di ROMANO PESAVENTO*
Una storia e un volto da non dimenticare sono certamente quelli di Silvia Ruotolo, giovane madre di due bambini, Francesco e Alessandra, che venne uccisa accidentalmente dalla camorra in una sparatoria tra clan l’11 giugno del 1997.
Uccisa sotto lo sguardo dei suoi figli la vicenda di Silvia indigno particolarmente l’opinione pubblica e la parte sana della città di Napoli. Era assurdo che una giovane donna, incensurata, potesse morire in pieno giorno in una via trafficata, durante una commissione come tante, semplicemente perché le cosche come nel Far West arrivavano a scaricarsi piombo senza remore per chi potesse capitare sotto la pioggia dei colpi. La scuola ha un grande ruolo: rievocare alla memoria dei più giovani tali drammatici episodi. Per comprendere che la libertà di vivere serenamente senza incorrere in sparatorie o violenze da parte dei criminali dipende soprattutto dalla capacità degli adulti di trasmettere valori importanti che onorino il rispetto della persona e dello Stato.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene incoraggiante oggi che la studentessa Sofia Favaro della classe III sez. C del Liceo scientifico Filolao di Crotone ricordi Silvia e possa trasmettere alla società un messaggio di legalità e responsabilità civica.
“A Napoli l’11 giugno del 1997, Silvia Ruotolo, tornando a casa, dopo essere andata a prendere all’asilo suo figlio Francesco, venne colpita da un proiettile sotto il balcone di casa sua sulla salita di Arenella, mentre la figlia Alessandra di 10 anni la guardava dal balcone.
Venne colpita accidentalmente durante una sparatoria organizzata dalla camorra, che aveva come obiettivo Salvatore Raimondi, un membro del clan Caiazzo. Durante l’agguato vennero sparati quaranta proiettili che, oltre ad uccidere Silvia, ferirono alla spalla Riccardo Valle, un giovane studente universitario, uccisero Salvatore Raimondi e colpirono Luigi Filippini, appartenente anche lui al clan Caiazzo.
Per individuare il colpevole fu decisivo l’aiuto di uno degli assassini, Rosario Privato, che venne arrestato il 24 luglio 1997, il quale col passare degli anni decise di confessare, portando alla condanna all’ergastolo di tutti i partecipanti della sparatoria.
A Napoli, 26 anni dopo, la morte di Silvia, in piazza Medaglie d’Oro venne ricordata la memoria della giovane madre: il sindaco Gaetano Manfredi e la consigliera comunale posero davanti alla figlia di Silvia Ruotolo, Alessandra Clemente, una corona di fiori.
Il ricordo di questa giovane donna e madre di famiglia non è mai stato dimenticato dalla comunità la quale ha istituito la Fondazione Silvia Ruotolo Onlus, ispirata alla sua vita e alle sue passioni e per permettere che i clan, la violenza e l’ignoranza possano essere sconfitti definitivamente. Oggi noi studenti di Crotone la vogliamo ricordare nelle nostre classi e lanciare un messaggio di speranza nel futuro”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
*Presidente CNDDU
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