'Ndrangheta: 4mila in corteo nel Crotonese contro le intimidazioni

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Maria Grazia Vittimberga
  30 aprile 2024 18:50

  "La 'ndrangheta non ci appartiene": erano oltre 4.000 le persone che questo pomeriggio hanno partecipato al corteo che si è snodato per le vie di ad Isola Capo Rizzuto per dire no alla 'ndrangheta. L'iniziativa, promossa dall'amministrazione comunale insieme ad associazioni, partiti politici, parrocchia voleva essere una risposta alle recenti intimidazioni subite da alcune imprese che operano nel territorio. L'ultima è avvenuta lo scorso 21 aprile quando sono stati incendiati alcuni mezzi della Soigea, azienda leader nel settore elettrico con diverse sedi in Italia.

Questo pomeriggio migliaia di persone - scuole, associazioni sportive e di volontariato, gruppi parrocchiali, semplici cittadini di Isola Capo Rizzuto - hanno percorso in silenzio le principali strade della città dietro allo striscione con la scritta "la 'ndrangheta non ci appartiene" mentre tutti gli esercizi commerciali hanno abbassato le serrande in segno di solidarietà con l’impresa colpita Oltre agli amministratori di Isola Capo Rizzuto erano presenti numerosi sindaci del crotonese ed il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari. Al momento della partenza del corteo i consiglieri comunali di Isola, che erano in testa alla sfilata, si sono fermati davanti al palazzo comunale gridando ‘qui la ndrangheta non entra’.

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"Siamo qui oggi - ha detto il sindaco, Maria Grazia Vittimberga - per dire insieme a tutti i cittadini di Isola che noi siamo dalla parte dei commercianti, degli imprenditori e di tutti coloro che si alzano la mattina e cercano di guadagnare onestamente il pane dando posti di lavoro. A tutti loro voglio dire di non sentirsi soli perché non soltanto le istituzioni, non soltanto le forze dell'ordine ma anche tutta la popolazione sarà dalla loro parte". "È una risposta importante - ha sottolineato il parroco don Francesco Gentile - perché vedo tanti giovani, tanti bambini ma anche molto adulti che sono venuti qui spontaneamente. Questo mi riempie di speranza. È un seme che va coltivato".  

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