di RITA TULELLI
La Pasquetta, un tempo sinonimo di gite improvvisate, panini avvolti nella stagnola e coperte stese sull’erba, oggi ha un volto nuovo. È quello filtrato, ritoccato e condiviso in tempo reale su Instagram e TikTok. Le piattaforme social non si limitano più a raccontare ciò che accade: lo plasmano. Il lunedì dell’Angelo è diventato sempre più un palcoscenico in cui ogni dettaglio deve essere “a prova di post”. La scelta della meta non dipende solo dalla bellezza del luogo, ma anche dalla sua fotogenia. I prati con vista, i picnic curati nei minimi dettagli, le tavole rustico-chic: tutto deve essere bello da vedere, oltre che da vivere. A guidare questo cambiamento è la logica del contenuto. Il cibo dev’essere impiattato come in un food blog, il look casual ma perfettamente studiato, la compagnia allegra e coinvolgente, ma mai fuori controllo. Il risultato? Una giornata costruita anche e spesso soprattutto per essere raccontata. Su TikTok, poi, la Pasquetta diventa occasione per creare contenuti originali: video con consigli per l’outfit perfetto, suggerimenti su dove organizzare un picnic “da milioni di like”, sketch comici che giocano sui clichédella grigliata o sulle dinamiche di gruppo. La festa si trasferisce nei trend, tra challenge, filtri e audio virali. Tutto questo porta inevitabilmente a un cambiamento nel modo di vivere la giornata. Non è raro che l’attenzione si sposti dal momento in sé alla sua rappresentazione. Si cerca l’angolazione migliore, il contenuto più originale, l’idea che possa “funzionare” online. Eppure, nonostante questa trasformazione, la Pasquetta resta un momento speciale, un rito collettivo che si rinnova ogni anno. Cambiano le forme, i linguaggi, i mezzi con cui viene raccontata, ma il desiderio resta lo stesso: staccare dalla routine, godersi la natura, stare insieme. Che sia davanti a una griglia fumante o in posa davanti a un tramonto da cartolina, la Pasquetta continua ad essere un piccolo rito di libertà. E se oggi passa anche attraverso uno schermo, forse è solo il modo contemporaneo di dirsi: “Ci siamo, siamo vivi, e abbiamo voglia di condividerlo”.
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