Il nuovo documento firmato dal delegato al Covid Fortunato Varone è indirizzato ai dipartimenti di Prevenzione delle Asp. I dati che vanno indicati per l'adozione di un'ordinanza regionale che disponga la zona rossa in un territorio all'interno della regione
13 aprile 2021 17:43di GABRIELE RUBINO
Comuni zona rossa appena l'incidenza settimanale supera il valore di 250 casi per 100 mila abitanti, tuttavia anche se questa soglia è inferiore ma ricorrono altre condizioni che testimoniano il peggioramento dell'andamento epidemiologico possono scattare le misure più restrittive. E' quanto prevede una nuova circolare firmata dal presidente f.f. Nino Spirlì e dal delegato regionale al Covid Fortunato Varone. La missiva è indirizzata principalmente ai dipartimenti di Prevenzione delle Asp. Sono queste infatti le unità che devono indicare alla Regione la necessità di adottare le ordinanze restrittive.
SOGLIA DEI 250 CASI PER 100 MILA ABITANTI- La circolare prevede anzitutto che "per la definizione di “zona rossa”, il parametro di riferimento è rappresentato dall’incidenza settimanale per 100.000 abitanti con valore ≥ 250". Fin qui dato pacifico, previsto esplicitamente anche nell'ultimo decreto anti-Covid del governo Draghi. Ciononostante non scatta la zona se il dipartimento di prevenzione competente, soprattutto nei piccoli comuni, "accerti che i focolai sono limitati o circoscritti, le indagini epidemiologiche ed il contact tracing hanno un adeguato livello di completezza e la situazione territoriale non presenta particolari problematiche connesse a catene di trasmissione non note".
LE CONDIZIONI CHE FANNO SCATTARE LA ZONA ROSSA- All'opposto, può scattare la zona in quelle aree in cui, pur se non è raggiunto il valore di allerta di 250 casi per 100 mila abitanti a settimana, se "si verifichino almeno due o più delle seguenti condizioni, che sono riconducibili a motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico: 1. tasso di positività (casi confermati/tot soggetti testati per settimana) superiore di 5 o più punti rispetto alla settimana precedente, ovvero della media della provincia di riferimento, nel medesimo periodo; 2. presenza di numerosi casi non riconducibili a catene di trasmissione note (è necessaria la valutazione del numero dei casi e del contesto), con contagi pervasivi; 3. evidenza documentata della circolazione di varianti di SARS-CoV-2 che determina alto rischio di diffusività o stati di malattia grave; 4. aumento nel numero di focolai attivi o di nuovi focolai nello stesso Comune, non diversamente contenibili per la eterogenea distribuzione sul territorio; 5. significativo aumento nel numero dei ricoveri e/o dei decessi nel territorio interessato, negli ultimi 7 e 14 giorni".
I DATI SULLE SCUOLE- La circolare precisa che possono essere segnalati ulteriori elementi come la "sussistenza di condizioni peculiari nell’area interessata (esempio luogo frequentato da molti visitatori per un elemento attrattivo particolare), tipologia di sviluppo di focolai in una comunità lavorativa, politica, scolastica, religiosa, militare, nelle situazioni in cui si sia rilevata una significativa attività sociale e molteplici interazioni tra diversi soggetti esterni alla comunità, anche correlata a specifici target di persone fragili, > 50 anni o < 18 anni". Inoltre è dovranno essere fornite informazioni relative alla proporzione di soggetti under 18 risultati positivi negli ultimi 7 e 14 giorni, rispetto al totale dei casi confermati e l’eventuale presenza di cluster scolastici legati alla diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti. Questi ultimi dati servono a valutare la deroga alle misure sulle scuole (presenza fino alla prima media anche in zona rossa) previste nel decreto del 1° aprile.
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