
di SETTIMIO PAONE
Nuovo stop clamoroso al Ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti ha infatti «non ammesso al visto» il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la Società Stretto di Messina, l’ente concessionario dell’opera. Un passaggio fondamentale che, senza il via libera della magistratura contabile, non può produrre effetti.
La Corte ha annunciato che le motivazioni complete saranno rese note entro trenta giorni, attraverso un’apposita deliberazione, ma il segnale politico e tecnico è chiarissimo: anche questo passaggio amministrativo non supera il vaglio di legittimità. L’atto bocciato è direttamente collegato alla delibera del Cipess dello scorso agosto, quella che assegnava risorse aggiuntive e approvava il progetto esecutivo del ponte. A fine ottobre la Corte dei Conti aveva già negato il visto a quella stessa delibera, sollevando una serie di dubbi su costi, procedure e valutazioni di impatto. Ora arriva un’altra battuta d’arresto che pesa come un macigno sull’intero iter.
La reazione di Salvini: «Nessuna sorpresa»
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, principale promotore dell’opera, ha commentato senza giri di parole: «Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto determinato e fiducioso».
Una posizione che conferma la volontà del Mit di proseguire, nonostante i continui rilievi della magistratura contabile.
I nodi evidenziati dalla Corte
Già nei mesi scorsi la Corte dei Conti aveva richiesto chiarimenti alla Presidenza del Consiglio, sostenendo che «risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione». I punti critici sollevati sono numerosi: dubbi sulla procedura d’urgenza utilizzata, che punta a classificare il ponte come opera strategica anche sotto il profilo militare; perplessità sulle coperture economiche e sulla tenuta finanziaria complessiva del progetto; richieste di chiarimenti sulla conformità del progetto definitivo alle normative ambientali e antisismiche; osservazioni sul rispetto delle regole europee, in particolare sulla soglia del 50% di aumento dei costi; forte attenzione alla affidabilità delle stime di traffico, basate sugli studi della TPlan Consulting, giudicate non sufficientemente motivate.
Durante l’adunanza della Sezione centrale, la consigliera Carmela Mirabella ha sollevato anche la questione della competenza del Cipess, organo ritenuto a prevalenza politica in un ambito che richiede valutazioni tecniche rigorose.
Un progetto che continua a inciampare
L’ennesima bocciatura getta nuove ombre sul futuro del Ponte sullo Stretto. Tra dubbi tecnici, incertezze economiche e interrogativi procedurali, il progetto della grande opera attesa da decenni accumula un altro passo falso. Le motivazioni definitive della Corte dei Conti, attese entro trenta giorni, saranno decisive per capire se esiste ancora un margine per sbloccare l’iter o se, invece, sarà necessario ripensare profondamente l’intero percorso amministrativo. Per ora, l’unica certezza è che il cammino verso la realizzazione del ponte appare più accidentato che mai.
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