La prossima udienza è stata fissata per il 4 maggio.
02 maggio 2023 17:07E' ripreso oggi davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Crotone l'incidente probatorio per raccogliere le testimonianze dei sospravvissuti al naufragio di migranti avvenuto a Steccato di Cutro il 26 febbraio scorso e che ha causato la morte di 94 persone oltre a diversi dispersi. Dei quattro presunti scafisti erano presenti in aula solo il turco Sami Fuat, di 50 anni, e il pakistano Khalid Arslan di 25 anni; collegato dal carcere di Tolmezzo (Udine) c'era Gun Ufuk, il turco di 28 anni arrestato in Austria ed estradato il 28 aprile scorso in Italia. Assente invece il quarto indagato: Hafab Hussnain, 21 anni, pakistano (che era stato inizialmente indicato come minorenne) non ha preso parte all'udienza.
“I primi giorni abbiamo viaggiato al buio, vedevamo la luce da un buco nel soffitto e capivamo se era giorno o notte. Abbiamo viaggiato tra il vomito di chi stava male e solo dopo tre giorni i capitani ci hanno dato il permesso di salire in coperta” ha raccontato Muhammad Shah, pakistano di 26 anni, che si trovava sul caicco partito da Izmir e naufragato a Steccato di Cutro. La testimonianza di Shah, insieme a quella di Rehman Khalil, 23 anni, pakistano, è servita a ribadire le varie fasi del viaggio dalla Turchia verso l'Italia. I due testimoni hanno confermato al pm, Pasquale Festa, che l'organizzatore del viaggio era un pakistano che loro conoscono come Ali Hassan. Uno dei testimoni, Rehmam ha raccontato che i trafficanti avevano preso i loro cellulari al momento dell'imbarco e li avevano poi restituiti senza scheda. “Non potevamo chiamare e non c'era neppure la linea per chiedere soccorso” ha detto il testimone che ha riconosciuto tra gli indagati solo Sami Fuat come componente dell'equipaggio: “Io non sono mai salito in coperta, l'ho visto andare a prendere degli attrezzi in stiva”.
Fuat e Ufuk sono stati riconosciuti come componenti dell'equipaggio da Muhammad Shah: Fuat “stava seduto dietro quello che guidava la barca, ma non dava ordini e non ha mai preso il timone”, mentre Ufuk è stato visto condurre la barca. Il giovane testimone ha anche indicato un quinto scafista che si occupava del timone: si tratta di un siriano che è però deceduto nel naufragio. Entrambi i testimoni hanno ribadito il ruolo di traduttori dei due pakistani indagati spiegando che Arslan e Hussnain “mangiavano e dormivano con i viaggiatori” e “quando abbiamo scoperto dopo qualche giorno dalla partenza della barca che parlavano turco gli abbiamo chiesto di fare da traduttori con i capitani e quindi i capitani li hanno fatti restare sopra per portare nostre richieste”. La prossima udienza è stata fissata per il 4 maggio.
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