Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, una lettera aperta sulle condizioni del reparto di geriatria

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  26 gennaio 2025 07:04

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Teresa Mengani sulle condizioni del reparto di geriatria dell’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro.

Desidero portare all’attenzione delle autorità competenti e dell’opinione pubblica alcune riflessioni sulle condizioni attuali del reparto di geriatria dell’Ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, con l’auspicio di un miglioramento delle esperienze di degenza dei pazienti e del supporto alle loro famiglie.

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Prima di tutto, desidero esprimere il mio apprezzamento per la professionalità e la dedizione di alcuni medici, infermieri ed operatori sociosanitari che si distinguono per il loro impegno quotidiano nel garantire cure adeguate ai pazienti, affrontando con impegno le sfide quotidiane di una realtà complessa e delicata come quella della geriatria dimostrando una grande sensibilità verso le loro fragilità e necessità. È grazie al loro lavoro e alla loro umanità che molti pazienti e familiari trovano un punto di riferimento importante in momenti difficili della vita.

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Tuttavia, ritengo necessario segnalare alcune criticità che meritano attenzione, in particolare per quanto riguarda il benessere complessivo dei pazienti ricoverati. La permanenza in ospedalerappresenta un momento delicato, soprattutto per le persone anziane, spesso fragili e bisognose di particolari attenzioni non solo dal punto di vista medico ma, anche umano e psicologico.

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Attualmente si rileva una carenza di strumenti di svago e distrazioni, come televisori o altre forme di intrattenimento che potrebbero contribuire a rendere le giornate meno pesanti e ad alleviare il senso di isolamento che molti degenti avvertono

Indiscutibilmente, accanto all’indispensabile assistenza medica, è fondamentale riconoscere l’importanza del benessere emotivo dei pazienti, un aspetto che merita maggiore attenzione. Gli anziani ricoverati, spesso in condizioni di estrema vulnerabilità, non necessitano solo di cure sanitarie, ma anche di un ambiente che li aiuti a mantenere i legami affettivi con i propri cari e a non sentirsi abbandonati. Il senso di solitudine può, infatti, aggravare il loro stato di salute, rendendo ancora più difficile affrontare la malattia.

In quest’ottica, un aspetto particolarmente critico riguarda la mancanza di spazi adeguati per i familiari, soprattutto quando il paziente si avvicina alla fine della vita. Attualmente, i parenti dei malati terminali non hanno la possibilità di stare accanto ai loro cari in modo riservato e sereno, ma sono costretti ad attendere in un atrio freddo e scomodo, vivendo momenti di dolore e incertezza in condizioni che non offrono il minimo conforto. La creazione di un’area dedicata, come una stanza per il commiato o un salottino accogliente, rappresenterebbe un importante passo avanti per garantire un accompagnamento più umano e dignitoso, permettendo ai pazienti di sentire fino all’ultimo il calore della vicinanza familiare.

Inoltre, sarebbe opportuno rivedere l’organizzazione delle stanze di degenza, affinché si possa rispettare maggiormente la condizione di chi si trova nelle fasi terminali della vita, separandoli da chi affronta percorsi di cura meno critici. Questo contribuirebbe a tutelare la dignità di ciascun paziente e a creare un ambiente più rispettoso delle diverse esigenze di cura.

Confido che queste osservazioni possano offrire spunti utili per migliorare il reparto, affinché diventi un luogo che non solo assicuri cure sanitarie adeguate, ma che sappia anche rispondere alle profonde esigenze emotive e affettive dei pazienti e delle loro famiglie.

Ringraziando per l’attenzione, auspico una riflessione costruttiva su questi temi, nella speranza di poter contare su interventi concreti che rendano l’esperienza ospedaliera più umana e dignitosa per tutti”.

Teresa Mengani

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