportati durante la stagione potrebbero avere influenzato la sopravvivenza. Non si può però non escludere che alla base vi sia anche un massivo utilizzo di pesticidi, spesso utilizzati in maniera indiscriminata. Il settore è dunque in forte difficoltà e interventi di sostegno specifici agli apicoltori si rendono necessari per consentire la sopravvivenza delle aziende.
La Calabria è la quarta regione in Italia per produzione di miele ed è stata la prima ad introdurre un sostegno economico ad alveare tramite l’Intervento 10.01.09 -Apicoltura per la Preservazione della biodiversità – del programma di sviluppo rurale. Oggi, l’intervento precedentemente detto ha assunto la denominazione di SRA 18 -Impegni per l’Apicoltura-.
Nonostante la crisi del settore, gli apicoltori non hanno ancora percepito questo premio per alveare. Si auspica chele istituzioni sblocchino questa incresciosa situazione e aiutino gli apicoltori anche con altre forme di sostegno per le mancate produzioni.
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