Un giovane, nei cui occhi si legge la passione di chi respira da bambino gli odori delle tintorie sartoriali e che ha imparato dal papà a riconoscere al tatto un tessuto pregiato da uno più a buon mercato, racconta della sua impresa, una da giovani, da dietro il bancone dello storico negozio di Via dei Coronari.
“Il nodo della questione è che la globalizzazione del commercio e la crescente competitività condannano il consumatore a ritrovarsi tra le mani, e il più delle volte senza volerlo, un prodotto non proprio di qualità”.
A parlar di nodo (e senz’altro con competenza) è il giovane Tiziano Talarico, brand ambassador e figlio del fondatore Maurizio, dell’azienda romana che dal 1999 è punto di riferimento per la moda italiana, maschile e femminile, anche giovanile, grazie alle sue cravatte e ai suoi foulard in pura seta che hanno conquistato il gusto di tanti personaggi e politici di fama mondialecompletandone, con eleganza e stile tutti made in Italy, l’outfit per le occasioni più disparate.
“Credere fermamente nel prodotto sartoriale di alta qualità, anche rischiando che potesse essere percepito solo come prodotto di nicchia, per noi ha rappresentato il successo. E se si abbina la qualità alla insostituibilità di un accessorio come la cravatta, ad esempio, che accompagna e sempre accompagnerà tutti i più significativi momenti della vita di un uomo, dalla sua giovane età fino a quella adulta, il gioco è fatto. Pensiamo ad esempio ad una laurea, ad un colloquio di lavoro, ad un matrimonio, ma anche ad un primo appuntamento con una ragazza per la quale si vuol sfoggiare una mise impeccabile. La cravatta è da sempre un must. E a mio padre va il merito di averla reinventata credendo che più colore l’avrebbe resa contemporanea e originale. Infatti è proprio l’equilibrio tra colori e micro fantasie sempre diverse a rendere la cravatta Talarico riconoscibile rispetto ad altre. E’ il nostro cavallo di battaglia, quello col quale l’azienda è nata e cresciuta, quello a cui siamo sicuramente più affezionati”.
Guardando però oltre il tradizionale legame tra lo storico marchio ed i suoi iconici prodotti artigianali l’azienda Talarico ha da tempo ampliato la sua offerta con profumi, accessori in cachmere (sciarpe, guanti, scaldacollo, mantelle), piccola pelletteria, e staadesso pensando anche al tempo libero con costumi, camice di lino e borse. Tutto in arrivo la prossima estate.
“Siamo molto attenti ai nostri consumatori. Anzi, a volte sono proprio loro che ci confidano le loro esigenze e noi le cogliamo al volo per creare prodotti sempre più vicini ai loro gusti. Ma non solo! L’innovazione digitale ci permette di aprire le nostre vetrinesul mondo, e noi lo facciamo considerando le differenze in tema di moda, tendenze e tradizioni in base alle aree di mercato sulle quali desideriamo esportare i nostri prodotti. Ad esempio il Giappone ci richiede fantasie colori e modelli del tutto diversi da quelli tipicamente latini e ciò comporta inevitabilmente una diversificazione della produzione con sacrifici anche maggiori in termini di energie e tempo. Ma ciò è funzionale ad una vendita di successo. E se i nostri clienti sono soddisfatti lo siamo anche noi”.
Senza tralasciare la tradizione ma con lo sguardo rivolto al futuro, dopo gli investimenti sugli store fisici che rappresentano il reale punto di contatto tra il cliente ed il suo prodotto, l’azienda Talarico programma adesso di amplificare la vendita on line usando come propulsore non solo il crescente successo del marchio ma anche le aspettative di coloro che da sempre lo considerano sinonimo di qualità e di sostenibilità anche. L'azienda è infatti la prima a raccogliere le cravatte usate dai suoi clienti per riciclarle e farne di nuove, tutte “green” e di seta grezza certificata GOTS.
“Anche se viviamo nell’era dell’e-commerce e delle produzioni dei grandi numeri bisogna a mio avviso conservare la sensibilità di produrre in maniera sostenibile e di tastare, senza puntare sempre e solo sul business, il polso di coloro con i quali ci sentiamo di condividere il nostro successo, e cioè i nostri acquirenti”.
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