NCC, la riflessione: "Riaffermato il principio di equilibrio tra competenze statali e regionali"

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  05 novembre 2025 17:03

di SETTIMIO PAONE


La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 163 del 2025, ha accolto il ricorso della Regione Calabria contro il decreto interministeriale n. 226 del 2024 e le relative circolari attuative in materia di noleggio con conducente (NCC). I giudici hanno stabilito che non spetta allo Stato adottare atti che impongono obblighi e divieti agli esercenti del servizio NCC tali da perseguire con mezzi sproporzionati il fine di garantire che soltanto i taxi possano rivolgersi a un’utenza indifferenziata.
Secondo la Consulta, il Governo ha superato i limiti della propria competenza nella materia della “tutela della concorrenza” e, regolando nel dettaglio l’esercizio del servizio NCC, ha invaso la sfera di competenza regionale in materia di “trasporto pubblico locale”.
La sentenza dichiara illegittime alcune parti del decreto e delle circolari ministeriali, in particolare quelle che prevedevano il cosiddetto “vincolo dei 20 minuti” tra la prenotazione e l’inizio del servizio, il divieto di stipulare contratti di durata con alberghi o agenzie di viaggio, e l’obbligo di utilizzare un’unica applicazione ministeriale per il Foglio di Servizio Elettronico.
Per la Corte, queste misure si configurano come limitazioni eccessive e sproporzionate che incidono direttamente sulle modalità di esercizio dell’attività di noleggio con conducente, ambito che rientra nella competenza delle Regioni. Le disposizioni annullate, inoltre, non risultano necessarie a garantire una reale distinzione tra i servizi NCC e taxi, ma si traducono in un’eccessiva compressione della libertà imprenditoriale e contrattuale degli operatori.
La decisione della Consulta riafferma così il principio di equilibrio tra competenze statali e regionali, riconoscendo alle Regioni la facoltà di disciplinare le modalità di organizzazione e svolgimento dei servizi di trasporto locale, inclusi quelli di noleggio con conducente, nel rispetto dei principi generali fissati dallo Stato.
Con questa sentenza, la Calabria ottiene un risultato importante in materia di autonomia normativa, aprendo la strada a una regolamentazione più flessibile e aderente alle esigenze del territorio e degli operatori del settore.


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