Panpenalismo, Epifanio: "Una pia illusione pensare di risolvere il problema della società col diritto penale"

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  21 settembre 2024 11:54

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

"Una pia illusione pensare di risolvere il problema della società col diritto penale".

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Ad affermarlo è Concettina Epifanio, presidente della Corte D’Appello di Catanzaro tra gli invitati dell’incontro dal titolo, “Panpenalismo e tenuta del sistema democratico”, organizzato ieri pomeriggio dalle Camere penali di Catanzaro e Bologna presso la biblioteca De Nobili di Catanzaro.

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“Come ho detto nei saluti è un tema attualissimo ma anche antico perché l’ipertrofia del diritto penale, nonostante il neologismo, vuole porre in evidenza la questione che secondo me è soltanto una pia illusione pensare di voler risolvere il problema della società ricorrendo solo al diritto penale”.

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Dal canto suo, Giuseppe Milicia, coordinatore delle camere penali della Calabria afferma: “E’ uso antico ricorrere all’abuso del diritto penale. La destra va nella direzione della punizione di comportamenti legati al disagio di emarginati ma i governi in passato hanno fatto ricorso amplissimo fin dagli anni Novanta con Mani pulite a questa pratica. Il populismo politico e giudiziario ha identici natali. Non riguarda solo il nostro Paese. La magistratura – spiega - ha conseguito e ottenuto posizioni formidabili di potere e ha una vastità di poteri nella fase dell’applicazione attraverso interpretazioni che vanno oltre la lettera della legge. C’è una grande difficoltà nel tutelare la parte della difesa e inseguiamo il problema da tantissimo tempo ma tutto ciò attiene al rapporto tra la società e il potere dove vengono stimolati i peggiori istinti e non si alimenta la riflessione. Questo percorso produce risulti in termini di consenso a basso prezzo mentre un’inversione di tendenza dovrebbe prevedere una maturazione che non riesco a vedere.  Su questi temi Bologna è la migliore dottrina penalista italiana”.

E sull’argomento, Francesco Iacopino, presidente della Camera penale di Catanzaro “Alfredo Cantafora”, dice: Il gemellaggio con la Camera penale di Bologna è importante e nasce dall’esigenza di confronto e dialogo sul tema. Registriamo un aumento dei reati, delle pene, un’anticipazione della soglia punitiva, un’accentuazione della dimensione carcerocentrica della pena. Ma tutto questo ci ha reso più sicuri o meno liberi? Quando le carceri sono popolate da tossicodipendenti, malati psichiatrici, poveri del nostro tempo, extracomunitari ci dobbiamo chiedere: non abbiamo forse sostituito le leve del penale alla politica sociale? Non abbiamo rinunciato ad aiutare gli ultimi? Ecco, se il diritto penale diventa vendetta abbiamo certificato la bancarotta della nostra democrazia rinunciando al principio di eguaglianza sostanziale scolpito nella nostra Costituzione. I sudici in carcere dicono che abbiamo rinunciato all’umanità della pena e alla sua funzione di rieducazione. Ecco perché vogliamo lanciare un grido d’allarme affinché la politica si riappropri del proprio ruolo e soprattutto perché penale non può essere il regolatore dei fenomeni e delle diseguaglianze sociali, e in una democrazia così regolata non ci identifichiamo. Il diritto penale è come un farmaco: Farmacon che significa veleno, un alto dosaggio non cura il male ma avvelena il corpo sociale, oggi denunciamo questo”.

Saluti del procuratore generale presso la Corte D’Appello di Catanzaro Giuseppe Lucantonio, del sindaco Nicola Fiorita e di Vincenza Matacera, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati distrettuale di Catanzaro.

Prima tavola rotonda dal titolo “Il cantiere sempre aperto delle misure di prevenzione, modera Gian Luca Malvasi, direttore Fondazione forense bolognese – Osservatorio Scuole Territoriali Ucpi.

Ne discutono: Tommaso Guerini, avvocato e professore presso l’Università Pegaso di Napoli; Paola Ciriaco, consigliere preso la Corte D’Appello di Catanzaro; Fabrizio Costarella, avvocato e responsabile dell’Osservatorio misure patrimoniali di prevenzione UCPI; Francesco Siracusano, avvocato e professore presso l’Università di Catanzaro.

Seconda tavola rotonda dal titolo “Diritto penale simbolico ed emarginazione sociale, modera Orlando Sapia, avvocato e segretario della Camera penale di Catanzaro – Osservaorio CPR Ucpi.

Ne discutono Nicola Mazzacuva, avvocato e professore presso l’Università do Bologna e presidente del Consiglio delle Camere penali; Charlie Barnao, professore presso l’Università di Catanzaro; Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria e Ilario Ammendolia, giornalista e scrittore.

Conclusioni affidate a Valerio Murgano, avvocato e componente di Giunta dell’Unione delle Camere Penali italiane.

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