“Devo lavarmi la coscienza, voglio parlare con il magistrato”. Con queste parole ha confessato e fatto trovare l’arma del delitto Giuseppe Paparo, il 39enne di Isola Capo Rizzuto indagato per l’omicidio del 22enne Filippo Verterame avvenuto lo scorso 19 agosto al culmine di una lite a Le Cannella, nel comune di Isola Capo Rizzuto. Paparo, prima di essere trasferito dall’ospedale di Crotone dove era ricoverato per le ferite riportate nel corso della rissa, ha chiesto di parlare con il pm Pasquale Festa al quale ha raccontato quello che è avvenuto sul piazzale nei pressi di un lido e ha indicato ai carabinieri dove si trovava il coltello con il quale ha ferito Alessandro Bianco, Giuseppe Verterame e la giovane vittima.
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Paparo ha modificato la sua versione originaria nella quale aveva affermato di aver preso dalle mani di Giuseppe Verterame un coltello. Ha spiegato al magistrato e ai carabinieri che dopo la prima fase della lite era rientrato in casa e aveva preso un coltello da cucina con una lama di circa 20 centimetri. Arma con la quale ha prima ferito Alessandro Bianco a un braccio, per poi accanirsi contro Giuseppe Verterame, che nel frattempo si era rifugiato in auto, al quale ha mozzato il pollice della mano destra e causato ferite agli arti e al petto; quindi, Paparo ha raccontato di essersi girato e di essere finito addosso a Filippo ferendolo nella caduta a terra. Paparo ha ribadito che non sapeva di aver ferito il ragazzo alla gola. Quindi l'uomo ha indicato ai carabinieri il luogo dove aveva buttato il coltello: un canneto nei pressi del piazzale.
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