di FRANCESCO IULIANO
Un incontro di riflessione e di confronto, quello della sezione provinciale dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia dal titolo “Piazza Fontana. Storia e memoria di una strage. Il prima e il dopo. Quel che resta ancora da fare”, organizzato in occasione del 50esimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Un’occasione per ricordare quegli anni e riflettere su una delle pagine più buie della storia italiana del primo dopoguerra.
Tutto iniziava alle 16.37 del 12 dicembre del 1969 quando un ordigno scoppiava nella filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura in pieno centro a Milano. 14 morti ed 86 feriti. Questo il bilancio appena dopo la deflagrazione. Altri due si aggiunsero nel mese di gennaio dell’anno successivo portando a 16 il numero totale delle vittime.
All’incontro, allestito nella sala convegni del Caffè delle Arti di via Fontana Vecchia, hanno partecipato, con il presidente provinciale dell’Anpi, Mario Vallone, l’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Lavorato (che all’epoca della “strategia della tensione” era dirigente del Partito Comunista), lo scrittore Fabio Cuzzola e la vicepresidente della Consulta studentesca di Catanzaro, Janine Sinopoli.
Tra i protagonisti anche il musicista Danilo Gatto che, con la partecipazione di Fabio Cuzzola, ha dato vita al reading dal titolo “Ballata per Piazza Fontana”.
Per noi di Catanzaro – ha detto Mario Vallone – ricordare quella strage è importante per vari motivi. Quello principale è l’importanza della conoscenza dei fatti e quello della memoria. La nostra città è stata quella dove per la prima volta, le indagini sulla strage hanno preso una piega diversa da quella che, inizialmente, fu impressa contro tutto il gruppo della sinistra in genere. Ricordare Catanzaro vuol dire anche ricordare il coraggio di tanti magistrati catanzaresi che seppero imprimere una strategia investigativa tutta nuova».
Tra i protagonisti della serata, anche Giuseppe Lavorato, un “vecchio” dirigente del Partito Comunista, memoria storico di quegli anni del terrore. «Quello di ricordare fatti come la strage di Piazza Fontana – ha spiegato – non è solo un esercizio della memoria. Quei ricordi servono oggi perché i pericoli che abbiamo affrontato a quei tempi si presentano ancora oggi. Quindi è giusto che ci sia una partecipazione ad una battaglia di difesa dei valori della democrazia e della libertà. Ricordare quei momenti di lotta per la difesa di quei valori è importante perché bisogna essere sempre forgiati al combattimento di queste battaglie».
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