Parchi e giardini: nuova visione di Paesaggio con Alberta Campitelli

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  22 luglio 2025 09:25

 di GIOVANNA BERGANTIN  

C’è paesaggio e paesaggio. E la Calabria, nelle sue varietà, ne ha di autentici e suggestivi. Anche quando si tratta di andar per parchi e giardini sfoggia inaspettati capolavori di bellezza e benessere. Un mosaico di biodiversità - che si dispiega da nord a sud della Regione - tutto da scoprire.

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Alberta Campitelli, storica dell’arte e dei giardini, a lungo direttrice delle ville e parchi storici di Roma, docente alla Luiss di Gestione dei Musei e del Patrimonio Culturale e advisor member dell’ICOMOS-International Scientific Committee for Cultural Landscape, ci svela lo sviluppo storico dell’arte dei giardini. “L’andar per giardini permette di percorrere itinerari su diverse tematiche, intrecciando storia, arte e natura. Il giardino esprime con un suo linguaggio la visione dell’epoca e del committente che lo ha voluto e ci fa immergere in un mondo di sensazioni e di storie che ci legano al suo passato, ma nello stesso tempo, - spiega la studiosa - essendo in gran parte composto da materiale vivente e quindi mutevole, ci proietta nella dimensione del divenire, della trasformazione del creato che non è mai identico a sé stesso. Nella grandissima varietà di tipologie di giardini presenti nel nostro paese – da quelli rigorosamente geometrici a quelli romantici, da quelli scenografici a quelli raccolti- ognuno può trovare la corrispondenza al proprio gusto, scegliendo itinerari anche inconsueti. Inoltre, in un’epoca caratterizzata dall’affollamento turistico, i giardini offrono l’opportunità di rilassarsi in oasi di pace, tranquillità e serenità, accompagnati solo dai suoni della natura”.

Itinerari culturali significativi da non perdere  che offrono la possibilità di  integrarsi con la natura.  “La Calabria, - continua l’esperta  - non avendo avuto una presenza di potenti famiglie nobiliari, come i Medici in Toscana, i Borromeo in Lombardia, i Borghese e molti altri nel Lazio, né grandi città dalle quali evadere, non ha conosciuto una stagione di affermazione della residenza in villa quale alternativa alla vita urbana per cui dispone di giardini per lo più di dimensioni limitate, in quanto annessi a palazzi urbani. - specifica la Campitelli, autrice di numerosi volumi scientifici e condirettrice della collana “Giardini e paesaggio” -Non per questo sono esempi da trascurare in quanto testimoniano il radicamento di gusti anche in relazione con creazioni più paludate. E’ necessario scoprirli, e questo li rende ancora più preziosi ed affascinanti”.  

Tra i grandi classici imperdibili la professoressa ricorda “Il giardino della Casa Museo Murmura, con un bell’edificio di fine 700 inizi 800, con annesso un giardino in parte formale con voliera e limonaia ed una caratteristica Torre dello Scirocco, e la Casa Museo Cefaly Pandolphi, dimora di campagna del senatore Antonio Cefaly, con sale ricche di memorie storiche e con un pregevole e armonioso giardino con al centro una bella vera da pozzo, in cui tra l’altro spiccano due antiche e snelle colonne di marmo. Un giardino pubblico spettacolare è quello Ruggiero di Cittanova, con specchi d’acqua, arredi di pregio, alberature in varietà tra cui un lungo viale di palme, risalente a fine 800. La villa nobiliare più vicina a modelli di altre regioni è senz’altro Villa Caristo a Stignano, settecentesca, con l’edificio padronale che nella terrazza della scala a tenaglia del prospetto ospita il gruppo scultoreo di Clorinda e Tancredi. L’articolato giardino, disposto su più livelli, comprende un agrumeto con decorazioni rococò, il Coffee-house che prospetta sulla suggestiva vallata del torrente Ceramidio, e una notevole varietà di piante anche da frutto. Mi piace chiudere questa breve rassegna, purtroppo incompleta, ma che forse dà conto di un patrimonio ancora da scoprire, con un luogo particolare, Villa Vittoria a Mongiana, di inizi 900, gestito dal Corpo dei Carabinieri: più che un giardino è un “museo” di giardini, con quello dedicato alle piante velenose, quello per le piante della Bibbia, quello per le aromatiche o per la collezione di ortensie. Inserito in uno splendido contesto naturale, non lontano dal complesso di Serra San Bruno, vale davvero la visita”.

 

Ma si può fare di più per incrementare l’horticultural tourism - tanto apprezzato oggi - e valorizzare l’arte dei giardini calabresi?

Secondo Alberta Campitelli, che è anche presidentessa del Comitato Tecnico Scientifico per i Musei e nel Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici del MiC, “La modalità migliore per valorizzare i giardini è la creazione di reti, ma in questa regione non è facile a causa delle distanze che separano i vari luoghi. Un’altra possibilità è quella di arricchire questo patrimonio naturale con opere di arte contemporanea, che possono costituire un ulteriore motivo di attrazione. Esemplari sono, in questo senso, il Parco di Scultura Contemporanea di Catanzaro, in cui tra vialetti, siepi e piazzole sono disposte opere di grandi artisti quali Michelangelo Pistoletto, Jan Fabre, Mimmo Paladino e molti altri, oppure il MUSABA (Museo di Santa Barbara), a Mammola, creato dall’artista Nick Spatari, che negli otto ettari del parco accoglie opere dell’ideatore, scomparso nel 2020 e di molti altri artisti, in un percorso fantastico”.

Certo, conoscere il valore e il fascino dei nostri giardini è la base da cui partire per avere consapevolezza di un patrimonio importante e vivo, ma fragile che merita attenzione e necessita di essere continuativamente ripensato e curato.  Come il progetto che vede Alberta Campitelli insieme ad altri importanti studiosi impegnata in una mostra sui giardini di Roma che sarà aperta al pubblico dal 21 novembre 2025 al 12 aprile 2026 . “La mostra si inserisce in un più ampio e complesso programma di valorizzazione del patrimonio dei giardini storici romani. - sottolinea la studiosa - L’esposizione ne costituisce l’indispensabile base di conoscenza, illustrando lo sviluppo dell’arte dei giardini a Roma dal XVI agli inizi del XX secolo, frutto di una committenza diversificata nel corso del tempo: da status symbol di potere, di cultura e di raffinatezza per pontefici, principi e cardinali che, attraverso i giardini, trasmettevano la propria visione anche a fini di propaganda fino all’affermazione della funzione pubblica ‘per i piaceri del popolo’. Viene messo in evidenza - conclude l’esperta - il passaggio dal giardino regolare al giardino paesaggistico, secondo la trattatistica del tempo, fino all’affermarsi delle passeggiate e dei giardini pubblici e alla politica di acquisizione da parte del Comune di Roma di ville nobiliari scampate alla speculazione edilizia negli anni tra ‘800 e ‘900”.

 

 

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