di FRANCESCO IULIANO
Quello di rimanere in salute a lungo, conservando buona parte della vitalità giovanile, è un obiettivo ormai alla portata di molti, considerate le conoscenze acquisite grazie anche all’informazione ed alla medicina.
Qual è il segreto della longevità e se il mito dell’eterna giovinezza può diventare realtà, sono solo alcuni degli interrogativi esaminati nel corso della due giorni dal titolo “Longevità e invecchiamento: sfide per l’Europa. Un’analisi interdisciplinare”, organizzato dell’associazione Adit (che rappresenta gli ex borsisti del governo tedesco in Italia), in collaborazione con il Daad, il Servizio tedesco per lo scambio accademico, l’Università della Magna Graecia e con il patrocinio del Cnr e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania.
Neuroscienziati, filosofi, medici, sociologi, ma anche storici ed esponenti del mondo del volontariato, riuniti nell’Aula Magna “B” dell’edificio delle Bioscienze dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, ne hanno discusso questo pomeriggio (e domani), confrontandosi sulle grandi sfide che l’invecchiamento della popolazione pone all’Italia e all’Europa.
Moderatrice dell’incontro, la giornalista e vicepresidente Adit, Gabriella Lepre.
«Secondo dati Eurostat – è stato detto in apertura dei lavori -, al 1° gennaio 2017 Italia (22,3%), Grecia (21,5%) e Germania (21,2%), hanno registrato le percentuali di persone di età pari o superiore ai 65 anni più elevate in Europa. E proiezioni demografiche Eurostat (2015-2080) indicano, inoltre, che la popolazione europea continuerà a invecchiare, con il raddoppio della percentuale di ultraottantenni. L'Italia, com'è noto, è segnata dal dualismo Nord-Sud, che riguarda aspetti economici e sociali quali salute, assistenza, istruzione. Le caratteristiche di tale polarizzazione però vanno mutando: oggi la speranza di vita media rispetto al passato si è molto allungata anche al Sud, mentre le nascite sono crollate e molti giovani continuano a emigrare. Un'altra differenza che pure si rileva è quella tra comuni medio-grandi da un lato e piccoli comuni. E se la longevità è di per sé un fatto positivo, cruciale resta la questione della qualità della vita dell'età anziana. Punto chiave per garantirla, oltre a politiche socio-sanitarie mirate e stili di vita corretti, è ovviamente la ricerca».
Della longevità nella società italiana: quali politiche pubbliche, ha relazionato il docente di Sociologia del Diritto presso l’Università Luiss "Guido Carli" di Roma, Antonio La Spina. «Il sud Italia denota un maggiore invecchiamento che è dovuto al crollo delle nascite letteralmente crollato rispetto agli anni ’50 e ’60 quando si facevano più figli ma si viveva di meno. A questo si aggiunge la migrazione dei giovani che lasciano la propria terra di origine. C’è poi la dislocazione della longevità: non solo c’è un Sud che è più vecchio ma poi dentro il Sud ci sono aree differenti tra di loro. Ad aree urbane più popolose si contrappongono aree rurali e montane meno popolose e con una componente di anziani molto significativa».
Nel corso della due giorni, si farà il punto sullo stato di avanzamento delle scoperte scientifiche internazionali per ostacolare demenze, Alzheimer e processi degenerativi che aggrediscono l’organismo e il cervello. Sono previsti, altresì, due eventi paralleli: "A tavola non si invecchia", con le pietanze della cuoca tedesca Nadia Christina Tappen, fra antichi ingredienti e scienza moderna, e la mostra del fotografo tedesco dei centenari, Karsten Thormaehlen, che rimarrà a disposizione del pubblico sino al 22 novembre prossimo.
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