Nessun metodo mafioso nella gestione del gioco online: assolti a Reggio dirigenti e agenti di Betsolution

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Il Tribunale di Reggio Calabria
  30 giugno 2025 16:11

A Reggio Calabria 10 anni fa - quando scattò l’operazione “Gambling” della Direzione distrettuale - non c’era il metodo mafioso nella gestione dei giochi online da parte di “Betsolution”, la società maltese finita nell’occhio del ciclone dell’inchiesta. Lo ha stabilito, come riporta Agipronews, il Tribunale di Reggio Calabria assolvendo pochi minuti fa “perché il fatto non sussiste” e “per non aver commesso il fatto” i dirigenti di Betsolution - Domenico Lagrotteria (difeso dagli avvocati Daniela Agnello e Giuseppe Milicia) e Alessandro Ciaffi (rappresentato dall’avvocato Antonio Barilari) - e gli agenti della rete commerciale, il sig. Vincenzo Giuliano, Mario Vardè e Davide Taher, provider internazionale di poker online  (difeso dall’avvocato Ottavio Porto), al termine del processo di primo grado per associazione per delinquere di stampo mafioso.

Le accuse relative agli altri reati minori, come l’esercizio abusivo di attività di gioco e le contestazioni fiscali dalle scommesse abusive alle irregolarità fiscali, sono invece cadute per sopravvenuta prescrizione. Due sole le condanne irrogate dalla corte: 10 anni ad Antonino Alvaro e 7 anni a Cristian Cosentino. Il processo era stato avviato a seguito delle dichiarazioni del primo pentito del settore giochi, Mario Gennaro, le cui accuse al gruppo dirigente di “Betsolution” in buona parte non hanno retto al dibattimento di primo grado. Gli imputati erano finiti nel luglio 2015 nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nel quadro della maxi operazione interforze “Gambling”, che si era conclusa con l’azzeramento di un’organizzazione capeggiata per anni dallo stesso Gennaro, all’epoca dei fatti uomo di punta della cosca Tegano di Reggio e subito dopo l’arresto divenuto collaboratore di giustizia, che avrebbe gestito illecitamente le scommesse sportive on line operando all’ombra della ’ndrangheta. Il processo ha però dimostrato che non c’era stato metodo mafioso nella condotta dei principali imputati di “Gambling”.

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Secondo l’avvocato Daniela Agnello, difensore di Domenico Lagrotteria, “La raccolta di scommesse del concessionario maltese BetSolution4U con brand BetPassion non aveva collegamenti con la criminalità organizzata. È stato un processo lungo e faticoso ma dopo 10 anni il Tribunale di Reggio Calabria ha assolto perché il fatto non sussiste escludendo qualunque infiltrazione da parte della criminalità organizzata e l’utilizzo del metodo mafioso da parte del gruppo di lavoro. La giustizia ha restituito dignità all’imprenditore Domenico Lagrotteria e a tutta la sua rete commerciale”.

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L’avvocato Ottavio Porto, legale di Taher, ha espresso «soddisfazione per l’esito del procedimento e per l’assoluzione piena del proprio assistito», sottolineando come il processo abbia finalmente «ricollocato nella giusta dimensione la posizione di un imprenditore del settore tecnologico e del gaming, oggi libero di riprendere il proprio percorso lavorativo e imprenditoriale».

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